Lospedale Giovanni XXIII
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Bari, bimbo di 5 anni guarisce da Seu. Per lui mobilitato l'intero Giovanni XXIII

Spiega il dottor Mario Giordano: «Si è trattato di un caso particolarmente severo che ci ha messo duramente alla prova»

Ha combattuto per quattro mesi in ospedale. In dialisi per sindrome emolitico uremica tipica (SEU), sottoposto a intervento chirurgico per la perforazione dell'intestino, intubato con ventilazione meccanica per una polmonite virale. Ma dopo una lunga degenza in Nefrologia e con l'assistenza dell'intero ospedale ce l'ha fatta. A soli 5 anni ha affrontato la malattia e le sue complicanze ed è guarito. Dovrà adesso affrontare un percorso di riabilitazione per poter riacquisire tutte le funzionalità.

Il piccolo paziente, arrivato a luglio nell'ospedale pediatrico Giovanni XXIII con la diagnosi di Sindrome emolitico uremica da batterio Escherichia Coli, è stato appena dimesso. Il suo è stato un percorso lungo e complicato che ha coinvolto le unità operative di Nefrologia e Terapia Intensiva pediatrica con il supporto degli specialisti di Neurologia, Chirurgia, Radiologia, Malattie infettive, Riabilitazione, Laboratorio, Otorino e Gastroenterologia. Praticamente quasi tutto l'ospedale pediatrico. Grazie alla sinergia delle strutture, infatti, il bambino, che fino al momento del ricovero aveva sempre goduto di ottima salute, ha potuto ricevere cure puntuali, appropriate e multidisciplinari.

Inizialmente approdato nel reparto di Malattie infettive, il piccolo è stato assistito nell'unità di Nefrologia e sottoposto a dialisi e plasmaferesi e trattamento con un filtro speciale per le tossine uremico-infiammatorie. Il decorso clinico è stato complicato da una serie di eventi tra cui l'edema polmonare che ha reso necessario il trasferimento in Terapia intensiva e la perforazione intestinale che portato a un intervento chirurgico d'urgenza. A fine settembre, dopo una lunga degenza in terapia intensiva pediatrica, il piccolo è stato ritrasferito in Nefrologia e, gradualmente, le condizioni sono migliorate ed è cominciata la riabilitazione. Il piccolo guerriero, come lo hanno soprannominato medici e infermieri, ha superato il peggio ed è stato dimesso. Nei momenti più difficili della malattia, oltre alle cure mediche, il piccolo paziente è stato stimolato, con l'assistenza del Servizio di Psicologia e della Scuola Ospedaliera, con la musica e i video: sono stati gli operatori sanitari a fargli ascoltare a letto, attraverso il cellulare, canzoni per bambini per indurre una reazione. E così è stato.

«Si è trattato di un caso particolarmente severo di Seu che ci ha messo duramente alla prova. Con tutte le equipe del Giovanni XXIII abbiamo collaborato in maniera partecipe: il piccolo è diventato la mascotte del nostro ospedale. Medici, infermieri e operatori sanitari si sono dedicati a lui, lo abbiamo stimolato in tutti i modi sia con le terapie sia con la musica – spiega il dottor Mario Giordano, direttore dell'unità di Nefrologia e dialisi pediatrica dell'ospedale pediatrico Giovanni XXIII – Purtroppo la Seu è una malattia multisistemica che può coinvolgere oltre ai reni anche altri organi come cervello, intestino e pancreas e avere conseguenze gravi».

Nel reparto di Nefrologia del pediatrico i casi di Seu sono drasticamente diminuiti negli ultimi due anni grazie all'applicazione del protocollo regionale di sorveglianza che prevede l'allerta in caso di gastroenterite emorragica con l'invio al centro di Bari (Laboratorio di Igiene) dei campioni per la ricerca del batterio. «Dai 15-16 casi all'anno, ora ne vediamo 5-6 – spiega ancora Giordano – Anche quest'anno ha funzionato bene il Protocollo Regionale di Sorveglianza grazie al quale i casi di infezione gastrointestinale da Escherichia Coli vengono intercettati immediatamente e grazie all'iperidratazione, necessaria per diluire le tossine, vengono subito trattati". I consigli per i genitori dei più piccoli? "Consumare alimenti cotti ed evitare derivati del latte prodotti con latte crudo non pastorizzato. In caso di diarrea ematica, rivolgersi subito al pediatra o all'ospedale di riferimento».
  • Giovanni XXXIII
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