Vita di città
Assemblea di cassa prestanza a Bari, Decaro propone liquidazione volontaria e un fondo welfare
Critiche da parte della consigliera Melini: «Così si espongono i soldi dei baresi a molti più ricorsi di quanti non siano già arrivati»
Bari - giovedì 21 marzo 2019
7.41
Si è svolta ieri pomeriggio alla presenza del sindaco Decaro un'assemblea di Cassa Prestanza in cui il primo cittadino ha illustrato le possibili soluzioni al problema ormai di dominio pubblico. Dopo aver illustrato in che modo si sia arrivati all'attuale grave situazione. Il Comune illustrato la propria proposta che consiste nel procedere con la liquidazione volontaria, in modo tale da garantire la restituzione del versato ai pensionati e la suddivisione di quanto rimanente agli altri aventi diritto.
A completare quanto spetta interverrebbe poi il fondo welfare integrativo. Il comune dovrebbe contribuire per un 85% fino al 2027, per poi piano piano ridurre il suo apporto. Questa manovra permetterebbe al Comune di utilizzare una parte del contributo di 493 mila euro, non utilizzata per la Cassa, per costituire un fondo Welfare per tutti i dipendenti comunali. Necessario per procedere che tutti i sindacati firmino, inoltre fondamentale il parere obbligatorio degli enti che gestiscono la Cassa Prestanza.
«Abbiamo dovuto aspettare il 20 di marzo 2019 per vedere il sindaco di Bari riferire sul futuro della Cassa Prestanza in Assemblea - commenta la consigliera Irma Melini - e apprendere ancora una volta che non vengono salvaguardati i diritti quesiti degli iscritti, sia dipendenti comunali in servizio sia in pensione. Sono oltre tre anni che lamento come l'inerzia di questa Amministrazione abbia condannato a morte la Cassa e, infatti, l'inerzia si è manifestata ancor più oggi quando abbiamo scoperto che solo il 5 di febbraio di quest'anno il sindaco ha portato a mano una richiesta di parere alla Corte dei Conti per comprendere la legittimità del contributo comunale».
«Riguardo la proposta di oggi - sottolinea - rimane inspiegabile il motivo per il quale il sindaco voglia continuare a riconoscere solo e unicamente il versato ai dipendenti in servizio e il versato, più una piccola elemosina, a chi già in pensione. Così facendo continua a fingere di dare una soluzione per galleggiare fino a maggio ma nello stesso tempo continua anche a esporre l'Amministrazione a sempre più ricorsi perché è ovvio che gli iscritti alla Cassa devono avere il riconoscimento del versato più gli interessi ma anche del maturato. Se così non sarà esporremo i soldi dei baresi ad ancora più ricorsi di quanti non ne siano già arrivati».
A completare quanto spetta interverrebbe poi il fondo welfare integrativo. Il comune dovrebbe contribuire per un 85% fino al 2027, per poi piano piano ridurre il suo apporto. Questa manovra permetterebbe al Comune di utilizzare una parte del contributo di 493 mila euro, non utilizzata per la Cassa, per costituire un fondo Welfare per tutti i dipendenti comunali. Necessario per procedere che tutti i sindacati firmino, inoltre fondamentale il parere obbligatorio degli enti che gestiscono la Cassa Prestanza.
«Abbiamo dovuto aspettare il 20 di marzo 2019 per vedere il sindaco di Bari riferire sul futuro della Cassa Prestanza in Assemblea - commenta la consigliera Irma Melini - e apprendere ancora una volta che non vengono salvaguardati i diritti quesiti degli iscritti, sia dipendenti comunali in servizio sia in pensione. Sono oltre tre anni che lamento come l'inerzia di questa Amministrazione abbia condannato a morte la Cassa e, infatti, l'inerzia si è manifestata ancor più oggi quando abbiamo scoperto che solo il 5 di febbraio di quest'anno il sindaco ha portato a mano una richiesta di parere alla Corte dei Conti per comprendere la legittimità del contributo comunale».
«Riguardo la proposta di oggi - sottolinea - rimane inspiegabile il motivo per il quale il sindaco voglia continuare a riconoscere solo e unicamente il versato ai dipendenti in servizio e il versato, più una piccola elemosina, a chi già in pensione. Così facendo continua a fingere di dare una soluzione per galleggiare fino a maggio ma nello stesso tempo continua anche a esporre l'Amministrazione a sempre più ricorsi perché è ovvio che gli iscritti alla Cassa devono avere il riconoscimento del versato più gli interessi ma anche del maturato. Se così non sarà esporremo i soldi dei baresi ad ancora più ricorsi di quanti non ne siano già arrivati».