Cronaca
Bari, furto al parco Gargasole. Rubata la capanna con cui giocano i bambini
Grazie alla segnalazione ai Carabinieri una testimone ha impedito che i ladri portassero via altro
Bari - lunedì 19 marzo 2018
16.56
Un gesto vile e odioso, pensato e realizzato per il puro gusto di fare una cattiveria. È quello che è successo nella serata di ieri al parco Gargasole di Bari, negli spazi della ex Caserma Rossani.
Dopo due giorni di impegnativi laboratori di autocostruzione e creatività collettiva, qualcuno ha pensato bene di rimuovere dal parco una decina di canne che messe insieme costruiscono "la capanna", la "tenda" e la "tana", tutti giochi di fantasia che spopolano tra i bambini frequentatori dello spazio rimesso a nuovo dal Comune di Bari.
«Il loro valore economico è pressoché nullo - scrivono i gestori della pagina Facebook di Parco Gargasole -, e forse anche per questo il loro furto fa ancora più arrabbiare». Ma, come spesso accade, non tutti i mali vengono per nuocere: grazie al prezioso intervento di una testimone del fatto, che ha prontamente allertato i Carabinieri, ai ladri è stato impossibile asportare altri materiali dal parco e compiere ulteriori danni, più morali che meramente economici.
«Inutile dire che continueremo a costruire capanne, relazioni, socialità: la miglior risposta che possiamo dare a chi disprezza il bene comune», si legge in conclusione del post di Parco Gargasole.
«Questa è la dimostrazione che non c'è miglior sorveglianza di quella assicurata dai cittadini che in questi mesi hanno visto uno spazio verde sottratto al degrado e finalmente aperto alla partecipazione e alla creatività di tutti - commenta l'assessore all'Urbanistica Carla Tedesco. Oggi il parco Gargasole è riconosciuto come un bene comune e come tale viene percepito e apprezzato non solo da quanti partecipano attivamente alla sua trasformazione ma soprattutto dai residenti, che sempre più numerosi lo frequentano. Non sarà la stupidità di pochi ragazzi annoiati a fermare un percorso che continua a crescere forte della passione di tanti cittadini, grandi e piccoli, ma fa rabbia pensare che un'esperienza così bella debba essere rovinata da chi crede di poter colmare il vuoto che lo abita vandalizzando un'area pubblica che sta prendendo forma grazie alla partecipazione».
Dopo due giorni di impegnativi laboratori di autocostruzione e creatività collettiva, qualcuno ha pensato bene di rimuovere dal parco una decina di canne che messe insieme costruiscono "la capanna", la "tenda" e la "tana", tutti giochi di fantasia che spopolano tra i bambini frequentatori dello spazio rimesso a nuovo dal Comune di Bari.
«Il loro valore economico è pressoché nullo - scrivono i gestori della pagina Facebook di Parco Gargasole -, e forse anche per questo il loro furto fa ancora più arrabbiare». Ma, come spesso accade, non tutti i mali vengono per nuocere: grazie al prezioso intervento di una testimone del fatto, che ha prontamente allertato i Carabinieri, ai ladri è stato impossibile asportare altri materiali dal parco e compiere ulteriori danni, più morali che meramente economici.
«Inutile dire che continueremo a costruire capanne, relazioni, socialità: la miglior risposta che possiamo dare a chi disprezza il bene comune», si legge in conclusione del post di Parco Gargasole.
«Questa è la dimostrazione che non c'è miglior sorveglianza di quella assicurata dai cittadini che in questi mesi hanno visto uno spazio verde sottratto al degrado e finalmente aperto alla partecipazione e alla creatività di tutti - commenta l'assessore all'Urbanistica Carla Tedesco. Oggi il parco Gargasole è riconosciuto come un bene comune e come tale viene percepito e apprezzato non solo da quanti partecipano attivamente alla sua trasformazione ma soprattutto dai residenti, che sempre più numerosi lo frequentano. Non sarà la stupidità di pochi ragazzi annoiati a fermare un percorso che continua a crescere forte della passione di tanti cittadini, grandi e piccoli, ma fa rabbia pensare che un'esperienza così bella debba essere rovinata da chi crede di poter colmare il vuoto che lo abita vandalizzando un'area pubblica che sta prendendo forma grazie alla partecipazione».