Speciale
Bari, l'Acquario e i ricordi affogati in vasche senza acqua
La strana storia di quello che era un fiore all'occhiello della città ridotto a un rudere da demolire
Bari - sabato 13 aprile 2019
14.19
C'era una volta a Bari l'Acquario Provinciale. Si trovava al Molo Pizzoli all'interno del porto, ma c'era perché oggi purtroppo non c'è più. E pensare che si trattava di una struttura seconda al sud solo all'acquario di Napoli. Al suo interno c'erano 6 vasche da 500 litri con gli ambienti tipici della costa pugliese; 40 mini-acquari da 150 litri con le specie appartenenti ai diversi phyla di invertebrati marini; 8 vasche da 8 mila litri con esemplari di specie ittiche, di crostacei e di cefalopodi e 2 vasche da 8 mila litri per il recupero di tartarughe marine, oltre ad altre vasche che ospitavano esemplari di fauna di acqua dolce.
Di tutta questa bellezza, dove i bambini venivano portati in gita dalla scuola ad ammirare le creature del mare ed imparare gli ecosistemi marini, ormai rimane solo un rudere. Trovarlo all'interno del porto è anche una specie di caccia al tesoro, alcuni non sanno nemmeno della sua esistenza. Eppure, questa struttura, inaugurata nel 1965, è stata aperta fino al 2008, anno in cui la giunta provinciale decise di ristrutturare. O almeno così venne comunicato, con tanto di cartello che indicava che l'acquario sarebbe stato chiuso fino a data da destinarsi per lavori. Peccato che quei lavori non siano mai stati fatti, durante i sopralluoghi venne trovato dell'amianto e la struttura fu dichiarata inagibile. Inoltre, come tempo dopo si venne a sapere, la chiusura coincise anche con la rottura di una pompa che portò alla morte molti degli esemplari presenti all'interno delle vasche.
In molti credono che si decise di intervenire troppo tardi, quando la giunta Divella nel 2008 ritenne necessario ristrutturare la struttura, in pratica, si era già ad un punto di non ritorno. E ora, a distanza di oltre 10 anni, quel che resta è solo lo scheletro di quello che era l'acquario. L'esterno è pieno di sterpaglie, dalle finestre rotte si può vedere quel che resta delle vasche e la scritta acquario sulla fiancata resiste ancora nonostante il passare del tempo. La porta principale, anche se la struttura sembra pericolosa, è aperta e chiunque potrebbe entrare senza troppi problemi. Si parla da anni della volontà di demolire ciò che resta per costruire al suo posto la nuova sede della Dogana, la Guardia di Finanza, la Polizia e Piloti ed altri spazi ad uso del porto, ma ad oggi nulla è stato fatto. E come altre strutture in città resta il fantasma di quello che era, al punto che cercando online riaffiora a volte come se fosse ancora esistente e capita ancora che qualche turista, male informato, sbarchi al porto e lo cerchi.
L'anno scorso si è ricominciato a parlare di acquario a Bari con una mostra, svoltasi al Terminal Crociere che, seppur apprezzata, ha visto molti che ricordavano l'acquario e i suoi pesci veri storcere il naso di fronte ad una "finzione". Si è trattato comunque di un primo passo, fatto con l'intenzione di far sì che Bari possa riavere il suo acquario, al punto che è stata lanciata anche una petizione online che ad oggi ha raccolto 1471 adesioni.
Di tutta questa bellezza, dove i bambini venivano portati in gita dalla scuola ad ammirare le creature del mare ed imparare gli ecosistemi marini, ormai rimane solo un rudere. Trovarlo all'interno del porto è anche una specie di caccia al tesoro, alcuni non sanno nemmeno della sua esistenza. Eppure, questa struttura, inaugurata nel 1965, è stata aperta fino al 2008, anno in cui la giunta provinciale decise di ristrutturare. O almeno così venne comunicato, con tanto di cartello che indicava che l'acquario sarebbe stato chiuso fino a data da destinarsi per lavori. Peccato che quei lavori non siano mai stati fatti, durante i sopralluoghi venne trovato dell'amianto e la struttura fu dichiarata inagibile. Inoltre, come tempo dopo si venne a sapere, la chiusura coincise anche con la rottura di una pompa che portò alla morte molti degli esemplari presenti all'interno delle vasche.
In molti credono che si decise di intervenire troppo tardi, quando la giunta Divella nel 2008 ritenne necessario ristrutturare la struttura, in pratica, si era già ad un punto di non ritorno. E ora, a distanza di oltre 10 anni, quel che resta è solo lo scheletro di quello che era l'acquario. L'esterno è pieno di sterpaglie, dalle finestre rotte si può vedere quel che resta delle vasche e la scritta acquario sulla fiancata resiste ancora nonostante il passare del tempo. La porta principale, anche se la struttura sembra pericolosa, è aperta e chiunque potrebbe entrare senza troppi problemi. Si parla da anni della volontà di demolire ciò che resta per costruire al suo posto la nuova sede della Dogana, la Guardia di Finanza, la Polizia e Piloti ed altri spazi ad uso del porto, ma ad oggi nulla è stato fatto. E come altre strutture in città resta il fantasma di quello che era, al punto che cercando online riaffiora a volte come se fosse ancora esistente e capita ancora che qualche turista, male informato, sbarchi al porto e lo cerchi.
L'anno scorso si è ricominciato a parlare di acquario a Bari con una mostra, svoltasi al Terminal Crociere che, seppur apprezzata, ha visto molti che ricordavano l'acquario e i suoi pesci veri storcere il naso di fronte ad una "finzione". Si è trattato comunque di un primo passo, fatto con l'intenzione di far sì che Bari possa riavere il suo acquario, al punto che è stata lanciata anche una petizione online che ad oggi ha raccolto 1471 adesioni.