Approfondimento BariViva su balneari
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Attualità

Bari, il punto sulla legge delle Balneari, Emiliano: "Avremo un rapporto corretto con chi opera nel settore"

L’approfondimento del tema con focus sul Barese e le interviste a Enrico Vingiani e Aldo Mortellaro


Decreto salva infrazioni e Riforma dei balneari: il punto legislativo
La riforma dei balneari è legge. È stata pubblicata, qualche giorno fa, sulla Gazzetta Ufficiale n. 267 la Legge numero 166 del 14 novembre 2024, di conversione del D.L. 131/2024 (c.d. Decreto Salva Infrazioni), recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione Europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano.

Con l'approvazione del decreto l'obiettivo del governo è quello di arrivare a una soluzione giuridica che tenga conto dei parametri previsti dall'Unione europea per l'applicazione corretta della "Direttiva europea 2006/123" o meglio la Direttiva Bolkestein.

Tra i punti salienti del decreto: il rinnovo delle concessioni balneari (con un focus specifico sul rinnovo automatico delle concessioni demaniali poiché andrebbe a contrastare il diritto dell'Ue), la proroga alla data del 30 settembre 2027 dell'efficacia delle concessioni, l'obbligo delle procedure a evidenza pubblica da avviarsi entro e non oltre il 30 giugno 2027, la durata delle concessioni viene stabilita in un minimo di cinque e un massimo di vent'anni e, per finire, Il criterio previsto dal legislatore è quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa.

Dopo la notizia Lecce si divide sul fronte del dialogo e della protesta, Bari, invece, cerca un dialogo con le istituzioni. L'ultimo incontro sul tema si è tenuto questo venerdì.

La Sib Confcommercio incontra Emiliano

Venerdì si è tenuto l'incontro tra il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e una delegazione di imprenditori pugliesi del settore balneare della Sib Confcommercio sul tema.

Durante la riunione è stata affrontata la questione della richiesta del passaggio della proprietà delle spiagge dal demanio statale a quello regionale, da affrontare a livello della Conferenza delle Regioni. I balneari hanno anche chiesto che la Regioni invii un atto di indirizzo ai Comuni per la non attuazione delle gare, in attesa del decreto governativo per la determinazione dei criteri per gli indennizzi, come previsto dalla legge nazionale recentemente approvata".

"Abbiamo tutto l'interesse – ha dichiarato Emiliano – a mantenere un corretto rapporto con chi opera in questo settore, anche perché ci dà una grande mano nel tenere in ordine spiagge che spesso i Comuni non sarebbero in grado di mantenere agibili per una corretta fruizione turistica".

Durante l'incontro è intervenuto anche Antonio Capacchione, presidente nazionale Sib Confcommercio che ha impostato il quadro della situazione e racchiuso le principali criticità della riforma: "A seguito dell'entrata in vigore della nuova legge è impossibile l'avvio delle gare per l'affidamento delle concessioni demaniali vigenti stante l'assenza del Decreto ministeriale prescritto per la rideterminazione dei canoni e l'emanazione dei criteri di determinazione degli indennizzi. Per questo è opportuno che la Regione, esercitando i poteri di indirizzo e di coordinamento, ex art. 6 c. 1 della legge regionale nr. 17/2015, emani una circolare esplicativa che eviti l'insorgenza di contenzioso".

L'obiettivo da perseguire è la riforma della "Legge regionale sulla costa N. 17/2015" che, (sostanzialmente identica alla precedente nr. 17/2006) a distanza di quasi 20 anni dal suo varo, necessita di essere riformata per avviare un processo pianificatorio bloccato dalle rigidità del "Piano regionale delle coste".

Poi la richiesta: "La nostra Regione chieda al Governo in sede di Conferenza delle Regioni l'applicazione degli artt. 4 e 5 del Dlg 28 maggio 2010 n. 85 che trasferiscono il demanio marittimo alle Regioni con relativa attribuzione del potere di determinazione e incasso dei canoni".


La nota del consigliere regionale delegato all'Urbanistica, Stefano Lacatena

"L'incontro tra Emiliano e una delegazione dei balneari rappresenta l'occasione per fare il punto sulle azioni ormai improcrastinabili da avviare per tutelare la dignità e il lavoro dei gestori dei lidi. Loro sono i primi custodi della nostra straordinaria risorsa costiera e marittima che difficilmente potremmo preservare se fosse un onere solo della macchina pubblica" ha commentato il consigliere regionale all'Urbanistica, Stefano Lacatena, al margine dell'incontro del 15 novembre.

Poi il consigliere regionale è soffermato sul rivendicare il ruolo che i balneari ricoprono per l'economia turistica pugliese definendoli la "benzina del motore dell'economia".

Una definizione che l'ha portato anche a mettere in discussione la disciplina regionale: "Oggi è prioritario, infatti, riformare la legge regionale n.17/2015, che si è rivelata, in questi anni, non idonea a raggiungere gli obiettivi che persegue su carta. Le modifiche devono puntare a definire un quadro generale, demandando alla pianificazione urbanistica dei Comuni la programmazione demaniale dei rispettivi territori. È su questi punti cardine che il legislatore regionale è chiamato a lavorare e che certamente seguiremo".

Il problema spiegato da titolari e rappresentati del settore
L'intervista a Enrico Vingiani, amministratore delegato de "Il Trampolino" e F.I.P.E.- Assobalneari

Il decreto balneari è legge. Cosa significa per voi del settore?
"Il decreto stabilisce il limite massimo al 2027 per dare la possibilità ai comuni di indire le gare con uno schema, che a mio parere sarà "a macchia di leopardo". In sintesi il problema di questo decreto, che è una prosecuzione di uno stato che va avanti da anni, è l'incertezza legata soprattutto al meccanismo di gara che ancora non è chiaro".

Chi coinvolgerà la riforma nel dettaglio?
"Solo sul territorio barese ci sono 90 concessioni (tra balneari, ristorazione ed esercizi commerciali e cantieri nautici) e ognuna di queste ha una sua specificità che, il più delle volte, non è compatibile o assimilabile alle altre concessioni. A Bari creare dei bandi di gara che abbiano un equilibrio tra le varie situazioni è molto complicato e senza un riferimento normativo forte il rischio è che ogni concessione avrà una serie di ricorsi. Il problema è che questa situazione con l'approvazione del decreto non la si mette a regime".

Accanto all'incertezza normativa e ai tempi gestiti autonomamente dai singoli comuni c'è un ulteriore scoglio da superare: quello degli indennizzi.
"La vera battaglia è incominciare in primis a definire quali siano i criteri per determinare lo stato "della scarsità delle risorse" con livelli precisi e poi capire, laddove non ci fosse scarsità, il perché la concorrenza non la iniziamo a fare con nuove concessioni per attirare altri operatori. Tra l'altro l'impostazione che noi contestiamo come categoria è l'approccio stesso perché il concetto di dire facciamo le gare perché così ci sarà più concorrenza e poi triplicare i prezzi dei servizi per i clienti, è una presa in giro".

In sintesi Vingiani sottolinea le criticità dell'impostazione evidenziando come, facendo una gara a rialzo, il subentrante, che avrà offerto un canone maggiore rispetto al precedente, ritoccherà il listino prezzi aumentandoli proprio per far fronte alle spese di gestione. Di conseguenza ai lidi sempre più "cari" si aggiungerà un altro problema: "Chi deve presentare un progetto non solo deve fare un'offerta su un canone a rialzo, ma deve anche presentare un progetto d'investimento che sia migliore di quello della situazione attuale. Tuttavia anche in questo caso, riferendoci ad una stagione balneare, che comunque come limite massimo dura circa 4 mesi, si avrà comunque un aumento di prezzi".

E il canone basso?
"Su questo occorre fare chiarezza e distinguere le sue diverse tipologie che da un lato rappresentano la "locazione" e dall'altro la "concessione". Dal 2008 con la "Legge Prodi" i concessionari sono tenuti al pagamento dell'Imu sui beni dati in concessione, al contrario di quanto previsto dal contratto di locazione che non prevede alcun pagamento, non solo la cosa che incide di più sui costi della struttura è che la "manutenzione straordinaria" è in capo al concessionario e trattandosi di strutture sul mare la componente della manutenzione ha un grande impatto economico".

In Puglia si è divisi sullo scendere in piazza per protestare o sull'aspettare e lavorare con le amministrazioni locali. A Bari come si sta reagendo alla proroga?
"È difficile esprimersi. – conclude – Secondo il mio parere le manifestazioni di protesta non aiutano la causa perché quello che aiuta è avere un dialogo con le amministrazioni locali. Con l'assessore Petruzzelli abbiamo parlato ma per il momento siamo fermi ad una dichiarazione di intenti".


L'intervista al presidente Sib (Sindacato italiano balneari provincia Bari – BAT) Aldo Mortellaro

Presidente il punto su Bari: Quali sono i problemi del decreto?
"Tra le varie sentenze del Consiglio di Stato e dei vari Tar la situazione è molto confusa. Mi preoccupa molto Bari e quello che stanno facendo alcuni dirigenti che, per paura, si sono spinti in avanti inventandosi dei bandi di gara. La normativa a tal riguardo prevede che le linee guida siano dettate da delle norme emanate dal governo, poi recepite dalle Regioni e solo dopo trasferite ai comuni. Il problema è duplice: da un lato la necessità che la norma per indire le gare sia uguale per tutti e poi la necessità che quest'ultima deve tener conto anche di alcune specificità come la valenza turistica, da noi richiesta".

Quante sarebbero le famiglie baresi su cui ricadrà la norma?
"Il numero preciso non saprei definirlo. Posso dire che noi Sib abbiamo 49 iscritti e si suppone che ci siano più o meno una decina di non associati a cui vanno aggiunte anche le altre categorie su cui si estende la norma, come ad esempio quella dei ristoratori. Ci tengo a sottolineare però che si tratta comunque di una fetta di economia molto rilevante"

Qual è lo stato d'animo del comparto?
"Il decreto mette in discussione tutta la balneazione attrezzata e soprattutto Pugliese. Siamo tutti in uno stato di agitazione, le assemblee nazionali si alterano assieme al presidente Capacchione, però c'è sempre uno stato di insicurezza che non ci rende tranquilli".

Per chi menziona i canoni bassi, cosa risponde?
"Il concessionario demaniale paga un Iva al 22%, mentre in altre situazioni come ad esempio, in albergo si paga il 10%. C'è un 12 % in più che viene a carico del concessionario. Poi paghiamo l'Imu perché in passato, nel 2001, fummo paragonati ai proprietari per via dei rinnovi. E poi paghiamo la spazzatura per tutto l'anno non solo per i mesi lavorativi. Andrebbe rivisto tutto ma alla luce di questi parametri, nessuno ha mai negato la volontà di rivedere questo aspetto. Quest'ultimo però non deve mai rientrare come parametro di assegnazione di gara altrimenti sarebbe tragica la situazione".

C'è stato un dialogo con l'amministrazione comunale?
"Abbiamo incontrato in Fiera l'assessore Petruzzelli che si è dimostrato disponibile a farci incontrare il dirigente del ramo e abbiamo chiesto un incontro con il sindaco che ci è stato promesso e al momento attendiamo la convocazione. L'unico incontro di confronto è stato quello di venerdì scorso con Emiliano poiché avente la delega del demanio".


Parola a Sib, Fipe-Confcommercio e Fiba- Confesercenti

Sulla questione, oltre al Sib, si sono espressi anche la Fiba- Confesercenti, (Federazione italiana imprese balneari) e la Fipe-Confcommercio che, secondo quanto pubblicato sul sito ufficiale (sindacatobalneari.it) e sul profilo Facebook hanno espresso una chiara contrarietà dei balneari al provvedimento sulle concessioni. Convocando, già il 6 novembre scorso, una riunione urgente degli Organismi dirigenti per decidere le iniziative di protesta.

"Il provvedimento legislativo approvato dal Parlamento sulle concessioni demaniali marittime vede la netta contrarietà degli imprenditori balneari italiani perché non affronta la questione della scarsità della risorsa (presupposto per la corretta applicazione della Direttiva Bolkestein), così come anche da ultimo ribadito dalla nostra Corte costituzionale con l'Ord. 161 del 7 ottobre scorso - affermano in una nota congiunta Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a FIPE/Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente di FIBA/Confesercenti - A ciò si aggiunga l'irrisorio valore dell'indennizzo previsto calcolato sugli investimenti degli ultimi cinque anni, segnato dal Covid e dell'incertezza sulla durata delle concessioni".

Oltre ai problemi sottolineato dalle sigle anche un'amara constatazione: "Registriamo, poi, con profondo rammarico, che il provvedimento non ha visto il coinvolgimento non solo della categoria ma, anche e soprattutto, degli Enti concedenti (Regioni e Comuni) che esercitano le funzioni amministrative in materia. Riteniamo che sia interesse di tutti, non solo dei balneari, una riforma organica della materia che salvaguardi le aziende turistiche attualmente operanti, le quali da anni costituiscono un modello di balneazione attrezzata efficiente e di successo".

Poi concludono: "È comunque certo che continueremo a batterci, con forza e determinazione, a tutela dei diritti riconosciuti, anche dal diritto europeo, degli operatori attualmente operanti e per evitare che sia distrutto o snaturato il modello di balneazione attrezzata italiana fondato prevalentemente sul lavoro dei concessionari".
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