Politica
Anpi Bari contro CasaPound, parte la denuncia per diffamazione
Il casus belli uno striscione comparso stamattina sul ponte di Corso Cavour
Bari - giovedì 13 febbraio 2020
20.28
Anpi Bari denuncia CasaPound per diffamazione. Il casus belli è stato uno striscione comparso in mattinata, e affisso da CasaPound, sul ponte di corso Cavour recante la scritta: "Anpi difende i titini? Negazionismo e quattrini".
«Continua la vergognosa strumentalizzazione della tragedia delle foibe da parte dei neofascisti comunque camuffati, in uno con gli attacchi all'Anpi - dichiarano - Da stamane, sul parapetto del cavalcavia di corso Cavour fa mostra uno striscione di CasaPound in cui si accusa l'associazione dei partigiani di prendere soldi per (o nonostante) le sue posizioni negazioniste. L'Anpi di Bari ha già sporto denuncia per diffamazione; anche di questa infamante menzogna, oltre che dell'aggressione di via Eritrea, i "fascisti del terzo millennio" dovranno rispondere in tribunale».
«L'associazione ha più volte espresso, in documenti ufficiali e in convegni, la sua ferma condanna delle stragi perpetrate ai confini orientali nel secondo dopoguerra - sottolineano - E non ha certo bisogno di fornire prove della sua assoluta fedeltà ai valori della democrazia, della pace, della fratellanza fra i popoli. La volgare campagna denigratoria di cui è fatta bersaglio dimostra appunto che l'Anpi rappresenta un sicuro baluardo contro le tentazioni reazionarie, e ci sprona a moltiplicare il nostro impegno contro i predicatori di odio e gli apologeti della violenza, a difesa dei principi della Costituzione repubblicana e antifascista».
«Continua la vergognosa strumentalizzazione della tragedia delle foibe da parte dei neofascisti comunque camuffati, in uno con gli attacchi all'Anpi - dichiarano - Da stamane, sul parapetto del cavalcavia di corso Cavour fa mostra uno striscione di CasaPound in cui si accusa l'associazione dei partigiani di prendere soldi per (o nonostante) le sue posizioni negazioniste. L'Anpi di Bari ha già sporto denuncia per diffamazione; anche di questa infamante menzogna, oltre che dell'aggressione di via Eritrea, i "fascisti del terzo millennio" dovranno rispondere in tribunale».
«L'associazione ha più volte espresso, in documenti ufficiali e in convegni, la sua ferma condanna delle stragi perpetrate ai confini orientali nel secondo dopoguerra - sottolineano - E non ha certo bisogno di fornire prove della sua assoluta fedeltà ai valori della democrazia, della pace, della fratellanza fra i popoli. La volgare campagna denigratoria di cui è fatta bersaglio dimostra appunto che l'Anpi rappresenta un sicuro baluardo contro le tentazioni reazionarie, e ci sprona a moltiplicare il nostro impegno contro i predicatori di odio e gli apologeti della violenza, a difesa dei principi della Costituzione repubblicana e antifascista».