Cronaca
Bari, il quartiere San Paolo piange Suor Genoveffa
Figura carismatica si era dedicata ai bambini dal quartiere, anche come direttrice dell'Istituto Alberotanza
Bari - sabato 27 febbraio 2021
20.54
È morta la scorsa notte Suor Genoveffa, figura amata al quartiere San Paolo di Bari. Ex direttrice dell'istituto Alberotanza, nella sua vita si era occupata dei piccoli e dei poveri del quartiere.
«Nei primi anni, quando anche noi suore ci insediammo in questo quartiere, andavamo casa per casa a raccogliere i bambini che non erano in classe perché non venivano a scuola. I genitori spesso ci lanciavano contro i cani per farci allontanare. Ma noi non ci arrendevamo e continuavamo a cercarli. A volte dicevano che i bambini non erano in casa, che erano usciti, mentre altre volte che non stavano bene. Io lo cercavo in ogni stanza, e spesso li trovavo nascosti sotto lenzuola e coperte, vestiti e anche con le scarpe. Era molto povero il quartiere e non c'era la cultura della scuola qui. I bimbi dovevano aiutare in casa, le femminucce dovevano fare i servizi, mentre ai maschietti era assegnato il compito di fare la spesa. Le famiglie erano molto povere. E molti bambini avevano i pidocchi ed erano pieni di foruncoli. Ricordo che qui a scuola lavavamo la testa ai bambini e mettevamo loro delle pomatine. Spesso, portavamo cibo e soldi ad alcune famiglie che non avevano niente da mangiare e che non potevano pagarsi neppure le spese sanitarie». Con queste parole proprio di Suor Genoveffa, il presidente Schingaro le fa omaggio e scrive: «Grazie 𝗦𝘂𝗼𝗿 𝗚𝗲𝗻𝗼𝘃𝗲𝗳𝗳𝗮 per tutto quello che hai fatto per il nostro quartiere e per tutti noi: non ti dimenticheremo mai».
«Questa notte ci ha lasciati Suor Genoveffa - scrive il consigliere del Municipio III Stefano Franco - cuore nobile, figura carismatica, costruttore di pace, da sempre dedita ai poveri e ai più piccoli del quartiere San Paolo. Fin dalle fondamenta del quartiere, Suor Genoveffa si è prodigata per l'educazione dei più piccoli. Grazie alla sua azione, insieme alle Suore Minime della Passione dell'istituto Alberotanza, i figli dei primi abitanti del Quartiere hanno ricevuto un'istruzione che ha permesso piano piano di costruire un'identità sociale e culturale del quartiere».
«Nei primi anni, quando anche noi suore ci insediammo in questo quartiere, andavamo casa per casa a raccogliere i bambini che non erano in classe perché non venivano a scuola. I genitori spesso ci lanciavano contro i cani per farci allontanare. Ma noi non ci arrendevamo e continuavamo a cercarli. A volte dicevano che i bambini non erano in casa, che erano usciti, mentre altre volte che non stavano bene. Io lo cercavo in ogni stanza, e spesso li trovavo nascosti sotto lenzuola e coperte, vestiti e anche con le scarpe. Era molto povero il quartiere e non c'era la cultura della scuola qui. I bimbi dovevano aiutare in casa, le femminucce dovevano fare i servizi, mentre ai maschietti era assegnato il compito di fare la spesa. Le famiglie erano molto povere. E molti bambini avevano i pidocchi ed erano pieni di foruncoli. Ricordo che qui a scuola lavavamo la testa ai bambini e mettevamo loro delle pomatine. Spesso, portavamo cibo e soldi ad alcune famiglie che non avevano niente da mangiare e che non potevano pagarsi neppure le spese sanitarie». Con queste parole proprio di Suor Genoveffa, il presidente Schingaro le fa omaggio e scrive: «Grazie 𝗦𝘂𝗼𝗿 𝗚𝗲𝗻𝗼𝘃𝗲𝗳𝗳𝗮 per tutto quello che hai fatto per il nostro quartiere e per tutti noi: non ti dimenticheremo mai».
«Questa notte ci ha lasciati Suor Genoveffa - scrive il consigliere del Municipio III Stefano Franco - cuore nobile, figura carismatica, costruttore di pace, da sempre dedita ai poveri e ai più piccoli del quartiere San Paolo. Fin dalle fondamenta del quartiere, Suor Genoveffa si è prodigata per l'educazione dei più piccoli. Grazie alla sua azione, insieme alle Suore Minime della Passione dell'istituto Alberotanza, i figli dei primi abitanti del Quartiere hanno ricevuto un'istruzione che ha permesso piano piano di costruire un'identità sociale e culturale del quartiere».