Apre le porte World Press Photo 2018. A Bari la mostra di fotogiornalismo internazionale

L'attesa è finita: ha ufficialmente aperto i battenti oggi pomeriggio World Press Photo, la mostra itinerante di fotogiornalismo più famosa al mondo. A partire dalle 20 di oggi e fino al 27 maggio, l'esposizione a Spazio Murat (in piazza Ferrarese) sarà accessibile anche al pubblico (5 Euro il prezzo del biglietto), dopo l'inaugurazione su invito tenutasi alle 17:30.

Per la quinta volta Bari ospita la mostra più nota d'informazione fotografica. Insieme a Roma, Siviglia, Lisbona e Amsterdam, il capoluogo pugliese rientra nelle prime cinque città al mondo che ospitano l'esposizione, che tocca 100 città in 45 paesi di tutto il mondo. Quest'anno a vincere il World Press Photo award, il premio per la foto più rappresentativa del giornalismo internazionale, è stato Ronaldo Schemidt, che il 3 maggio 2017 immortalò a Caracas il 28enne José Víctor Salazar Balza mentre attraversa un muro di fuoco, con indosso solo una maglietta e una maschera antigas, durante le sollevazioni popolari contro il governo venezuelano del presidente Nicolás Maduro.

Ad inaugurare la tappa barese del WPP c'era il secondo classificato, il fotografo del "Daily Progress" Ryan Kelly, vincitore del premio Pulitzer per la sua foto scattata in Virginia il 12 agosto 2017, per documentare la protesta contro il grande raduno degli estremisti di destra a Charlottesville, durante le quali un suprematista bianco investì un ragazzo nero.

All'inaugurazione, impreziosita dalla voce di Paola Arnesano e dal piano di Carlo Maria Barile, ha partecipato anche il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, che dice: «Tra tutte queste manifestazioni culturali c'è stato anche un positivo incontro con le famiglie dei disabili gravi e gravissimi; stiamo chiudendo l'operazione per il pagamento degli assegni di cura e questa è una notizia importante. Con il premio Pulitzer Ryan Kelly chiudiamo una giornata molto interessante, in cui con il villaggio di Coldiretti abbiamo apprezzato la potenza della produzione agricola e la capacità di darci cibi di qualità e di manutenere la bellezza del paesaggio. Poi, ovviamente, c'è la cultura, elemento di attrattività per una regione bellissima, con un mare bellissimo e che offre la manifestazione giusta per tutte le età e tutti i gusti. Questa è un'esposizione mondiale; ci auguriamo di poterla sempre ospitare qui a Bari. Un impegno che cercheremo di mantenere nonostante le regole sui finanziamenti sempre molto rigorose».

«Oggi ci troviamo nel mezzo di una triangolazione meravigliosa - fa eco il sindaco Antonio Decaro, intervenuto per il "taglio del nastro" e lo start ufficiale della mostra. Inauguriamo la mostra di fotogiornalismo più conosciuta al mondo, alla presenza di un premio Pulitzer. Come se non bastasse, abbiamo il Bif&st che domani si chiude con il maestro Bertolucci e la visione di "Ultimo Tango a Parigi" restaurato, e contemporaneamente abbiamo sul lungomare le eccellenze dell'agricoltura, dell'allevamento, dell'enogastronomia che hanno reso famoso il nostro paese in tutto il mondo. Siamo orgogliosi di rappresentare un Sud diverso da quello raccontato dagli stereotipi».

Ma il vero protagonista della serata è proprio Ryan Kelly, che parla della sua foto e della sua avventura nel giornalismo, sempre dove la situazione è più calda. «È molto bello essere qui - dice Kelly - in mezzo a questo immenso lavoro. Devo, però, riconoscere che la mia foto è legata a un momento tragico, di morte e di ferimento di diverse persone che manifestavano pacificamente. Allo stesso tempo sono felice di aver realizzato un buon lavoro; quindi mi trovo a dover bilanciare sentimenti contrastanti».

Nell'epoca dei social media, le immagini spesso diventano le vere e proprie notizie: «Tutti conosciamo l'importanza dei social network - dice Kelly. In rete le immagini dilagano ovunque; per questo credo che sia ancora più importante avere immagini di qualità, con un livello massimo di professionalità».

Un lavoro, quello del foto reporter, pericoloso ed emozionante allo stesso tempo, come spiega Kelly, parlando dello scatto con cui ha vinti il premio: «La foto che ha vinto il Pulitzer l'ho scattata di puro istinto. Ho sentito questa macchina andare a tutta velocità, quindi automaticamente ho preso la macchina fotografica e ho scattato. Solo successivamente ho capito cosa stava accadendo, quindi in quel momento non ho avuto particolari sensazioni».

In un momento come questo, in cui la democrazia è in pericolo in diverse parti del mondo, offrire alla gente le immagini equivale a offrire loro una verità non filtrata, non di comodo: «Il giornalismo al giorno d'oggi è in grande difficoltà - ricorda Kelly - e a maggior ragione è importante continuare a farlo bene. Bisogna andare avanti e fare il proprio lavoro. Sono assolutamente convinto che il giornalismo sia in pericolo: basta guardare alla riduzione dei posti di lavoro per i giornalisti americani. Spesso la stampa è sotto accusa, soprattutto quando si devono rivelare verità scottanti. Per questo è ancor più urgente tornare a un giornalismo di qualità e puntare molto sul giornalismo locale».