Cronaca
Arrestato clan di spacciatori, tra i fermati la mamma del capo
Dieci le persone coinvolte, particolarmente attive le donne nel detenere droga e occuparsi dei detenuti
Bari - martedì 28 novembre 2017
8.18 Comunicato Stampa
Nella mattinata odierna, a Bari e nell' area metropolitana, personale del Comando Provinciale del capoluogo pugliese sta eseguendo 10 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal GIP del Tribunale barese, su richiesta della competente Procura della Repubblica, nei confronti di altrettanti soggetti italiani, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, armata, estorsione tentata ed altro.
I provvedimenti scaturiscono da una complessa indagine, svolta dalla Compagnia di Triggiano (BA), conclusa nella primavera del 2017 e sviluppata attraverso numerose e articolate attività tecniche e dinamiche, che ha svelato l'esistenza di un sodalizio criminale, strutturato, operante nell'hinterland meridionale della città e dedito alla gestione delle più remunerative piazze di spaccio della zona, le quali venivano rifornite di ingenti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana, approvvigionati in Bari e dalla Spagna.
Nel dettaglio, l'attività investigativa ha delineato i differenti ruoli svolti dagli indagati all'interno della consorteria (pusher, detentori e corrieri), individuandone il vertice in un pregiudicato di Capurso (BA), il quale personalmente organizzava l'opera degli altri sodali, mantenendo i contatti finalizzati a garantire i rifornimenti e il commercio della droga.
L'inchiesta ha altresì messo in luce l'importate contributo garantito dalle 3 donne appartenenti alla banda, tutte colpite dall'attuale misura restrittiva, nel garantire sia la custodia e la movimentazione occulta degli stupefacenti, sia il sostentamento economico dei membri della cosca, allorquando si trovavano nello stato di detenzione. Tra di loro, la madre del capo clan è risultata la più attiva, nell'assolvimento dei predetti compiti illeciti.
La spiccata aggressività del sodalizio è stata infine documentata, avendo raccolto concreti elementi a carico del suddetto boss, per aver esploso, a Capurso, nel maggio 2016, alcuni colpi di fucile a canne mozze, contro l'ingresso dell'abitazione di uno spacciatore, allo scopo di pretendere il pagamento di una partita di droga, a lui fornita dal gruppo criminale.
Nel corso delle indagini, i Carabinieri hanno arrestato, in flagranza, 5 pregiudicati, tra i quali figura uno degli aderenti alla organizzazione sorpreso a coltivare decine di piante di cannabis sativa da destinare al mercato illecito, in un fondo rustico di proprietà. Complessivamente, è stato sequestrato un considerevole quantitativo di sostanze stupefacenti.
I provvedimenti scaturiscono da una complessa indagine, svolta dalla Compagnia di Triggiano (BA), conclusa nella primavera del 2017 e sviluppata attraverso numerose e articolate attività tecniche e dinamiche, che ha svelato l'esistenza di un sodalizio criminale, strutturato, operante nell'hinterland meridionale della città e dedito alla gestione delle più remunerative piazze di spaccio della zona, le quali venivano rifornite di ingenti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana, approvvigionati in Bari e dalla Spagna.
Nel dettaglio, l'attività investigativa ha delineato i differenti ruoli svolti dagli indagati all'interno della consorteria (pusher, detentori e corrieri), individuandone il vertice in un pregiudicato di Capurso (BA), il quale personalmente organizzava l'opera degli altri sodali, mantenendo i contatti finalizzati a garantire i rifornimenti e il commercio della droga.
L'inchiesta ha altresì messo in luce l'importate contributo garantito dalle 3 donne appartenenti alla banda, tutte colpite dall'attuale misura restrittiva, nel garantire sia la custodia e la movimentazione occulta degli stupefacenti, sia il sostentamento economico dei membri della cosca, allorquando si trovavano nello stato di detenzione. Tra di loro, la madre del capo clan è risultata la più attiva, nell'assolvimento dei predetti compiti illeciti.
La spiccata aggressività del sodalizio è stata infine documentata, avendo raccolto concreti elementi a carico del suddetto boss, per aver esploso, a Capurso, nel maggio 2016, alcuni colpi di fucile a canne mozze, contro l'ingresso dell'abitazione di uno spacciatore, allo scopo di pretendere il pagamento di una partita di droga, a lui fornita dal gruppo criminale.
Nel corso delle indagini, i Carabinieri hanno arrestato, in flagranza, 5 pregiudicati, tra i quali figura uno degli aderenti alla organizzazione sorpreso a coltivare decine di piante di cannabis sativa da destinare al mercato illecito, in un fondo rustico di proprietà. Complessivamente, è stato sequestrato un considerevole quantitativo di sostanze stupefacenti.