Scuola e Lavoro
Appalto pulizie del Ministero della Difesa, riduzione delle ore fino al 65%
Zimmari (UilTucs Puglia): «Messi in estrema difficoltà centinaia di lavoratori con una decurtazione netta di almeno un terzo del proprio reddito»
Bari - sabato 29 giugno 2019
Comunicato Stampa
«Questo Governo, che si era presentato come portabandiera del cambiamento, si spreca quotidianamente in slogan sulla crescita economica e occupazionale del Mezzogiorno, ma purtroppo predica bene e continua a razzolare malissimo».
Lo dichiara Giuseppe Zimmari, segretario generale della UilTucs Puglia, categoria del commercio e dei servizi della Uil, commentando il nuovo appalto per i servizi di pulizia approvato dal Ministero della Difesa, che prevede, spiega Zimmari, «un taglio immediato delle ore lavorative compreso tra il 30 e il 65%».
«In un territorio come la Puglia – continua il segretario della UilTucs – dove insistono tante strutture militari o comunque dipendenti dal Ministero della Difesa, significa mettere in estrema difficoltà centinaia di lavoratori, che da un giorno all'altro si ritroveranno a fare i conti con una decurtazione netta di almeno un terzo del proprio reddito, oltre a ridurre nettamente la qualità e l'efficienza del servizio offerto. Tutto ciò è assurdo e a dir poco incomprensibile: non si può fare spending review solo e sempre sulla pelle dei lavoratori».
«Il Governo riveda subito la propria, scellerata decisione – conclude Zimmari – altrimenti attiveremo ogni iniziativa di protesta e mobilitazione a nostra disposizione per tutelare diritti e dignità di tanti lavoratori del comparto. Inoltre, coinvolgeremo subito le confederazioni regionali e nazionali affinché facciano sentire la propria voce a Roma e nelle sedi competenti».
Lo dichiara Giuseppe Zimmari, segretario generale della UilTucs Puglia, categoria del commercio e dei servizi della Uil, commentando il nuovo appalto per i servizi di pulizia approvato dal Ministero della Difesa, che prevede, spiega Zimmari, «un taglio immediato delle ore lavorative compreso tra il 30 e il 65%».
«In un territorio come la Puglia – continua il segretario della UilTucs – dove insistono tante strutture militari o comunque dipendenti dal Ministero della Difesa, significa mettere in estrema difficoltà centinaia di lavoratori, che da un giorno all'altro si ritroveranno a fare i conti con una decurtazione netta di almeno un terzo del proprio reddito, oltre a ridurre nettamente la qualità e l'efficienza del servizio offerto. Tutto ciò è assurdo e a dir poco incomprensibile: non si può fare spending review solo e sempre sulla pelle dei lavoratori».
«Il Governo riveda subito la propria, scellerata decisione – conclude Zimmari – altrimenti attiveremo ogni iniziativa di protesta e mobilitazione a nostra disposizione per tutelare diritti e dignità di tanti lavoratori del comparto. Inoltre, coinvolgeremo subito le confederazioni regionali e nazionali affinché facciano sentire la propria voce a Roma e nelle sedi competenti».