Politica
Secessione, dieci 'consiglieri - paladini' cercano di bloccarla
Dalla Puglia un piccolo coro: "La nostra Costituzione prevede l'uguaglianza dei cittadini, così invece, solo conto salato per il Meridione"
Bari - venerdì 15 febbraio 2019
20.00
"Ecco il nostro documento contro l'autonomia delle regioni del nord. Chiediamo a tutti i colleghi consiglieri regionali di proporre modifiche e sottoscriverlo, così come chiediamo a tutti i cittadini di farci conoscere la loro opinione".
Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Enzo Colonna, Gianni Liviano, Peppino Longo, Michele Mazzarano, Ruggiero Mennea, Mario Pendinelli e Donato Pentassuglia, sono i consiglieri regionali firmatari della mozione per chiedere che venga sospesa ogni richiesta di autonomia da parte delle regioni del Nord. Nei giorni scorsi infatti il Consiglio dei ministri ha avviato un percorso di intese con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna che dovrebbe portare ad attribuire a queste regioni una serie di competenze che incidono su scuola, sanità, risparmio e sicurezza sul lavoro.
Una novità che spaventa i residenti del Sud.
"La nostra Costituzione - si legge in una nota - prevede di trattare a livello locale ciò che ha una dimensione locale alla condizione che siano preservate l'unità del Paese e l'eguaglianza dei cittadini. In questo senso, la proposta di autonomia del nord ci sembra che presenti profili d'incostituzionalità e un conto salato per le regioni meridionali e anche per l'intero Paese. Ci sembra di poter dire, inoltre, che la richiesta di trasferimento delle materie comporta un incremento di sprechi e di inefficienze, voci classiche della spesa pubblica improduttiva, perché prevedono compartecipazione delle regioni ai tributi statali e un autonomo potere di tassare che per sua natura è in grado di mettere in crisi il rapporto elettorale.
In termini critici e contabili emergono la sanità, con i minori introiti per la Puglia stimati in 682 milioni, la scuola, con la decurtazione di 1 miliardo a danno delle altre regioni e con una riduzione degli stipendi agli insegnanti del sud e le infrastrutture, con il trasferimento di numerose tratte stradali, autostradali e ferroviarie. Per questo auspichiamo che il Consiglio regionale voti l'impegno a contrastare l'autonomia del nord contro il sud".
Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Enzo Colonna, Gianni Liviano, Peppino Longo, Michele Mazzarano, Ruggiero Mennea, Mario Pendinelli e Donato Pentassuglia, sono i consiglieri regionali firmatari della mozione per chiedere che venga sospesa ogni richiesta di autonomia da parte delle regioni del Nord. Nei giorni scorsi infatti il Consiglio dei ministri ha avviato un percorso di intese con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna che dovrebbe portare ad attribuire a queste regioni una serie di competenze che incidono su scuola, sanità, risparmio e sicurezza sul lavoro.
Una novità che spaventa i residenti del Sud.
"La nostra Costituzione - si legge in una nota - prevede di trattare a livello locale ciò che ha una dimensione locale alla condizione che siano preservate l'unità del Paese e l'eguaglianza dei cittadini. In questo senso, la proposta di autonomia del nord ci sembra che presenti profili d'incostituzionalità e un conto salato per le regioni meridionali e anche per l'intero Paese. Ci sembra di poter dire, inoltre, che la richiesta di trasferimento delle materie comporta un incremento di sprechi e di inefficienze, voci classiche della spesa pubblica improduttiva, perché prevedono compartecipazione delle regioni ai tributi statali e un autonomo potere di tassare che per sua natura è in grado di mettere in crisi il rapporto elettorale.
In termini critici e contabili emergono la sanità, con i minori introiti per la Puglia stimati in 682 milioni, la scuola, con la decurtazione di 1 miliardo a danno delle altre regioni e con una riduzione degli stipendi agli insegnanti del sud e le infrastrutture, con il trasferimento di numerose tratte stradali, autostradali e ferroviarie. Per questo auspichiamo che il Consiglio regionale voti l'impegno a contrastare l'autonomia del nord contro il sud".