Politica
Banca Popolare di Bari, le dichiarazioni del senatore Quagliariello (IDEA)
Strane coincidenze e misteriose "scosse" sulle operazioni bancarie del governo Renzi
Bari - giovedì 11 gennaio 2018
10.00 Comunicato Stampa
Continuano ad adombrarsi sempre più sinistre ombre sulle vicende che hanno portato negli ultimi anni alla contestata riforma del governo Renzi sulle banche popolari, tra cui quella di Bari e delle ripercussioni non solo politiche (Commissione d'inchiesta) ma anche finanziarie (illiquidità dei titoli) che hanno coinvolto, loro malgrado tanti azionisti.
"Le notizie emerse sui quotidiani di oggi in merito alla circolazione di informazioni dettagliate prima del varo del decreto di riforma delle banche popolari impongono tre considerazioni generali e una notazione politica conclusiva".
Lo dichiara il senatore Gaetano Quagliariello, leader di 'Idea'. "La prima considerazione - prosegue - riguarda la rilevanza degli interessi economici che si nascondevano dietro l'operazione compiuta sulle banche popolari. La seconda è il giudizio evidente che si può trarre sull'affidabilità di una classe politica che è stata in questi ultimi anni al governo del Paese e sulla sua terzietà nei confronti degli interessi economici, perché al di là del fatto che qualcuno abbia cercato di approfittarne, sul piano dell'accountability politica è grave che certe informazioni siano state dettagliatamente divulgate. La terza considerazione è che questa vicenda aiuta a chiarire le ragioni dell'attenzione 'speciale' di Renzi nei confronti delle banche popolari e contribuisce a spiegare le dichiarazioni di impazienza del segretario del Pd rispetto all'avvio della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche, dalla quale Renzi, preconizzando misteriose 'scosse', disse di aspettarsi rivelazioni sulle popolari e in particolare sulla Popolare di Bari, nei confronti della quale l'attenzione 'speciale' si è in effetti concretizzata con coincidenze a dir poco sospette che intrecciano altre vicende bancarie ben note alle cronache».
»Tutto ciò premesso - osserva Quagliariello -, se ne può trarre una considerazione finale. Se la classe politica di cui sopra, pur avendo nell'armadio scheletri come quelli rivelati oggi dai giornali, ha pensato di poter condurre una campagna elettorale incentrata sulla Commissione d'inchiesta sulle banche, è evidente che questa classe politica ha contato sull'assoluta inettitudine dei suoi avversari e delle opposizioni, sbagliando clamorosamente i conti. E un leader che al dunque non è capace neppure di valutare i propri interessi politici - conclude -, figuriamoci come può pensare di fare gli interessi del Paese".
"Le notizie emerse sui quotidiani di oggi in merito alla circolazione di informazioni dettagliate prima del varo del decreto di riforma delle banche popolari impongono tre considerazioni generali e una notazione politica conclusiva".
Lo dichiara il senatore Gaetano Quagliariello, leader di 'Idea'. "La prima considerazione - prosegue - riguarda la rilevanza degli interessi economici che si nascondevano dietro l'operazione compiuta sulle banche popolari. La seconda è il giudizio evidente che si può trarre sull'affidabilità di una classe politica che è stata in questi ultimi anni al governo del Paese e sulla sua terzietà nei confronti degli interessi economici, perché al di là del fatto che qualcuno abbia cercato di approfittarne, sul piano dell'accountability politica è grave che certe informazioni siano state dettagliatamente divulgate. La terza considerazione è che questa vicenda aiuta a chiarire le ragioni dell'attenzione 'speciale' di Renzi nei confronti delle banche popolari e contribuisce a spiegare le dichiarazioni di impazienza del segretario del Pd rispetto all'avvio della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche, dalla quale Renzi, preconizzando misteriose 'scosse', disse di aspettarsi rivelazioni sulle popolari e in particolare sulla Popolare di Bari, nei confronti della quale l'attenzione 'speciale' si è in effetti concretizzata con coincidenze a dir poco sospette che intrecciano altre vicende bancarie ben note alle cronache».
»Tutto ciò premesso - osserva Quagliariello -, se ne può trarre una considerazione finale. Se la classe politica di cui sopra, pur avendo nell'armadio scheletri come quelli rivelati oggi dai giornali, ha pensato di poter condurre una campagna elettorale incentrata sulla Commissione d'inchiesta sulle banche, è evidente che questa classe politica ha contato sull'assoluta inettitudine dei suoi avversari e delle opposizioni, sbagliando clamorosamente i conti. E un leader che al dunque non è capace neppure di valutare i propri interessi politici - conclude -, figuriamoci come può pensare di fare gli interessi del Paese".