Cronaca
Bari, 48enne in fin di vita per il Covid, l'appello disperato della famiglia: «Un trapianto per salvarlo»
Nunzio Pagliara, sottufficiale dell'aeronautica, lotta al San Paolo e i suoi cari rivolgono una richiesta al ministro Speranza
Bari - giovedì 15 aprile 2021
21.46
Nunzio ha 48 anni, è un sottufficiale dell'aeronautica e prima di contrarre il Covid godeva di ottima salute. Ed è grazie alla sua tempra e alla sua forza se sta ancora lottando contro il virus, anche se le sue condizioni sono molto gravi. Dal 14 marzo scorso è ricoverato all'ospedale San Paolo di Bari, e ora lotta tra la vita e la morte, al punto che la sua famiglia ha rivolto con una lettera un appello disperato al ministro della Salute, Roberto Speranza, al governatore Emiliano e all'assessore Lopalco. La sua storia, riportata oggi su Repubblica Bari, aveva già fatto il giro dei social nei giorni scorsi, con il tam tam mediatico creato da un post con il quale si chiedeva a chi potesse di donare plasma iperimmune per aiutare Ezio (come tutti lo conoscono) a sconfiggere il Covid.
«I medici pur impegnandosi nelle cure di mio figlio attualmente sono impotenti contro i danni causati da questo mostro - scrive la mamma Angela nella missiva - e non possono fare altro che attendere una ripresa spontanea di Nunzio purtroppo i suoi polmoni risultano essere gravemente e irrimediabilmente danneggiati. Pertanto, io vi chiedo urlando a squarcia gola, aiuto. L'unica maniera per salvare la sua vita potrebbe essere un trapianto di polmoni. Sono impotente davanti a questa necessità, chiedo a voi l'aiuto per poter rendere possibile questo intervento».
Un appello accorato, dettato principalmente dalla disperazione di vedere un proprio caro lottare contro la malattia. Anche se la scienza medica non è ancora concorde sull'utilità o meno di un trapianto in casi Covid. Soprattutto, perché i trapianti di polmoni sono possibili solo in assenza di infezione polmonare grave. Solo 15 giorni fa in Giappone è però stato effettuato il primo trapianto al mondo di tessuto polmonare da donatori viventi ad un paziente con grave danno ai polmoni da Covid-19. La donna in questione, però, aveva contratto il virus alla fine dello scorso anno, e ora risultava "guarita" dal Covid, ma con i polmoni rimasti gravemente danneggiati dall'infezione. In Italia, ad oggi, si conta solo il caso di un 18enne, ammalatosi il 2 marzo dello scorso anno, a cui è stato effettuato un trapianto alla fine di maggio 2020 proprio perché il virus aveva compromesso irrimediabilmente i suoi polmoni.
«I medici pur impegnandosi nelle cure di mio figlio attualmente sono impotenti contro i danni causati da questo mostro - scrive la mamma Angela nella missiva - e non possono fare altro che attendere una ripresa spontanea di Nunzio purtroppo i suoi polmoni risultano essere gravemente e irrimediabilmente danneggiati. Pertanto, io vi chiedo urlando a squarcia gola, aiuto. L'unica maniera per salvare la sua vita potrebbe essere un trapianto di polmoni. Sono impotente davanti a questa necessità, chiedo a voi l'aiuto per poter rendere possibile questo intervento».
Un appello accorato, dettato principalmente dalla disperazione di vedere un proprio caro lottare contro la malattia. Anche se la scienza medica non è ancora concorde sull'utilità o meno di un trapianto in casi Covid. Soprattutto, perché i trapianti di polmoni sono possibili solo in assenza di infezione polmonare grave. Solo 15 giorni fa in Giappone è però stato effettuato il primo trapianto al mondo di tessuto polmonare da donatori viventi ad un paziente con grave danno ai polmoni da Covid-19. La donna in questione, però, aveva contratto il virus alla fine dello scorso anno, e ora risultava "guarita" dal Covid, ma con i polmoni rimasti gravemente danneggiati dall'infezione. In Italia, ad oggi, si conta solo il caso di un 18enne, ammalatosi il 2 marzo dello scorso anno, a cui è stato effettuato un trapianto alla fine di maggio 2020 proprio perché il virus aveva compromesso irrimediabilmente i suoi polmoni.