Cronaca
Bari, pregiudicato viveva in un appartamento acquistato con falsa donazione: scatta il sequestro
I carabinieri hanno ricostruito l'attività criminale dell'uomo, accertando che il denaro utilizzato per comprare l'abitazione derivava da rapine e estorsioni
Bari - lunedì 11 ottobre 2021
12.39 Comunicato Stampa
I Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Bari, coordinati dalla DDA della Procura della Repubblica di Bari e coadiuvati da quelli della Compagnia di Bari San Paolo, hanno eseguito il Decreto emanato dall'Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale di Bari, con il quale è stato disposto il sequestro preventivo nei confronti di Carlo Volpicella.
L'uomonegli anni 90 entrò a far parte al clan "Montani" e, fino all'inizio d degli anni 2000, impose la propria egida criminale nel quartiere San Paolo. L'uomo viveva in un appartamento di sette vani, del valore di 250mila euro, acquistato a nome della moglie attraverso denaro all'apparenza donatole dai genitori.
Gli agenti del Comando provinciale di Bari sono riusciti a risalire all'origine delle fortune di Volpicella, dimostrando come il denaro utilizzato per l'acquisto dell'immobile fosse in realtà di illecita provenienza.
Il provvedimento firmato dalla Dott.ssa Giulia Romanazzi, Presidente della Terza Sezione Penale del Tribunale di Bari, ricostruisce infatti gli oltre venti anni di conclamata attività criminale del proposto, dimostrando come lo stesso non avesse in realtà alcuna capacità economica che gli consentisse di effettuare un investimento di così ampia portata. Sono stati, al contrario, i molteplici furti in abitazione, le rapine, le estorsioni ed il traffico di stupefacenti che hanno permesso al 45enne pregiudicato barese di accumulare il capitale necessario ad "investire nel mattone".
Dapprima una finta donazione dei suoceri, che permetteva alla moglie dell'uomo di procedere all'acquisto di una casa poi rivenduta, a distanza di qualche anno, ad un valore quasi triplicato. Immediatamente dopo, ecco il nuovo investimento e l'acquisto, nel 2011, dell'abitazione ove la coppia aveva stabilito la propria residenza.
Ma i puntuali accertamenti svolti dall'Arma barese, seguendo a ritroso la provenienza del danaro utilizzato, hanno evidenziato come in realtà tutto, fin dall'inizio, fosse frutto di una donazione fittizia, messa in scena solo per simulare l'illecita provenienza del danaro accumulato dal VOLPICELLA grazie alle sue scorrerie criminali. Nello specifico, grazie ad una accurata e dettagliata analisi effettuata dalla 4^ Sezione del Nucleo Investigativo, specializzata nel settore delle indagini patrimoniali, è stata constatata una sproporzione rispetto ai redditi dichiarati di oltre 370.000,00 euro, riscontro eseguito attraverso la verifica dei redditi dichiarati dal soggetto negli ultimi vent'anni.
Con tutta evidenza il coinvolgimento nella c.d. operazione "Marte" e gli anni di carcere scontati anche per una associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine, furti in abitazione e ricettazione, sono serviti al Volpicella per capire che le tracce della sua ingiustificata ricchezza andavano nascoste. Ma l'azione congiunta della Magistratura barese e dell'Arma dei Carabinieri ha permesso, ancora una volta, di sottrarre alla disponibilità di soggetti pregiudicati e socialmente pericolosi beni di ingente valore, riportando nell'economia reale – e legale – capitali sistematicamente fagocitati dalle mafie locali.
L'uomonegli anni 90 entrò a far parte al clan "Montani" e, fino all'inizio d degli anni 2000, impose la propria egida criminale nel quartiere San Paolo. L'uomo viveva in un appartamento di sette vani, del valore di 250mila euro, acquistato a nome della moglie attraverso denaro all'apparenza donatole dai genitori.
Gli agenti del Comando provinciale di Bari sono riusciti a risalire all'origine delle fortune di Volpicella, dimostrando come il denaro utilizzato per l'acquisto dell'immobile fosse in realtà di illecita provenienza.
Il provvedimento firmato dalla Dott.ssa Giulia Romanazzi, Presidente della Terza Sezione Penale del Tribunale di Bari, ricostruisce infatti gli oltre venti anni di conclamata attività criminale del proposto, dimostrando come lo stesso non avesse in realtà alcuna capacità economica che gli consentisse di effettuare un investimento di così ampia portata. Sono stati, al contrario, i molteplici furti in abitazione, le rapine, le estorsioni ed il traffico di stupefacenti che hanno permesso al 45enne pregiudicato barese di accumulare il capitale necessario ad "investire nel mattone".
Dapprima una finta donazione dei suoceri, che permetteva alla moglie dell'uomo di procedere all'acquisto di una casa poi rivenduta, a distanza di qualche anno, ad un valore quasi triplicato. Immediatamente dopo, ecco il nuovo investimento e l'acquisto, nel 2011, dell'abitazione ove la coppia aveva stabilito la propria residenza.
Ma i puntuali accertamenti svolti dall'Arma barese, seguendo a ritroso la provenienza del danaro utilizzato, hanno evidenziato come in realtà tutto, fin dall'inizio, fosse frutto di una donazione fittizia, messa in scena solo per simulare l'illecita provenienza del danaro accumulato dal VOLPICELLA grazie alle sue scorrerie criminali. Nello specifico, grazie ad una accurata e dettagliata analisi effettuata dalla 4^ Sezione del Nucleo Investigativo, specializzata nel settore delle indagini patrimoniali, è stata constatata una sproporzione rispetto ai redditi dichiarati di oltre 370.000,00 euro, riscontro eseguito attraverso la verifica dei redditi dichiarati dal soggetto negli ultimi vent'anni.
Con tutta evidenza il coinvolgimento nella c.d. operazione "Marte" e gli anni di carcere scontati anche per una associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine, furti in abitazione e ricettazione, sono serviti al Volpicella per capire che le tracce della sua ingiustificata ricchezza andavano nascoste. Ma l'azione congiunta della Magistratura barese e dell'Arma dei Carabinieri ha permesso, ancora una volta, di sottrarre alla disponibilità di soggetti pregiudicati e socialmente pericolosi beni di ingente valore, riportando nell'economia reale – e legale – capitali sistematicamente fagocitati dalle mafie locali.