Cronaca
Bari, incendio a San Pio, 11 famiglie senza casa. C'è chi dorme in macchina
A denunciare la situazione alcune degli inquilini che si appellano al sindaco e il consigliere Michele Picaro
Bari - sabato 22 giugno 2019
18.49
Era il 10 giugno scorso quando da un appartamento al quartiere san Pio di Bari sono divampate le fiamme. In quella sera, non solo il proprietario dell'appartamento andato in fumo ha perso la propria casa, ma anche altre undici famiglie, dato che lo stabile risulta ad oggi inagibile. Tra gli "sfrattati" anche alcuni bambini che a tutt'oggi non sono potuti rientrare nei loro appartamenti e si sono dovuti arrangiare.
Diverse le segnalazioni relative alla situazione che queste famiglie stanno vivendo che sono rimbalzate via social sulla bacheca del sindaco Antonio Decaro, da ieri proclamato sindaco bis della città. «Stiamo per strada abbandonati da tutti - scrive uno degli inquilini dello stabile in via Ancona - è vergognoso che non vi sia la priorità su tutta la burocrazia in casi come questo, io attendevo fiduciosamente un tuo (del sindaco ndr) interessamento e la tua presenza sul luogo». Mentre un altro, ribadisce dopo un paio di giorni il fatto che ci siano: «Famiglie per strada, roba bruciata e cancerogena specialmente per i bambini che il pomeriggio vanno a giocare vicino questi rifiuti».
La risposta da parte dell'amministrazione comunale, di qualche giorno fa, sottolineava che a tutte le persone coinvolte era stato proposto di poter risiedere temporaneamente in una delle strutture di comunità, le uniche a disposizione dell'amministrazione. Ma se alcune persone hanno accettato, ce ne sono state altre che hanno dichiarato di poter provvedere in autonomia.
«Da oltre 10 giorni ci sono famiglie sfrattate di casa, per un incendio occorso in un'appartamento di una palazzina del quartiere di san Pio - denuncia il consigliere Michele Picaro - Eppure, il sindaco per essere vicino ai più deboli basterebbe che emetta un'ordinanza per motivi di igiene e sanità con la quale autorizzi gli organi preposti ad accedere presso l'immobile da cui è divampato l'incendio, stante l'irripetibilità del proprietario, per avviare le procedure idonee a riconsegnare l'agibilità dello stabile. In questi giorni a nulla sono valse le sollecitazioni da parte del sottoscritto, così come dei tanti residenti "sfrattati". Attendiamo fiduciosi, nel mentre i più deboli sono fuori di casa ed alcuni vivono in macchina».
Diverse le segnalazioni relative alla situazione che queste famiglie stanno vivendo che sono rimbalzate via social sulla bacheca del sindaco Antonio Decaro, da ieri proclamato sindaco bis della città. «Stiamo per strada abbandonati da tutti - scrive uno degli inquilini dello stabile in via Ancona - è vergognoso che non vi sia la priorità su tutta la burocrazia in casi come questo, io attendevo fiduciosamente un tuo (del sindaco ndr) interessamento e la tua presenza sul luogo». Mentre un altro, ribadisce dopo un paio di giorni il fatto che ci siano: «Famiglie per strada, roba bruciata e cancerogena specialmente per i bambini che il pomeriggio vanno a giocare vicino questi rifiuti».
La risposta da parte dell'amministrazione comunale, di qualche giorno fa, sottolineava che a tutte le persone coinvolte era stato proposto di poter risiedere temporaneamente in una delle strutture di comunità, le uniche a disposizione dell'amministrazione. Ma se alcune persone hanno accettato, ce ne sono state altre che hanno dichiarato di poter provvedere in autonomia.
«Da oltre 10 giorni ci sono famiglie sfrattate di casa, per un incendio occorso in un'appartamento di una palazzina del quartiere di san Pio - denuncia il consigliere Michele Picaro - Eppure, il sindaco per essere vicino ai più deboli basterebbe che emetta un'ordinanza per motivi di igiene e sanità con la quale autorizzi gli organi preposti ad accedere presso l'immobile da cui è divampato l'incendio, stante l'irripetibilità del proprietario, per avviare le procedure idonee a riconsegnare l'agibilità dello stabile. In questi giorni a nulla sono valse le sollecitazioni da parte del sottoscritto, così come dei tanti residenti "sfrattati". Attendiamo fiduciosi, nel mentre i più deboli sono fuori di casa ed alcuni vivono in macchina».