Il parco Gargasole
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Territorio

Approvato piano operativo del POC Metro. A Bari nuove esperienze sul modello di parco Gargasole

Intervento da oltre 20 milioni di Euro. Tedesco: «Rigenerare creativamente è risposta che diamo a richieste dei baresi»

Nella mattinata di ieri la giunta comunale ha acceso il semaforo verde alla proposta del sindaco Antonio Decaro, approvando il Piano operativo del POC Metro 2014/20, complementare al PON Città Metropolitane. La delibera comporta il completamento e il rafforzamento degli interventi già messi in previsione, implementando il bacino con ulteriori progetti per un maggior impatto e una più efficiente esecuzione finanziaria.

Si tratta, infatti, di un investimento da 20 milioni e 500mila Euro, che comprenderà tre tronconi. Al numero 1 si legge "Azioni complementari alle strategie del PON Metro"; al numero 2 "Progetti pilota e Progetti a scala inter-comunale", con in cabina di regia l'Agenzia di Coesione Territoriale, che agisce a livello nazionale; al numero 3 "Assistenza tecnica" all'attuazione diretta da parte degli organismi intermedi.

La parte di più stretta attualità è quella riguardante il punto 1, in cui rientra il progetto "Rigenerazione creativa", finanziato con 500 mila Euro per il biennio 2018/2019. Un'iniziativa che vedrà la gestione diretta dell'assessorato all'Urbanistica con l'obiettivo di stimolare il coinvolgimento di cittadini e associazioni in percorsi di rigenerazione di spazi pubblici attraverso dinamiche inclusive che favoriscano la partecipazione alla cura delle suddette aree urbane, percepite sempre più come spazi di relazione.

Un esempio? Il percorso in atto a Bari con il Parco Gargasole, esteso su 4.000 mq all'interno della ex Caserma Rossani. Un'esperienza che finora si è favorevolmente distinta per la capacità non solo di mettere in moto pratiche di cittadinanza attiva attorno a un progetto di rigenerazione urbana con interventi innovativi e partecipati per avere cura dello spazio pubblico attraverso laboratori di partecipazione coordinati dalle associazioni vincitrici del bando per la trasformazione dell'area, ma anche di costruire una rete di relazioni tra i soggetti coinvolti in grado di generare ulteriori azioni di rigenerazione.

«Rigenerazione creativa è una delle risposte che stiamo dando a quello che i baresi ci hanno chiesto nel corso del percorso partecipativo del PUG - commenta l'assessora all'Urbanistica Carla Tedesco - che ci ha indotto a lavorare a scale diverse: non solo alla scala delle grandi strategie di livello urbano e delle azioni su interi quartieri ma anche alla scala di azioni puntuali in grado però di innescare la trasformazione».

«L'idea alla base di questa politica - continua Tedesco - è che sia possibile recuperare, in tempi più brevi rispetto a quelli ordinari della pubblica amministrazione, spazi abbandonati per farne luoghi di socialità e di inclusione attraverso interventi low cost, reversibili, basati sul riciclo dei materiali, che intercettino in modo creativo l'energia di tutti i cittadini interessati a costruire qualcosa insieme agli altri e che favoriscano la coesione sociale dando a tutti la possibilità di essere parte della trasformazione della città. Si tratta di una politica integrata, fatta di azioni che vedono la trasformazione dello spazio fisico strettamente connessa a politiche educative, culturali, di welfare».

«L'esperienza in corso nel Parco Gargasole - conclude l'assessore - dimostra che questa modalità innovativa di fare città è possibile a Bari, analogamente a quanto sta avvenendo in altre città italiane ed europee. Per questo è nostra intenzione raddoppiare l'estensione del parco Gargasole, abbattendo un altro dei muri della ex Caserma Rossani e aprendo alla partecipazione dei cittadini uno spazio che, sommato al primo, misurerà circa 10.000 mq».

Nuove aree interessate dalla rigenerazione urbana creativa

Dopo aver sperimentato - e con successo - l'esperienza di rigenerazione creativa in una zona piuttosto centrale come via Gargasole e l'intera area ex Rossani, il progetto si sposterà in altri luoghi della città, con un occhio di riguardo per le periferie.

Ecco, quindi, che tra le aree designate per i nuovi progetti sul modello Gargasole compaiono: oseto nuova e Carbonara; Japigia e la costa sud; la zona dell'Executive center e lungo la terza mediana bis; Palese e Santo Spirito; San Paolo (parco Giovanni Paolo II), San Cataldo e Villaggio del Lavoratore.

Nei prossimi giorni si metterà già in moto l'intera macchina dei sopralluoghi per selezionare, insieme ai 5 municipi, i luoghi destinati ad accogliere nuove iniziative analoghe a quelle di parco Gargasole. Anche in questo caso si andrà alla ricerca di aree abbandonate dove sia possibile convogliare l'energia di cittadini e associazioni.

«Attraverso un bando pubblico - si legge nella nota diramata dal Comune di Bari - l'amministrazione selezionerà le associazioni che dovranno proporre laboratori partecipati di realizzazione degli interventi negli spazi individuati. Le proposte dovranno assumere come linee guida tre elementi: spazio pubblico inteso come spazio relazionale, luogo di incontro e di scambio, luogo condiviso del vivere urbano, accessibile e fruibile ai più; reti, per la capacità dei progetti di coinvolgere attivamente le comunità del contesto locale attivando network collaborativi con residenti, associazioni e comitati spontanei; creatività come leva di rigenerazione dello spazio attraverso l'attivazione di nuove funzioni. L'azione prevede una strategia integrata che sarà sviluppata in stretta sinergia con il Piano Periferie del governo, il Patto con i Municipi della Città di Bari, i Programmi operativi regionali Puglia FSE 2014-2020 per la valorizzazione del tessuto culturale e civico e la SISUS del Comune di Bari - Strategia Integrata di Sviluppo Urbano Sostenibile».

«Questa misura, inoltre, con le altre azioni del POC Metro, concorre all'implementazione di strategie integrate di azione locale in sinergia con l'Asse 4-FESR, che consentirà di potenziare i luoghi fisici entro cui saranno ospitati i nuovi servizi di prossimità ed è coerente con la volontà di investire sull'imprenditoria sociale e sull'economia solidale per facilitare sia l'accesso al lavoro sia l'animazione territoriale. L'approccio proposto si basa sulla cooperazione tra diversi soggetti (enti pubblici, terzo settore, scuole, università, volontariato, singoli individui) assieme ad un coinvolgimento attivo e responsabile della cittadinanza» si legge in cocnlusione.
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