Politica
Bari, anche il partito comunista protesta:"Serve uscire dalla gabbia europea"
La manifestazione si è svolta in contemporanea a Roma e in diverse altre città
Bari - martedì 2 giugno 2020
14.30
"ll 2 giugno è la Festa della Repubblica, nata dal sacrificio dei partigiani che hanno combattuto contro il nazifascismo ma anche per la costruzione di una società nuova e giusta, che purtroppo non è mai stata realizzata". Lo comunica il segretario generale del Partito Comunista Marco Rizzo per spiegare la manifestazione che si è svolta oggi a Roma e in contemporanea in altre città italiane tra cui Bari.
"La recente crisi sanitaria - prosegue- ha messo a nudo l'inefficienza e la brutalità del sistema capitalista, che prima ha distrutto la sanità pubblica e poi ha dimostrato che il profitto e gli interessi delle classi dominanti sono sempre più importanti della sicurezza delle masse popolari, che sono state abbandonate a loro stesse. Operai e lavoratori costretti a rischiare la salute per non fermare la produzione, licenziamenti, cassa integrazione non pagata, chiusure di decine di migliaia di piccoli esercizi commerciali e artigianali: una massa enorme di situazioni di povertà assoluta o comunque di grande difficoltà. La Repubblica italiana è fondata sul lavoro, vogliamo combattere questa ulteriore aggressione contro i diritti dei lavoratori, salariati o autonomi, che vogliamo rendere protagonisti – conclude il segretario generale del Partito Comunista - chi produce la ricchezza del Paese deve essere al centro delle decisioni. Serve il cambio del modello di società e occorre rompere al più presto la gabbia europea. Il Partito Comunista rilancia l'unità di tutti i lavoratori e ribadisce l'alleanza strategica sociale, l'unica necessaria, chiamando nelle piazze di ogni regione i militanti, i simpatizzanti e tutti coloro che, nel giorno della nascita della Repubblica, hanno bisogno di gridare che questo modello di società ha fallito".
"La recente crisi sanitaria - prosegue- ha messo a nudo l'inefficienza e la brutalità del sistema capitalista, che prima ha distrutto la sanità pubblica e poi ha dimostrato che il profitto e gli interessi delle classi dominanti sono sempre più importanti della sicurezza delle masse popolari, che sono state abbandonate a loro stesse. Operai e lavoratori costretti a rischiare la salute per non fermare la produzione, licenziamenti, cassa integrazione non pagata, chiusure di decine di migliaia di piccoli esercizi commerciali e artigianali: una massa enorme di situazioni di povertà assoluta o comunque di grande difficoltà. La Repubblica italiana è fondata sul lavoro, vogliamo combattere questa ulteriore aggressione contro i diritti dei lavoratori, salariati o autonomi, che vogliamo rendere protagonisti – conclude il segretario generale del Partito Comunista - chi produce la ricchezza del Paese deve essere al centro delle decisioni. Serve il cambio del modello di società e occorre rompere al più presto la gabbia europea. Il Partito Comunista rilancia l'unità di tutti i lavoratori e ribadisce l'alleanza strategica sociale, l'unica necessaria, chiamando nelle piazze di ogni regione i militanti, i simpatizzanti e tutti coloro che, nel giorno della nascita della Repubblica, hanno bisogno di gridare che questo modello di società ha fallito".