Cronaca
Furti in abitazione, rapine e ricettazione: 8 arresti dei Carabinieri. I NOMI
Al vertice dell’organizzazione c'era, per l’accusa, Giovanni Cassano, fratellastro di Antonio. Contestati 20 episodi
Bari - mercoledì 17 gennaio 2024
14.33 Comunicato Stampa
Dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, a conclusione di alcune complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo pugliese, stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 8 indagati, ritenuti appartenenti a un sodalizio criminale nelle provincie di Bari e Barletta, Andria e Trani, dedito prevalentemente ai reati contro il patrimonio.
L'operazione si svolge nei quartieri San Paolo, San Girolamo e Santo Spirito e a Sannicandro di Bari: gli indagati rispondono di associazione per delinquere finalizzata a furti in abitazione, furti di autovetture e furti su autovetture, tentata rapina in abitazione, ricettazione, falso e violazione delle prescrizioni imposte dalla sorveglianza speciale.
Il provvedimento scaturisce dall'indagine, denominata "Infiniti", condotta da novembre 2020 a dicembre 2021, dalla Compagnia Carabinieri di Monopoli - con le attività tecniche, geo-localizzazioni, perquisizioni, sequestri ed analisi dei filmati dei sistemi di videosorveglianza - che hanno consentito di individuare una struttura criminale ben organizzata, incline all'uso di minacce e violenza alla persona, con l'unico proposito di appropriarsi di ingenti quantitativi di danaro ed oggetti di valore che le vittime custodivano all'interno delle casseforti installate nelle proprie abitazioni, scardinate con l'impiego della fiamma ossidrica.
Inoltre è stato documentato l'uso di auto di grossa cilindrata di provenienza furtiva, l'uso di targhe falsificate applicate su altri veicoli "propri" dei sodali, per non renderli rintracciabili, radio ricetrasmittenti e apparati telefonici dedicati all'attività illecita, disturbatori di frequenza (cossidetti jammer), flessibili ed attrezzi vari da taglio e scasso. Infine, è stata localizzata e documentata l'esistenza di una base logistica usata per occultare i mezzi rubati, gli attrezzi da scasso e, talvolta, la refurtiva trafugata in attesa di essere avviata nei canali del riciclaggio.
L'indagine trae origine da eventi denunciati nei mesi di novembre e dicembre 2020, nei comuni di Castellana Grotte e di Conversano.
Le indagini hanno permesso di raccogliere indizi anche sulle scelte delle vittime da colpire con l'acquisizione di informazioni sulle abitudini di vita e le disponibilità economiche, anche tramite pedinamenti e appostamenti ripetuti.
In particolare:
All'esito dell'operazione, 3 indagati sono stati tradotti in carcere e 5 posti in regime di arresti domiciliari presso le proprie abitazioni. Uno degli indagati è deceduto prima dell'esecuzione della misura cautelare.
Ai destinatari della misura cautelare vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, dodici furti in abitazione, cinque furti su auto, un furto di auto, ricettazione di un'autovettura, due reati di falso (alterazione di targhe), una violazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.
«L'operazione odierna - è scritto in una nota stampa - testimonia la costante attenzione dell'Autorità Giudiziaria e dell'Arma dei Carabinieri nel contrasto alle organizzazioni criminali dedite dei furti in abitazione ed ai reati predatori in genere che incidono sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini».
L'operazione si svolge nei quartieri San Paolo, San Girolamo e Santo Spirito e a Sannicandro di Bari: gli indagati rispondono di associazione per delinquere finalizzata a furti in abitazione, furti di autovetture e furti su autovetture, tentata rapina in abitazione, ricettazione, falso e violazione delle prescrizioni imposte dalla sorveglianza speciale.
Il provvedimento scaturisce dall'indagine, denominata "Infiniti", condotta da novembre 2020 a dicembre 2021, dalla Compagnia Carabinieri di Monopoli - con le attività tecniche, geo-localizzazioni, perquisizioni, sequestri ed analisi dei filmati dei sistemi di videosorveglianza - che hanno consentito di individuare una struttura criminale ben organizzata, incline all'uso di minacce e violenza alla persona, con l'unico proposito di appropriarsi di ingenti quantitativi di danaro ed oggetti di valore che le vittime custodivano all'interno delle casseforti installate nelle proprie abitazioni, scardinate con l'impiego della fiamma ossidrica.
Inoltre è stato documentato l'uso di auto di grossa cilindrata di provenienza furtiva, l'uso di targhe falsificate applicate su altri veicoli "propri" dei sodali, per non renderli rintracciabili, radio ricetrasmittenti e apparati telefonici dedicati all'attività illecita, disturbatori di frequenza (cossidetti jammer), flessibili ed attrezzi vari da taglio e scasso. Infine, è stata localizzata e documentata l'esistenza di una base logistica usata per occultare i mezzi rubati, gli attrezzi da scasso e, talvolta, la refurtiva trafugata in attesa di essere avviata nei canali del riciclaggio.
L'indagine trae origine da eventi denunciati nei mesi di novembre e dicembre 2020, nei comuni di Castellana Grotte e di Conversano.
Le indagini hanno permesso di raccogliere indizi anche sulle scelte delle vittime da colpire con l'acquisizione di informazioni sulle abitudini di vita e le disponibilità economiche, anche tramite pedinamenti e appostamenti ripetuti.
In particolare:
- Gli associati utilizzavano, per introdursi nelle abitazioni, sia chiavi sottratte alle vittime che quelle riprodotte col favore del titolare di un negozio di ferramenta, al quale venivano fornite le foto delle chiavi da duplicare e che avrebbe percepito un compenso di 70/80 euro per ogni richiesta;
- L'individuazione delle abitazioni da colpire avveniva anche attraverso l'accesso illecito alla banca dati per la visura delle targhe di autovetture, eseguito tramite operatori compiacenti di un'agenzia di pratiche automobilistiche, in seguito al pagamento di somme di danaro;
- Il gruppo aveva a disposizione anche telefoni e schede telefoniche dedicati che venivano utilizzati solo nelle attività illecite per le comunicazioni tra gli associati, intestate fittiziamente a terze persone ignare, per la riconducibilità ai reali utilizzatori;
- Gli indagati disponevano di più autovetture di provenienza furtiva adoperate per raggiungere gli obiettivi già prefissati. Dalle indagini è emerso anche l'uso di un'autovettura cui era stato alterato il numero di targa per impedire di risalire all'effettivo proprietario;
- Gli associati, durante i furti, erano soliti indossare parrucche da donna, cappellini, mascherine e passamontagna, rendendo difficoltosa l'identificazione.
All'esito dell'operazione, 3 indagati sono stati tradotti in carcere e 5 posti in regime di arresti domiciliari presso le proprie abitazioni. Uno degli indagati è deceduto prima dell'esecuzione della misura cautelare.
Ai destinatari della misura cautelare vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, dodici furti in abitazione, cinque furti su auto, un furto di auto, ricettazione di un'autovettura, due reati di falso (alterazione di targhe), una violazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.
«L'operazione odierna - è scritto in una nota stampa - testimonia la costante attenzione dell'Autorità Giudiziaria e dell'Arma dei Carabinieri nel contrasto alle organizzazioni criminali dedite dei furti in abitazione ed ai reati predatori in genere che incidono sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini».