Speciale
Bari, l'appello di Laura: «Aiutatemi a trovare la mia madre biologica»
La donna, originaria della nostra città, partorì a Roma nel 1978, la figlia la cerca per conoscere le sue origini
Bari - martedì 19 febbraio 2019
Laura ha 41 anni e cerca sua madre a Bari. Una madre che un freddo gennaio di 41 anni fa l'ha abbandonata, subito dopo averla data alla luce, in una clinica di Roma dove era andata per partorire, lontano da occhi indiscreti. Laura non sa molto della madre biologica, che volle darla in adozione in anonimato, sa solo le poche informazioni avute dal brefotrofio dove rimase per due mesi, fino a quando non fu adottata.
«Quello che so della mia madre biologica è che è originaria di Bari e all'epoca della mia nascita, il 14 gennaio 1978 alle 14 del pomeriggio, aveva 28 anni. Da quanto sono riuscita ad apprendere finora viveva a Bari con la madre vedova e si recò a Roma per partorire, nella clinica che allora si chiamava Villa Irma e ora è diventata il Policlinico Casilino».
Perché hai deciso di metterti alla ricerca della donna che ti ha dato alla luce?
«Non cerco la mia madre biologica perché mi è mancato affetto o altro, anzi ho avuto una famiglia meravigliosa ma arriva un momento nella vita in cui, sapendo di essere stata adottata, ti chiedi quali siano le tue origini. Da bambino non ci pensi, ma ad un certo punto succede, cominci a chiederti ma io a chi assomiglio? Da chi ho preso gli occhi?»
Che cosa pensi di lei e della scelta che ha fatto?
«Non me la sento di condannarla perché non so cosa l'abbia portata a fare questa scelta. Di sicuro 41 anni fa la situazione al sud per una donna non era facile, forse si è sentita costretta a fare quello che ha fatto, sono madre e capisco anche la sofferenza che possa aver provato nel portare un bambino nel grembo per nove mesi e poi doverlo abbandonare».
Non hai provato legalmente ad avere informazioni?
«Ho fatto istanza al tribunale per avere informazioni su di lei, dato che l'ultimo emendamento permette di avere queste informazioni anche rispetto a chi un tempo ha scelto l'anonimato, ma le procedure sono lunghe. Il giudice verifica prima di tutto che le persona sia ancora in vita, considera che oggi dovrebbe avere quasi 70 anni, poi vanno gli assistenti sociali a casa sua, che potrebbe essere ovunque. Non so se dopo la mia nascita sia tornata a Bari, se abbia voluto rimanere a Roma o andare in qualche altro posto».
Perché questo appello via social e mezzi di informazione? Sei andata anche in TV.
«Mi auguro che il mio appello arrivi a qualcuno che si riconosca nella mia storia, magari un fratello o un parente non necessariamente lei, magari si è giustamente rifatta una vita, qualcuno comunque potrebbe sapere qualcosa e contattarmi».
Cos'altro vuoi dirci?
«Io lavoro per una agenzia immobiliare e una volta mi è capitato un cliente fissato con le origini delle persone e all'improvviso mi fa: scommettiamo che indovino quali sono le tue? E io ho detto: va bene proviamo. Beh lui mi fa: visto il colore dei capelli, la pelle olivastra e la forma dei fianchi io dico che sei pugliese. Mi sono sentita gelare il sangue, perché non me l'aspettavo. Sono del sud nel sangue e si vede, ed è bello esserlo al sud abbiamo il sole e il mare».
«Quello che so della mia madre biologica è che è originaria di Bari e all'epoca della mia nascita, il 14 gennaio 1978 alle 14 del pomeriggio, aveva 28 anni. Da quanto sono riuscita ad apprendere finora viveva a Bari con la madre vedova e si recò a Roma per partorire, nella clinica che allora si chiamava Villa Irma e ora è diventata il Policlinico Casilino».
Perché hai deciso di metterti alla ricerca della donna che ti ha dato alla luce?
«Non cerco la mia madre biologica perché mi è mancato affetto o altro, anzi ho avuto una famiglia meravigliosa ma arriva un momento nella vita in cui, sapendo di essere stata adottata, ti chiedi quali siano le tue origini. Da bambino non ci pensi, ma ad un certo punto succede, cominci a chiederti ma io a chi assomiglio? Da chi ho preso gli occhi?»
Che cosa pensi di lei e della scelta che ha fatto?
«Non me la sento di condannarla perché non so cosa l'abbia portata a fare questa scelta. Di sicuro 41 anni fa la situazione al sud per una donna non era facile, forse si è sentita costretta a fare quello che ha fatto, sono madre e capisco anche la sofferenza che possa aver provato nel portare un bambino nel grembo per nove mesi e poi doverlo abbandonare».
Non hai provato legalmente ad avere informazioni?
«Ho fatto istanza al tribunale per avere informazioni su di lei, dato che l'ultimo emendamento permette di avere queste informazioni anche rispetto a chi un tempo ha scelto l'anonimato, ma le procedure sono lunghe. Il giudice verifica prima di tutto che le persona sia ancora in vita, considera che oggi dovrebbe avere quasi 70 anni, poi vanno gli assistenti sociali a casa sua, che potrebbe essere ovunque. Non so se dopo la mia nascita sia tornata a Bari, se abbia voluto rimanere a Roma o andare in qualche altro posto».
Perché questo appello via social e mezzi di informazione? Sei andata anche in TV.
«Mi auguro che il mio appello arrivi a qualcuno che si riconosca nella mia storia, magari un fratello o un parente non necessariamente lei, magari si è giustamente rifatta una vita, qualcuno comunque potrebbe sapere qualcosa e contattarmi».
Cos'altro vuoi dirci?
«Io lavoro per una agenzia immobiliare e una volta mi è capitato un cliente fissato con le origini delle persone e all'improvviso mi fa: scommettiamo che indovino quali sono le tue? E io ho detto: va bene proviamo. Beh lui mi fa: visto il colore dei capelli, la pelle olivastra e la forma dei fianchi io dico che sei pugliese. Mi sono sentita gelare il sangue, perché non me l'aspettavo. Sono del sud nel sangue e si vede, ed è bello esserlo al sud abbiamo il sole e il mare».