Cronaca
Bari, partito dal carcere l'ordine di uccidere Ranieri, i nomi degli arrestati
I tre sono affiliati del clan Strisciuglio, alle prese con una faida interna fra Enziteto e Carbonara. L'agguato in strada in via della Lealtà
Bari - giovedì 26 settembre 2019
11.30 Comunicato Stampa
È partito dal carcere l'ordine di uccidere Michele Ranieri, con una telefonata da cellulare. A farla, stando alle prime indiscrezioni, sarebbe stato Saverio Faccilongo, 33 anni, già in carcere per un altro omicidio e al quale è stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare appunto come mandante del delitto. Esecutori materiali dell'assassinio sono ritenuti Carchedi Saverio 21enne e Sgaramella Giovanni 34enne, più altri in corso di identificazione.
Nella mattinata, il nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale carabinieri di Bari ha dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal GIP presso il Tribunale di Bari -dott.ssa Antonella Cafagna- nei confronti di Faccilongo Saverio 33enne, Carchedi Saverio 21enne e Sgaramella Giovanni 34enne, esponenti del clan Strisciuglio, operativo nel capoluogo pugliesi, ritenuti effettivi in forza all'articolazione di quel sodalizio egemone nel quartiere Enziteto. I destinatari dei provvedimenti restrittivi sono ritenuti responsabili, in concorso con terzi soggetti in fase di definitiva identificazione, dell'omicidio del pregiudicato Ranieri Michele 39enne, noto negli ambienti criminali "gamuff", appartenente all'articolazione del quartiere Carbonara del medesimo cartello criminale, avvenuto nel quartiere Enziteto di Bari, la sera dell'11 settembre 2019.
L'emissione delle ordinanze di custodia cautelare è il frutto delle indagini in atto da tempo da dei carabinieri, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Bari, sul conto degli odierni indagati e in particolare di Faccilongo, elemento apicale del sodalizio operativo ad Enziteto, da tempo detenuto in un istituto penitenziario del centro Italia. Gli inquirenti hanno accertato, infatti, come quest'ultimo, benché recluso in regime detentivo ordinario, dovendo scontare una precedente pena detentiva, attraverso il possesso clandestino di telefoni cellulari introdotti in carcere, avesse proseguito a dirigere la struttura criminale di appartenenza, ricevendo comunicazioni e veicolando ordini dal carcere diretti ai numerosi gregari in stato di libertà, nonché concordando e condividendo le strategie criminali ordite dagli elementi apicali della vasta e ramificata organizzazione mafiosa di riferimento. In tale ambito, già a partire dalla seconda metà dello scorso mese di agosto, è stato possibile documentare il crescente volume di messaggi di testo e conversazioni telefoniche intercorso tra i destinatari dell'odierno provvedimento, avente per oggetto i dissapori sorti tra i rappresentanti delle consorelle articolazioni dei quartieri Enziteto e Carbonara, derivanti da incomprensioni sorte in relazione alla ripartizione dei proventi delle attività illecite, nonché sostanziali contrasti personali tra gli elementi apicali delle due frange criminali, datati nel tempo e resi più acuti dal conseguente clima di sospetto reciproco venutosi a creare.
Pertanto, già nella prima decade del mese di settembre Faccilongo aveva disposto, attraverso il consolidato meccanismo di messaggi e comunicazioni tramite telefoni clandestini, che i propri sicari eseguissero una spedizione punitiva nei confronti di uno dei gregari di Baresi Carlo Alberto, rivale esponente della fazione del quartiere Carbonara, pure recluso. In questo contesto, la sera dell'11 settembre scorso Ranieri, convocato nel quartiere Enziteto, con la scusa di un ordinario chiarimento verbale, da parte del Carchedi e dello Sgaramella, è rimasto vittima di agguato in quanto gli interlocutori, in concorso con terzi in via di identificazione, a tradimento hanno esploso al suo indirizzo quattro colpi d'arma da fuoco cal. 9 mm., attingendolo alle gambe. Vano il tentativo di fuga a piedi nei vicoli del quartiere, da parte della vittima, che è stata raggiunta e colpita a morte attraverso l'esplosione di altri quattro colpi a distanza ravvicinata.
Sulla base del corposo corredo probatorio raccolto, cercando di evitare una drammatica escalation intestina al clan Strisciuglio, la D.D.A. di Bari ha avanzato al competente ufficio Gip la richiesta di applicazione di misura cautelare in carcere nei confronti del mandante e degli autori del delitto. Le indagini dei carabinieri proseguono al fine di identificare altri correi di Carchedi e Sgaramella nell'esecuzione materiale del delitto.
Nella mattinata, il nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale carabinieri di Bari ha dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal GIP presso il Tribunale di Bari -dott.ssa Antonella Cafagna- nei confronti di Faccilongo Saverio 33enne, Carchedi Saverio 21enne e Sgaramella Giovanni 34enne, esponenti del clan Strisciuglio, operativo nel capoluogo pugliesi, ritenuti effettivi in forza all'articolazione di quel sodalizio egemone nel quartiere Enziteto. I destinatari dei provvedimenti restrittivi sono ritenuti responsabili, in concorso con terzi soggetti in fase di definitiva identificazione, dell'omicidio del pregiudicato Ranieri Michele 39enne, noto negli ambienti criminali "gamuff", appartenente all'articolazione del quartiere Carbonara del medesimo cartello criminale, avvenuto nel quartiere Enziteto di Bari, la sera dell'11 settembre 2019.
L'emissione delle ordinanze di custodia cautelare è il frutto delle indagini in atto da tempo da dei carabinieri, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Bari, sul conto degli odierni indagati e in particolare di Faccilongo, elemento apicale del sodalizio operativo ad Enziteto, da tempo detenuto in un istituto penitenziario del centro Italia. Gli inquirenti hanno accertato, infatti, come quest'ultimo, benché recluso in regime detentivo ordinario, dovendo scontare una precedente pena detentiva, attraverso il possesso clandestino di telefoni cellulari introdotti in carcere, avesse proseguito a dirigere la struttura criminale di appartenenza, ricevendo comunicazioni e veicolando ordini dal carcere diretti ai numerosi gregari in stato di libertà, nonché concordando e condividendo le strategie criminali ordite dagli elementi apicali della vasta e ramificata organizzazione mafiosa di riferimento. In tale ambito, già a partire dalla seconda metà dello scorso mese di agosto, è stato possibile documentare il crescente volume di messaggi di testo e conversazioni telefoniche intercorso tra i destinatari dell'odierno provvedimento, avente per oggetto i dissapori sorti tra i rappresentanti delle consorelle articolazioni dei quartieri Enziteto e Carbonara, derivanti da incomprensioni sorte in relazione alla ripartizione dei proventi delle attività illecite, nonché sostanziali contrasti personali tra gli elementi apicali delle due frange criminali, datati nel tempo e resi più acuti dal conseguente clima di sospetto reciproco venutosi a creare.
Pertanto, già nella prima decade del mese di settembre Faccilongo aveva disposto, attraverso il consolidato meccanismo di messaggi e comunicazioni tramite telefoni clandestini, che i propri sicari eseguissero una spedizione punitiva nei confronti di uno dei gregari di Baresi Carlo Alberto, rivale esponente della fazione del quartiere Carbonara, pure recluso. In questo contesto, la sera dell'11 settembre scorso Ranieri, convocato nel quartiere Enziteto, con la scusa di un ordinario chiarimento verbale, da parte del Carchedi e dello Sgaramella, è rimasto vittima di agguato in quanto gli interlocutori, in concorso con terzi in via di identificazione, a tradimento hanno esploso al suo indirizzo quattro colpi d'arma da fuoco cal. 9 mm., attingendolo alle gambe. Vano il tentativo di fuga a piedi nei vicoli del quartiere, da parte della vittima, che è stata raggiunta e colpita a morte attraverso l'esplosione di altri quattro colpi a distanza ravvicinata.
Sulla base del corposo corredo probatorio raccolto, cercando di evitare una drammatica escalation intestina al clan Strisciuglio, la D.D.A. di Bari ha avanzato al competente ufficio Gip la richiesta di applicazione di misura cautelare in carcere nei confronti del mandante e degli autori del delitto. Le indagini dei carabinieri proseguono al fine di identificare altri correi di Carchedi e Sgaramella nell'esecuzione materiale del delitto.