Cronaca
Armi e droga, 8 condanne nel clan Palermiti. Sconto al boss pentito
Processo da rifare per il nipote del boss Palermiti, Antonino. Definitivi 4 anni di carcere al collaboratore Milella
Bari - domenica 6 ottobre 2024
13.31
Otto condanne diventate irrevocabili, inclusa quella al collaboratore di giustizia Domenico Milella, e altre due annullate con rinvio, tra cui quella al nipote del boss Eugenio Palermiti, Antonino. È l'esito del processo nei confronti di dieci sodali accusati di aver custodito parte dell'arsenale del cartello mafioso Parisi-Palermiti.
Tra le condanne diventate definitive (la Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili) c'è quella al collaboratore di giustizia Domenico Milella (condannato a 4 anni di carcere grazie allo sconto per la sopraggiunta collaborazione), all'epoca dei fatti contestati ritenuto il braccio destro del boss Eugenio Palermiti. L'attività dei Carabinieri, coordinata dai pubblici ministeri antimafia Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano, portò nel dicembre 2019 all'arresto di circa 10 persone.
Gli imputati condannati, oltre Milella, sono i fratelli Sebastiano e Michele Ruggieri (rispettivamente a 16 anni e 8 mesi e a 9 anni di reclusione), Lucrezia Carone e Daniele Leleuso (4 anni e 6 mesi), Marco Barone (8 anni e 8 mesi), Nicola Bruno (8 anni) e Pasquale Leonardo Tritta (6 anni). I giudici hanno annullato con rinvio la sentenza nei confronti di Antonino Palermiti e Edoardo Caizzi (condannati a 6 anni e 8 mesi). Per i due dovrà essere celebrato un nuovo processo di appello.
L'inchiesta era partita dal ritrovamento nell'ottobre 2014, a Japigia, di più di 40 armi, tra cui kalashnikov, mitragliatrici, fucili e pistole, migliaia di munizioni, oltre a 10 chilogrammi di cocaina. Gli accertamenti consentirono di attribuire la paternità di armi e droga al gruppo di Milella e poi di ricostruire le fitta rete dei pusher.
Tra le condanne diventate definitive (la Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili) c'è quella al collaboratore di giustizia Domenico Milella (condannato a 4 anni di carcere grazie allo sconto per la sopraggiunta collaborazione), all'epoca dei fatti contestati ritenuto il braccio destro del boss Eugenio Palermiti. L'attività dei Carabinieri, coordinata dai pubblici ministeri antimafia Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano, portò nel dicembre 2019 all'arresto di circa 10 persone.
Gli imputati condannati, oltre Milella, sono i fratelli Sebastiano e Michele Ruggieri (rispettivamente a 16 anni e 8 mesi e a 9 anni di reclusione), Lucrezia Carone e Daniele Leleuso (4 anni e 6 mesi), Marco Barone (8 anni e 8 mesi), Nicola Bruno (8 anni) e Pasquale Leonardo Tritta (6 anni). I giudici hanno annullato con rinvio la sentenza nei confronti di Antonino Palermiti e Edoardo Caizzi (condannati a 6 anni e 8 mesi). Per i due dovrà essere celebrato un nuovo processo di appello.
L'inchiesta era partita dal ritrovamento nell'ottobre 2014, a Japigia, di più di 40 armi, tra cui kalashnikov, mitragliatrici, fucili e pistole, migliaia di munizioni, oltre a 10 chilogrammi di cocaina. Gli accertamenti consentirono di attribuire la paternità di armi e droga al gruppo di Milella e poi di ricostruire le fitta rete dei pusher.