Vita di città
Allargamento della Bari-Brindisi, il progetto attira le prime polemiche
L'assessore Giannini chiarisce la posizione della Regione Puglia contro il Comune di Noicattaro che non lo vuole
Bari - martedì 27 agosto 2019
07.00
La parola fine alla scelta della variante alla statale 16 (la Bari-Brindisi) verrà messa, forse, il prossimo 25 settembre durante una riunione tecnica presso il Ministero dei Trasporti.
Per ora sul tavolo delle decisioni ci sono i primi botta e risposta tra l'assessore regionale ai Trasporti Gianni Giannini e il comune di Noicattaro dove ricadrebbe la bretella alternativa al traffico che oggi blocca l'ingresso e l'uscita da Bari, soprattutto nel periodo estivo. In primis il problema ambientale sollevato da Noicattaro.
"Non ci sono problemi di tutela e valorizzazione delle Lame Giotta e San Giorgio per la quale è altresì prevista l'istituzione di un parco regionale - spiega Giannini - Si tratta di argomentazioni già presenti nelle valutazioni della Regione; d'altro canto siamo ben consapevoli che la realizzazione di opere strategiche, come appunto la variante alla SS16, comporta un necessario equilibrio fra esigenze diverse: in questo caso parliamo di aumentare la sicurezza dei cittadini, decongestionare il traffico ormai insostenibile e fluidificare il trasferimento di persone e merci, migliorare la loro qualità della vita. I dati estivi relativi agli incidenti stradali nella regione addebitano proprio alla SS 16 nell'area della città metropolitana di Bari i valori più alti. I grandi flussi di traffico legati soprattutto all'esodo per vacanze o al semplice raggiungimento giornaliero di località balneari sono causa di incidenti o comunque rappresentano situazioni di forte disagio, talvolta con interminabili ore di coda per residenti, lavoratori pendolari e turisti che intendono soggiornare sul nostro territorio.
"L'arteria attraversa oggi un'area fortemente antropizzata, con accessi diretti ad abitazioni o ad altre attività economiche e commerciali, che impongono forti riduzioni dei limiti di velocità. L'alternativa proposta dal Comune di Noicattaro, con l'adeguamento in sede comporterebbe disagi enormi sia per quanto attiene la delocalizzazione delle attività oggi esistenti ai margini della strada che l'esproprio/demolizione di numerosi edifici residenziali, andando ad incidere pesantemente sulla vita di molte persone; per non parlare dei contenziosi e dei forti disagi in fase di cantiere, allorquando la realizzazione dei lavori costringerebbe, per alcuni anni, alla deviazione del traffico lato monte o all'utilizzo di due sole corsie per entrambi i sensi di marcia".
Quello proposto da Regione Puglia è invece "un tracciato che vada a monte, in sede propria, che non interferirebbe quindi con il traffico attuale ma dovrebbe affrontare il tema del superamento delle lame; certamente le modalità costruttive attuali consentirebbero di utilizzare campate molto ampie, tali da non interferire con gli elementi di pregio ambientale e naturalistico che le lame preservano e da conservarne la loro fruibilità. L'alternativa a monte affiancherebbe inoltre per un lungo tratto il nuovo tracciato di RFI, costituendo un corridoio infrastrutturale unico, che ridurrebbe il consumo di suolo agricolo; a quest'ultimo proposito la Regione e i Comuni potrebbero scongiurare i rischi di ulteriore antropizzazione a ridosso della nuova arteria imponendo apposite fasce di rispetto da tutelare". Inoltre sempre per Regione, "la realizzazione dell'arteria a monte potrebbe rappresentare per la fascia costiera una occasione di riqualificazione urbana e paesaggistica, depotenziando l'arteria attuale, che assumerebbe i connotati di strada locale, con gli accessi alle abitazioni e alle attività commerciali, con una percorrenza dedicata alla ciclabilità, ai mezzi pubblici, ed in alcuni tratti alla pedonabilità; si creerebbe una riqualificazione della fascia costiera con dei flussi ortogonali alla linea di costa piuttosto che la realizzazione di una barriera insormontabile come accadrebbe nel caso dell'adeguamento in sede".
Per ora sul tavolo delle decisioni ci sono i primi botta e risposta tra l'assessore regionale ai Trasporti Gianni Giannini e il comune di Noicattaro dove ricadrebbe la bretella alternativa al traffico che oggi blocca l'ingresso e l'uscita da Bari, soprattutto nel periodo estivo. In primis il problema ambientale sollevato da Noicattaro.
"Non ci sono problemi di tutela e valorizzazione delle Lame Giotta e San Giorgio per la quale è altresì prevista l'istituzione di un parco regionale - spiega Giannini - Si tratta di argomentazioni già presenti nelle valutazioni della Regione; d'altro canto siamo ben consapevoli che la realizzazione di opere strategiche, come appunto la variante alla SS16, comporta un necessario equilibrio fra esigenze diverse: in questo caso parliamo di aumentare la sicurezza dei cittadini, decongestionare il traffico ormai insostenibile e fluidificare il trasferimento di persone e merci, migliorare la loro qualità della vita. I dati estivi relativi agli incidenti stradali nella regione addebitano proprio alla SS 16 nell'area della città metropolitana di Bari i valori più alti. I grandi flussi di traffico legati soprattutto all'esodo per vacanze o al semplice raggiungimento giornaliero di località balneari sono causa di incidenti o comunque rappresentano situazioni di forte disagio, talvolta con interminabili ore di coda per residenti, lavoratori pendolari e turisti che intendono soggiornare sul nostro territorio.
"L'arteria attraversa oggi un'area fortemente antropizzata, con accessi diretti ad abitazioni o ad altre attività economiche e commerciali, che impongono forti riduzioni dei limiti di velocità. L'alternativa proposta dal Comune di Noicattaro, con l'adeguamento in sede comporterebbe disagi enormi sia per quanto attiene la delocalizzazione delle attività oggi esistenti ai margini della strada che l'esproprio/demolizione di numerosi edifici residenziali, andando ad incidere pesantemente sulla vita di molte persone; per non parlare dei contenziosi e dei forti disagi in fase di cantiere, allorquando la realizzazione dei lavori costringerebbe, per alcuni anni, alla deviazione del traffico lato monte o all'utilizzo di due sole corsie per entrambi i sensi di marcia".
Quello proposto da Regione Puglia è invece "un tracciato che vada a monte, in sede propria, che non interferirebbe quindi con il traffico attuale ma dovrebbe affrontare il tema del superamento delle lame; certamente le modalità costruttive attuali consentirebbero di utilizzare campate molto ampie, tali da non interferire con gli elementi di pregio ambientale e naturalistico che le lame preservano e da conservarne la loro fruibilità. L'alternativa a monte affiancherebbe inoltre per un lungo tratto il nuovo tracciato di RFI, costituendo un corridoio infrastrutturale unico, che ridurrebbe il consumo di suolo agricolo; a quest'ultimo proposito la Regione e i Comuni potrebbero scongiurare i rischi di ulteriore antropizzazione a ridosso della nuova arteria imponendo apposite fasce di rispetto da tutelare". Inoltre sempre per Regione, "la realizzazione dell'arteria a monte potrebbe rappresentare per la fascia costiera una occasione di riqualificazione urbana e paesaggistica, depotenziando l'arteria attuale, che assumerebbe i connotati di strada locale, con gli accessi alle abitazioni e alle attività commerciali, con una percorrenza dedicata alla ciclabilità, ai mezzi pubblici, ed in alcuni tratti alla pedonabilità; si creerebbe una riqualificazione della fascia costiera con dei flussi ortogonali alla linea di costa piuttosto che la realizzazione di una barriera insormontabile come accadrebbe nel caso dell'adeguamento in sede".