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Assistenza scolastica, la cooperativa risponde alle accuse: «Nostro obiettivo la continuità educativa»

Il diggì della San Giovanni di Dio, Achille Iannarelli: «Non esistono graduatorie ma solo gli elenchi della Città Metropolitana»

Continua a creare polemiche l'avvio del servizio di assistenza specialistica nelle scuole dell'area metropolitana di Bari. Nelle ultime settimane educatori e assistenti alla comunicazione avevano mosso alla cooperativa vincitrice, la San Giovanni di Dio, accuse a vario titolo: dal non rispettare le graduatorie nell'espletamento delle operazioni di firma del contratto, fino al paventare l'ipotesi di discriminazione a danno delle operatrici incinte.

Il direttore generale della cooperativa San Giovanni di Dio, Achille Iannarelli, ha provato a fare un po' di chiarezza sull'avvenuto e sulla cronistoria di questo percorso di selezione. «Giovedì 29 novembre abbiamo ricevuto gli elenchi di educatori e assistenti alla comunicazione Lis che hanno collaborato negli anni con la Provincia - dice il diggì. Nelle giornate di venerdì e sabato abbiamo proceduto con la parte anagrafica, fondamentale per strutturare il contratto. Abbiamo anche avuto qualche difficoltà con delle pec errate. Dal lunedì successivo abbiamo iniziato con le convocazioni attingendo da questa lista; non esistono graduatorie, terminologia precedente legata alla Provincia. Qui c'è un elenco; siamo partiti in ordine sparso per dare priorità a quegli educatori che avevano uno o più utenti già assegnati. Il principio base su cui ci siamo mossi è la continuità educativa».

La settimana scorsa, dunque, è andata via con le convocazioni di coloro che avevano già uno o due casi da seguire: «Molti hanno accettato i casi – continua Iannarelli; una piccola percentuale ha rinunciato a uno o a entrambi i casi, liberando di fatto altre posizioni che verranno individuate successivamente. Questa settimana sarà dedicata i nuovi abbinamenti: vecchie risorse che non sono state contattate perché mancanti di un utente verranno abbinate ai nuovi casi presi in carico dalla provincia».

Quanto alle anomalie contrattuali e ai presunti casi di discriminazione, la cooperativa San Giovanni di Dio ci tiene a precisare alcuni punti. «Siamo partiti con un contratto a tempo indeterminato, per poter dar seguito all'attesa stabilità che da tempo ci si aspettava – spiega Iannarelli. La stragrande maggioranza degli occupati ha accolto questa cosa in maniera molto positiva».

Sulla questione maternità il diggì della cooperativa vincitrice aggiunge: «Non si può immaginare in fase di selezione di porre le mani sulle pance e chiedere alle candidate a che mese di gravidanza siano. Sarebbe un'enorme violazione della privacy. Non vedo perché, inoltre, una donna ai primi mesi di gravidanza non possa garantire quella continuità educativa che, ricordo, è il nostro obiettivo principale. Stiamo parlando di ragazzi che erano seguiti fino all'anno scorso dagli educatori e che devono necessariamente essere seguiti anche quest'anno».

Respinte al mittente, quindi, le accuse di discriminazione: «Al netto di un caso di maternità all'ottavo mese, in merito al quale non si può procedere per legge, e dei casi di educatrici che hanno preteso l'assunzione con interdizione, non si può garantire continuità educativa se fra una settimana l'educatrice o l'assistente non ci sarà più. Dobbiamo puntare a dare il servizio a quei ragazzi che ne hanno realmente bisogno, così come abbiamo iniziato a fare già da martedì scorso. Ci sono state parecchie rinunce e quindi un rientro ci sarà sicuramente; raccoglieremo le adesioni fra le educatrici rimaste fuori, che potranno rientrare non appena terminato il corso naturale delle cose. Molte sono arrivate con bambini piccolissimi, di appena 10 giorni; la maternità però terminerà fra tre mesi e potranno essere reintegrate».

Posto, quindi, che in cima alla lista delle priorità c'è il benessere dei ragazzi beneficiari del servizio, per la San Giovanni di Dio ci sono i margini anche per garantire «La stabilità lavorativa a chi ha vissuto il precariato per tanti anni – spiega ancora il diggì della San Giovanni di Dio. In questo senso ci siamo mossi e così continueremo a fare. Questi sono giorni concitati: c'è la preoccupazione di restare fuori e la pressione rispetto all'avvio di un servizio tanto complesso. Il malcontento ci può essere anche per il più piccolo episodio, anche se nella maggior parte dei casi ho letto soddisfazione fra coloro che finalmente si sono trovati ad avere ferie, permessi, malattie, TFR e contratti a tempo indeterminato. In questo senso nei prossimi anni ci sarà l'obbligo per le aziende di assorbire in blocco il personale: fino a ora c'era l'obbligo della continuità educativa, che è ben diverso dalla clausola di salvaguardia occupazionale. Dall'anno prossimo i dipendenti a tempo indeterminato saranno realmente stabilizzati. Non dovessimo vincere più noi le altre aziende avrebbero il vincolo legale di assumerli tutti».

Sicuramente non finisce qui, ma da parte sua la cooperativa dice di avere operato secondo le regole: «Mi aspetto altre polemiche in settimana, ma noi siamo tranquilli perché abbiamo avuto grande collaborazione da parte della Città Metropolitana - conclude Iannrelli. Gli assistenti sociali nei nostri uffici hanno potuto saggiare la bontà di quanto fatto e le richieste più particolari che sono emerse. Credo che entro venerdì raggiungeremo la massima soddisfazione di tutte le richieste; educatori, esperti Lis e tiflologi si renderanno conto di come la cosa sia stata gestita nel migliore dei modi».
  • Città Metropolitana di Bari
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