Territorio
Avvocati e magistrati in marcia per difendere la giustizia
Nel pomeriggio di oggi manifestazione silenziosa per sottolineare la difficile situazione creatasi con l'inagibilità del palagiustiza
Bari - lunedì 28 maggio 2018
14.34
Avvocati e magistrati in marcia insieme, forse per la prima volta, per difendere la giustizia a Bari. Una marcia silenziosa che da via Nazariantz, sede del palagiustizia dichiarato inagibile, e della tendopoli accampata per celebrare i processi, è giunta in piazza De Nicola, dove si trova il tribunale e dove avvocati e magistrati incontreranno una delegazione del Csm capeggiata dal vicepresidente Giovanni Legnini.
Al loro fianco, nella difesa del concetto stesso di giustizia che non può assolutamente essere rispettato nelle condizioni in cui versa ora la situazione a Bari, si sono schierate stamattina sia la Cgil che Libera Puglia.
«La CGIL Bari aderisce alla manifestazione – dichiara Gigia Bucci, segretario generale della Camera del Lavoro - affinché sia subito sanata quest'assurda situazione che, insieme ai disagi per lavoratori, operatori giudiziari e cittadini, sulla cui sicurezza si è già giocato fin troppo, porterà inefficienze e ritardi nell'amministrazione della giustizia penale e nel contrasto alla criminalità».
«Libera Puglia sceglie di essere al fianco di magistrati, avvocati e personale amministrativo - dichiarano dall'associazione di Don Luigi Ciotti - che con la marcia intendono accrescere l'attenzione pubblica sul disagio che stanno vivendo e sul rallentamento della giustizia penale, con inevitabili conseguenze sull'opera di contrasto ai fenomeni criminali di ogni genere. Vogliamo sottolineare non solo l'urgenza di trovare una collocazione consona per le attività dei magistrati, ma anche la necessità di accelerare la realizzazione di un nuovo polo edilizio giudiziario».
D'altronde, come sottolinea l'avvocato Michele Laforgia in marcia insieme ai suoi colleghi questo pomeriggio, il problema non è solo di Bari, ma è un problema nazionale dato che la giustizia non può essere trattata in questo modo, non può soprattutto passare il messaggio, che purtroppo sta trapelando, che possano esserci processi urgenti, quelli con detenuti che si stanno svolgendo al tribunale, e processi non urgenti, come quelli che si svolgono nelle tende e che si stanno rinviando a data da destinarsi rischiando anche che alcuni di essi cadano in prescrizione.
Al loro fianco, nella difesa del concetto stesso di giustizia che non può assolutamente essere rispettato nelle condizioni in cui versa ora la situazione a Bari, si sono schierate stamattina sia la Cgil che Libera Puglia.
«La CGIL Bari aderisce alla manifestazione – dichiara Gigia Bucci, segretario generale della Camera del Lavoro - affinché sia subito sanata quest'assurda situazione che, insieme ai disagi per lavoratori, operatori giudiziari e cittadini, sulla cui sicurezza si è già giocato fin troppo, porterà inefficienze e ritardi nell'amministrazione della giustizia penale e nel contrasto alla criminalità».
«Libera Puglia sceglie di essere al fianco di magistrati, avvocati e personale amministrativo - dichiarano dall'associazione di Don Luigi Ciotti - che con la marcia intendono accrescere l'attenzione pubblica sul disagio che stanno vivendo e sul rallentamento della giustizia penale, con inevitabili conseguenze sull'opera di contrasto ai fenomeni criminali di ogni genere. Vogliamo sottolineare non solo l'urgenza di trovare una collocazione consona per le attività dei magistrati, ma anche la necessità di accelerare la realizzazione di un nuovo polo edilizio giudiziario».
D'altronde, come sottolinea l'avvocato Michele Laforgia in marcia insieme ai suoi colleghi questo pomeriggio, il problema non è solo di Bari, ma è un problema nazionale dato che la giustizia non può essere trattata in questo modo, non può soprattutto passare il messaggio, che purtroppo sta trapelando, che possano esserci processi urgenti, quelli con detenuti che si stanno svolgendo al tribunale, e processi non urgenti, come quelli che si svolgono nelle tende e che si stanno rinviando a data da destinarsi rischiando anche che alcuni di essi cadano in prescrizione.