Politica
Bari Multiservizi, mancano i quadri dirigenziali. Melini: «Istituire commissione d'inchiesta»
La consigliera: «Senza direttore tecnico viene meno requisito della SOA, fondamentale per lavori pubblici e forniture»
Bari - giovedì 8 novembre 2018
13.19
Un vero e proprio vuoto dirigenziale: questa la situazione che attualmente vive Bari Multiservizi, società partecipata del Comune di Bari. Al momento, infatti, sono vacanti le cariche di direttore generale, direttore del personale e direttore tecnico. A portare alla luce la questione è stata la consigliera comunale del Gruppo misto, nonché candidata sindaco di Bari, Irma Melini, che in una conferenza stampa tenutasi questa mattina ha annunciato le prossime mosse. La richiesta, firmata da sei consiglieri comunali di cui Melini è alla testa, è di istituire una commissione d'indagine volta a chiarire questo buco nei quadri dirigenziali della partecipata di cui il Comune di Bari è socio unico.
«Il direttore tecnico - spiega Melini - aveva comunicato già dai primi di ottobre il suo pensionamento a partire dal 1 novembre. Senza il direttore tecnico viene meno il criterio della SOA, fondamentale per lavori pubblici, forniture e servizi. La Multiservizi non ha cercato un sostituto che avesse i requisiti previsti dal Codice degli appalti, limitandosi a inviare una nota ai tecnici iscritti in una "short list", creata per alti motivi, in modo da ricevere da loro un'offerta economica e così sostituire la figura del direttore tecnico con consulenti esterni. Tale nota è stata inviata venerdì 26 ottobre, con scadenza il lunedì successivo».
Una situazione che diventa ancor più oscura, sottolinea Melini, se si fanno "i conti in tasca" alla municipalizzata: «Resta un problema di gestione legato alla mancanza dei ruoli apicali - prosegue la consigliera Melini. Al momento ci sono di fatto solo il presidente e il CdA. Il sindaco, insieme al presidente Biga, ha detto ieri che per il dg non ci sono i soldi; possiamo immaginare però che quando è stato licenziato Cascione (ex direttore delle risorse umane, NdR) sia rientrato uno stipendio molto importante, non solo da dipendente della Multiservizi ma anche quello percepito per i ruoli aggiuntivi che aveva assunto. Si poteva dunque immaginare che uno stipendio tanto cospicuo venisse dirottato, con il licenziamento di Cascione, su un direttore generale. Di certo c'è solo che un dg, nominato con requisiti ad hoc, può svolgere le funzioni di direttore del personale, mentre il contrario non è possibile».
Un problema che sta iniziando a generare anche preoccupazioni a livello sindacale, ricorda Melini: «Ieri la cosa è stata denunciata da Barbara Neglia, segretario generale di Filcams Cgil Puglia. A questo si aggiunge il fatto che molti quadri si stanno iscrivendo nuovamente al sindacato per ricevere tutele lavorative. Aspetto che allarma l'amministrazione comunale, socio unico della Multiservizi per un valore di oltre 7 milioni per i servizi prodotti. C'è anche da considerare che molti capi-area hanno ricevuto contestazioni disciplinari, che stanno sfociando o in contenziosi o in annullamenti da parte della Commissione provinciale del lavoro».
Ecco, quindi, come si arriva alla richiesta inoltrata da Melini: «Si traccia un quadro allarmante rispetto alla gestione di Bari Multiservizi. Per questo oggi ho chiesto ai colleghi di opposizione, ma anche a quelli della maggioranza - conclude la consigliera - di sottoscrivere una commissione di indagine che faccia chiarezza sulla gestione».
«Il direttore tecnico - spiega Melini - aveva comunicato già dai primi di ottobre il suo pensionamento a partire dal 1 novembre. Senza il direttore tecnico viene meno il criterio della SOA, fondamentale per lavori pubblici, forniture e servizi. La Multiservizi non ha cercato un sostituto che avesse i requisiti previsti dal Codice degli appalti, limitandosi a inviare una nota ai tecnici iscritti in una "short list", creata per alti motivi, in modo da ricevere da loro un'offerta economica e così sostituire la figura del direttore tecnico con consulenti esterni. Tale nota è stata inviata venerdì 26 ottobre, con scadenza il lunedì successivo».
Una situazione che diventa ancor più oscura, sottolinea Melini, se si fanno "i conti in tasca" alla municipalizzata: «Resta un problema di gestione legato alla mancanza dei ruoli apicali - prosegue la consigliera Melini. Al momento ci sono di fatto solo il presidente e il CdA. Il sindaco, insieme al presidente Biga, ha detto ieri che per il dg non ci sono i soldi; possiamo immaginare però che quando è stato licenziato Cascione (ex direttore delle risorse umane, NdR) sia rientrato uno stipendio molto importante, non solo da dipendente della Multiservizi ma anche quello percepito per i ruoli aggiuntivi che aveva assunto. Si poteva dunque immaginare che uno stipendio tanto cospicuo venisse dirottato, con il licenziamento di Cascione, su un direttore generale. Di certo c'è solo che un dg, nominato con requisiti ad hoc, può svolgere le funzioni di direttore del personale, mentre il contrario non è possibile».
Un problema che sta iniziando a generare anche preoccupazioni a livello sindacale, ricorda Melini: «Ieri la cosa è stata denunciata da Barbara Neglia, segretario generale di Filcams Cgil Puglia. A questo si aggiunge il fatto che molti quadri si stanno iscrivendo nuovamente al sindacato per ricevere tutele lavorative. Aspetto che allarma l'amministrazione comunale, socio unico della Multiservizi per un valore di oltre 7 milioni per i servizi prodotti. C'è anche da considerare che molti capi-area hanno ricevuto contestazioni disciplinari, che stanno sfociando o in contenziosi o in annullamenti da parte della Commissione provinciale del lavoro».
Ecco, quindi, come si arriva alla richiesta inoltrata da Melini: «Si traccia un quadro allarmante rispetto alla gestione di Bari Multiservizi. Per questo oggi ho chiesto ai colleghi di opposizione, ma anche a quelli della maggioranza - conclude la consigliera - di sottoscrivere una commissione di indagine che faccia chiarezza sulla gestione».