Attualità
Alessia Nobile, la trans di Bari che spopola a Sanremo: «Tanti pugliesi fra i miei clienti»
Dietro un caso nazionale si nasconde «Una forma di protesta. Anche al Comune mi hanno detto di andare a Berlino»
Bari - lunedì 4 febbraio 2019
19.48
Alessia Nobile, la ragazza transessuale barese partita alla volta di Sanremo per la settimana del festival, quella che promette i maggiori guadagni per la sua attività di escort. Un caso nazionale quello suscitato dalla trans pugliese: tutto è iniziato con un'intervista a "La Zanzara", programma di Radio 24 in cui Alessia ha illustrato le sue attività lavorative lasciando da parte remore o moralismi di sorta.
Parlando con BariViva, Alessia illustra tutta una serie di meccanismi che ruotano attorno alla sua occupazione di escort, in particolar modo durante il periodo del festival della canzone: «Questo sarà il mio secondo Sanremo - dice. Alcuni clienti mi hanno già contattata, molti di loro seguiranno il festival per radio e televisioni nazionali, altri ancora lavorano per la grande macchina della kermesse. Trovo molti clienti anche fra i frequentatori del casinò di Sanremo, nonché fra i loro autisti che nell'attesa dei personaggi che accompagnano passano un'oretta con me».
Si preannuncia, quindi, un sostanzioso volume d'affari nella settimana in cui avrà luogo il più atteso evento cultural-mondano del Bel paese: «La base è di 100 Euro, ma per Sanremo saltano un po' tutti gli schemi - è lo scenario tratteggiato dalla diretta interessata. Spesso i clienti ti regalano di più senza bisogno di chiedere. La situazione in sé non ha bisogno di chissà quali annunci: molti mi fermano per strada e mi chiedono un appuntamento, anche in maniera molto disinvolta».
Un ventaglio ampio di clienti. Fra i più avidi di esperienze "nuove" sembrano esserci molti suoi corregionali: «L'anno scorso ho avuto anche parecchi baresi e pugliesi fra i miei clienti. Il mio posto è a ridosso dell'Ariston e poco distante c'è il Palafiori, dove si svolgono interviste e cronache del festival. Fra gli addetti ai lavori ci sono anche parecchie radio pugliesi».
Il tono della conversazione con Alessia, però, si fa diverso quando le si chiede «Tu cosa vorresti fare nella vita?». Già, perché la disinvoltura di questa ragazza nel trattare certi argomenti pseudo-tabù altro non è che la denuncia di un bigottismo di facciata. «Sono stata massacrata, ma molti non hanno colto il senso vero di quel che dico - continua. La mia è una forma di protesta: nessuno mi dà lavoro e quello che faccio ormai è di dominio pubblico». Pietra angolare della provocazione di Alessia Nobile è il voler cogliere le contraddizioni interne alla dialettica moralismo/pregiudizio: «Chi è tanto bravo a fare il puritano mi dia un'alternativa. Io sono laureata; se faccio quello che faccio è perché la società mi ha indotto a questo, chiudendomi in faccia le porte del lavoro. Ho fatto tanti colloqui a Bari, ma tutti mi hanno rimbalzata dopo aver visto che si trattava di una trans. Ho partecipato al bando "Mi formo e lavoro" della Regione Puglia per vedere se mi faranno accedere ai corsi retribuiti. D'estate ho fatto anche la barista a Gallipoli; sono stata bullizzata e non ho avuto la possibilità di denunciare».
Resta il fatto che la disinvoltura con cui Alessia discute delle sue attività ha suscitato dissenso non solo nella comunità eterosessuale, ma anche nella stessa popolazione transessuale che la accusa di «Far passare messaggi negativi». «Quali sarebbero questi messaggi?», incalza Alessia. «Ho sempre e solo parlato per me stessa. Fortunatamente oltre ai molti attacchi ho ricevuto anche manifestazioni di lode per il mio coraggio».
Poi un retroscena: «Sono andata anche in Comune dal sindaco. In risposta ho avuto il suggerimento di trasferirmi a Londra o a Berlino. Ma perché dovrei trasferirmi? Semplicemente perché non vogliono integrarmi nella società e non vogliono rimuovere il loro pregiudizio».
Parlando con BariViva, Alessia illustra tutta una serie di meccanismi che ruotano attorno alla sua occupazione di escort, in particolar modo durante il periodo del festival della canzone: «Questo sarà il mio secondo Sanremo - dice. Alcuni clienti mi hanno già contattata, molti di loro seguiranno il festival per radio e televisioni nazionali, altri ancora lavorano per la grande macchina della kermesse. Trovo molti clienti anche fra i frequentatori del casinò di Sanremo, nonché fra i loro autisti che nell'attesa dei personaggi che accompagnano passano un'oretta con me».
Si preannuncia, quindi, un sostanzioso volume d'affari nella settimana in cui avrà luogo il più atteso evento cultural-mondano del Bel paese: «La base è di 100 Euro, ma per Sanremo saltano un po' tutti gli schemi - è lo scenario tratteggiato dalla diretta interessata. Spesso i clienti ti regalano di più senza bisogno di chiedere. La situazione in sé non ha bisogno di chissà quali annunci: molti mi fermano per strada e mi chiedono un appuntamento, anche in maniera molto disinvolta».
Un ventaglio ampio di clienti. Fra i più avidi di esperienze "nuove" sembrano esserci molti suoi corregionali: «L'anno scorso ho avuto anche parecchi baresi e pugliesi fra i miei clienti. Il mio posto è a ridosso dell'Ariston e poco distante c'è il Palafiori, dove si svolgono interviste e cronache del festival. Fra gli addetti ai lavori ci sono anche parecchie radio pugliesi».
Il tono della conversazione con Alessia, però, si fa diverso quando le si chiede «Tu cosa vorresti fare nella vita?». Già, perché la disinvoltura di questa ragazza nel trattare certi argomenti pseudo-tabù altro non è che la denuncia di un bigottismo di facciata. «Sono stata massacrata, ma molti non hanno colto il senso vero di quel che dico - continua. La mia è una forma di protesta: nessuno mi dà lavoro e quello che faccio ormai è di dominio pubblico». Pietra angolare della provocazione di Alessia Nobile è il voler cogliere le contraddizioni interne alla dialettica moralismo/pregiudizio: «Chi è tanto bravo a fare il puritano mi dia un'alternativa. Io sono laureata; se faccio quello che faccio è perché la società mi ha indotto a questo, chiudendomi in faccia le porte del lavoro. Ho fatto tanti colloqui a Bari, ma tutti mi hanno rimbalzata dopo aver visto che si trattava di una trans. Ho partecipato al bando "Mi formo e lavoro" della Regione Puglia per vedere se mi faranno accedere ai corsi retribuiti. D'estate ho fatto anche la barista a Gallipoli; sono stata bullizzata e non ho avuto la possibilità di denunciare».
Resta il fatto che la disinvoltura con cui Alessia discute delle sue attività ha suscitato dissenso non solo nella comunità eterosessuale, ma anche nella stessa popolazione transessuale che la accusa di «Far passare messaggi negativi». «Quali sarebbero questi messaggi?», incalza Alessia. «Ho sempre e solo parlato per me stessa. Fortunatamente oltre ai molti attacchi ho ricevuto anche manifestazioni di lode per il mio coraggio».
Poi un retroscena: «Sono andata anche in Comune dal sindaco. In risposta ho avuto il suggerimento di trasferirmi a Londra o a Berlino. Ma perché dovrei trasferirmi? Semplicemente perché non vogliono integrarmi nella società e non vogliono rimuovere il loro pregiudizio».