Banca Popolare di Bari
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Cronaca

Banca Popolare di Bari, nuove indiscrezioni sull' inchiesta

Secondo la Procura Jacobini padre e figlio avrebbero sottratto milioni di euro prima del commissariamento

Dopo l'apertura dell' inchiesta sul crac della Banca Popolare di Bari, emergono nuove indiscrezioni sulle indagini. Innanzitutto il capitale sparito. Il 12 dicembre, alla vigilia del commissariamento della Banca Popolare di Bari, come riporta Ansa, Gianluca Jacobini, ex condirettore generale dell'istituto di credito barese e figlio dell'ex presidente Marco Jacobini, avrebbe trasferito mediante assegni circolari una somma complessiva pari a 180mila euro dal suo conto della BpB ad uno co-intestato a sé e alla moglie presso Banca Sella. È una delle sette segnalazioni di operazioni sospette (per oltre 5,5 milioni di euro) trasmesse dai commissari dalla Banca popolare di Bari alla Procura che indaga su presunti illeciti nella gestione della banca.

Altre indiscrezioni riguardano il padre Marco Jacobini, anche lui poche ore prima del commissariamento, avrebbe sottratto 5,556 milioni di euro dal suo libretto per dirottarli a 6 diversi destinatari: 4 persone fisiche e 2 società, attraverso Banca Sella. E' quanto riporta La Repubblica spiegando che l'operazione non poteva passare inosservata all'interno della Banca ed è diventata una "segnalazione di operazione sospetta" per riciclaggio su cui ora stanno lavorando Banca d'Italia, Guardia di Finanza e Procura.

Per quanto riguarda l'inchiesta la Bpb non è sola, le sue vicende giudiziarie si intecciano con quelle del crac del gruppo Fusillo, per il quale la Procura di Bari ha iscritto nel registro degli indagati per concorso in bancarotta due ex manager della Banca Popolare di Bari Gianluca Jacobini, ex condirettore generale, figlio dell'ex presidente Marco Jacobini, Nicola Loperfido, ex responsabile della direzione crediti e l'ex amministratore delegato della Banca Popolare di Bari, Giorgio Papa. La banca, è l'ipotesi dei pm, avrebbe contribuito al dissesto delle società continuando a erogare credito e così aumentandone i debiti. Stando agli accertamenti dei finanzieri baresi, la banca, nonostante fosse creditrice di oltre 100 milioni di euro dalle società del gruppo Fusillo, all'epoca in procedura di concordato preventivo, nel marzo 2019 avrebbe erogato in loro favore nuova finanza per circa 40 milioni di euro.
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