Enti locali
Bari, anche i senzatetto e i senza fissa dimora potranno iscriversi all'anagrafe
Tomasicchio: «Provvedimento che garantisce diritti e doveri a tutti»
Bari - giovedì 1 novembre 2018
16.16 Comunicato Stampa
L'anagrafe di Bari apre anche a chi non ha una fissa dimora o non ha affatto una dimora. Questa mattina, infatti, la giunta comunale ha acceso il semaforo verde le linee di indirizzo per l'iscrizione anagrafica delle persone senza fissa dimora e senza tetto e la relativa istituzione delle vie territorialmente non esistenti. Il provvedimento, elaborato dall'assessore ai Servizi demografici Angelo Tomasicchio, ha visto la collaborazione della ripartizione Servizi alla persona e dell'assessora al Welfare Francesca Bottalico.
L'iscrizione anagrafica nel Comune di domicilio fa sì che il cittadino senza fissa dimora o senza tetto possa iscriversi nell'anagrafe del Comune dove stabilmente si trova, garantendogli così il diritto ad accedere ad ulteriori diritti individuali, tra cui quello alle prestazioni sanitarie e socio-assistenziali.
Qualora il senza fissa dimora (o anche il senza tetto) sia assistito da enti assistenziali pubblici o privati (es. associazioni di volontariato, servizi sociali del Comune, comunità religiose, etc.), il domicilio potrebbe anche coincidere con la sede della struttura assistenziale di riferimento. In alcuni casi, particolarmente frequenti per le persone senza tetto, il domicilio potrebbe coincidere con luoghi che coinvolgano la sfera giuridica di altri soggetti (ad esempio portico del palazzo sotto il quale la persona passa abitualmente la notte, bar presso il quale consuma i pasti, eccetera), solo se c'è il consenso alla domiciliazione da parte di tutte le persone interessate.
In ogni caso vige l'obbligo, per il cittadino che intende richiedere l'iscrizione anagrafica di questo tipo, di sottoscrivere e presentare all'ufficio anagrafe la richiesta di iscrizione anagrafica come senza fissa dimora, in ottemperanza ai dettami previsti dall'art. 47 del D.P.R. 445/2000, secondo una formale dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà con la quale elegge il proprio domicilio indicando tutti gli elementi utili all'accertamento della veridicità della dichiarazione resa.
Inoltre si dispone che, in caso di elezione di domicilio presso associazioni di volontariato, parrocchie, mense, o enti che hanno in appalto o che sono sovvenzionati da questo Comune per l'erogazione dei servizi pubblici a ciclo diurno o a sportello, i soggetti che intendono acconsentire a tale domiciliazione (legale rappresentante della struttura o suo delegato, etc.), dovranno osservare, pedissequamente, ai fini dell'accettazione medesima, le regole indicate nel disciplinare fornito dall'amministrazione comunale.
«Questo provvedimento da un lato ha l'obiettivo di regolarizzare una condizione amministrativa degli uffici e di tutti i soggetti che a vario titolo nella nostra città si occupano della cura e della presa in carico delle persone senza fissa dimora e, dall'altro, di garantire diritti e doveri a chi, per scelta di vita o per condizioni economiche e sociali di grave disagio, è costretto a vivere per strada – spiega l'assessore Tomasicchio -. Istituendo un domicilio, su adesione volontaria del cittadino, anche per chi non ha una dimora fissa, significa per noi avere maggiore consapevolezza di chi stabilmente si trova sul territorio cittadino e monitorare abitudini, bisogni e servizi da attivare per andare incontro alle loro esigenze, penso ai periodi di grande freddo o grande caldo, e assicurare a tutte le istituzioni del territorio un riferimento relativo alle persone senza dimora o senza tetto per qualsiasi evenienza».
«La delibera che abbiamo oggi approvato in giunta è il frutto del lavoro di concertazione svolto tra due assessorati e più strutture comunali – spiega l'assessore Bottalico. L'obiettivo del provvedimento, è regolamentare le concessione di residenza anagrafica e salvaguardare il diritto alla residenza per tutti che favorisce anche il diritto all'uguaglianza formale e sostanziale, il diritto alla salute, ala difesa oltre che garantire l'accesso all'accesso a tutti i servizi di assistenza socio sanitaria e ai programmi di inclusione socio lavorativa che l'amministrazione sta mettendo in campo. In questo modo raggiungiamo un duplice risultato: promuoviamo il legame con il territorio in cui il cittadino vive in maniera continuativa e l'amministrazione può avere un aggiornamento costante della popolazione residente in modo da programmare interventi e servizi rivolti al benessere della persone e all'inclusione sociale sicuramente più centrati e coerenti».
L'iscrizione anagrafica nel Comune di domicilio fa sì che il cittadino senza fissa dimora o senza tetto possa iscriversi nell'anagrafe del Comune dove stabilmente si trova, garantendogli così il diritto ad accedere ad ulteriori diritti individuali, tra cui quello alle prestazioni sanitarie e socio-assistenziali.
Qualora il senza fissa dimora (o anche il senza tetto) sia assistito da enti assistenziali pubblici o privati (es. associazioni di volontariato, servizi sociali del Comune, comunità religiose, etc.), il domicilio potrebbe anche coincidere con la sede della struttura assistenziale di riferimento. In alcuni casi, particolarmente frequenti per le persone senza tetto, il domicilio potrebbe coincidere con luoghi che coinvolgano la sfera giuridica di altri soggetti (ad esempio portico del palazzo sotto il quale la persona passa abitualmente la notte, bar presso il quale consuma i pasti, eccetera), solo se c'è il consenso alla domiciliazione da parte di tutte le persone interessate.
In ogni caso vige l'obbligo, per il cittadino che intende richiedere l'iscrizione anagrafica di questo tipo, di sottoscrivere e presentare all'ufficio anagrafe la richiesta di iscrizione anagrafica come senza fissa dimora, in ottemperanza ai dettami previsti dall'art. 47 del D.P.R. 445/2000, secondo una formale dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà con la quale elegge il proprio domicilio indicando tutti gli elementi utili all'accertamento della veridicità della dichiarazione resa.
Inoltre si dispone che, in caso di elezione di domicilio presso associazioni di volontariato, parrocchie, mense, o enti che hanno in appalto o che sono sovvenzionati da questo Comune per l'erogazione dei servizi pubblici a ciclo diurno o a sportello, i soggetti che intendono acconsentire a tale domiciliazione (legale rappresentante della struttura o suo delegato, etc.), dovranno osservare, pedissequamente, ai fini dell'accettazione medesima, le regole indicate nel disciplinare fornito dall'amministrazione comunale.
«Questo provvedimento da un lato ha l'obiettivo di regolarizzare una condizione amministrativa degli uffici e di tutti i soggetti che a vario titolo nella nostra città si occupano della cura e della presa in carico delle persone senza fissa dimora e, dall'altro, di garantire diritti e doveri a chi, per scelta di vita o per condizioni economiche e sociali di grave disagio, è costretto a vivere per strada – spiega l'assessore Tomasicchio -. Istituendo un domicilio, su adesione volontaria del cittadino, anche per chi non ha una dimora fissa, significa per noi avere maggiore consapevolezza di chi stabilmente si trova sul territorio cittadino e monitorare abitudini, bisogni e servizi da attivare per andare incontro alle loro esigenze, penso ai periodi di grande freddo o grande caldo, e assicurare a tutte le istituzioni del territorio un riferimento relativo alle persone senza dimora o senza tetto per qualsiasi evenienza».
«La delibera che abbiamo oggi approvato in giunta è il frutto del lavoro di concertazione svolto tra due assessorati e più strutture comunali – spiega l'assessore Bottalico. L'obiettivo del provvedimento, è regolamentare le concessione di residenza anagrafica e salvaguardare il diritto alla residenza per tutti che favorisce anche il diritto all'uguaglianza formale e sostanziale, il diritto alla salute, ala difesa oltre che garantire l'accesso all'accesso a tutti i servizi di assistenza socio sanitaria e ai programmi di inclusione socio lavorativa che l'amministrazione sta mettendo in campo. In questo modo raggiungiamo un duplice risultato: promuoviamo il legame con il territorio in cui il cittadino vive in maniera continuativa e l'amministrazione può avere un aggiornamento costante della popolazione residente in modo da programmare interventi e servizi rivolti al benessere della persone e all'inclusione sociale sicuramente più centrati e coerenti».