Vita di città
Bari pride 2020, il 18 luglio manifestazione "statica" in piazza Prefettura
Gli organizzatori hanno comunicato la location per l'evento, che si svolgerà rispettando la normativa anti-Covid
Bari - lunedì 13 luglio 2020
14.05
Mancava solo la location per completare il "puzzle": il Bari pride 2020 si terrà sabato 18 luglio in piazza Prefettura, a partire dalle 18. La manifestazione per i diritti della comunità Lgbtqia di quest'anno non si svolgerà con il solito corteo colorato per le vie della città, ma in forma "statica" per rispettare le norme sul distanziamento sociale previste per la prevenzione del Covid-19.
«Anche e soprattutto in un momento storico come questo infatti è necessario continuare a lottare per i nostri diritti: la pandemia ha reso ancora più marcate le disuguaglianze sociali, e molte persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali hanno vissuto difficoltà ulteriori, dalle discriminazioni in ambito lavorativo alle violenze in ambito domestico», si legge nella nota di Bari pride.
«Scendiamo in piazza con la volontà di far sentire la nostra voce ma in totale sicurezza - dichiara Matteo Nigri, co-portavoce del Bari Pride. Possiamo e vogliamo scendere in piazza nonostante quello che è accaduto, ma non vogliamo che ricapiti, e non vogliamo che la nostra urgenza di manifestare per i nostri diritti venga strumentalizzata».
Attraverso la pubblicazione del proprio manifesto politico, il coordinamento Bari Pride ha reso note le proprie rivendicazioni: in prima battuta, l'approvazione del disegno di legge nazionale contro la misoginia e l'omo-lesbo-bi-transfobia – che sarà discusso alla Camera il prossimo 27 luglio. «Una legge necessaria, seppur non totalmente bastevole, la cui approvazione non deve essere il risultato di mediazioni al ribasso sui nostri diritti, ma aprire le porte anche alla messa in campo di politiche attive per contrastare le discriminazioni in tutti gli ambiti, dalla formazione al lavoro», continuano dal coordinamento Bari pride.
«Tante altre sono le istanze, suddivise per piani territoriali: urgente sul piano regionale la stabilizzazione del servizio del Policlinico di Bari per le persone trans, centro di eccellenza che tuttavia periodicamente subisce il duro colpo dell'assenza di fondi; nato nel 2003 come progetto infatti, il DIG – day hospital per l'identità di genere, non è mai stato ricompreso nell'organico dei servizi sanitari offerti dal Policlinico, con enormi problemi per le soggettività trans. Sul piano nazionale invece si rivendica il matrimonio egualitario, il diritto alla genitorialità per le coppie omosessuali nonché il riconoscimento delle famiglie arcobaleno (già esistenti in gran numero, ma sprovviste di tutele giuridiche rispetto al genitore non biologico), parità sul piano retributivo fra uomini e donne, educazione sessuale nelle scuole e minori difficoltà burocratiche nel riconoscimento delle identità trans», continuano.
Per la città di Bari inoltre, gli organizzatori della manifestazione chiedono un «Rifugio che accolga le vittime di violenza omotransfobica, e l'iscrizione anagrafica presso il Comune di Bari di migranti e nativi senza fissa dimora. Un piccolo accorgimento burocratico – dicono gli organizzatori - che consentirebbe a tante persone l'accesso a servizi essenziali, come le cure mediche, e a diversi altri strumenti di welfare».
«Cerchiamo di abbracciare un'idea intersezionale rispetto alle nostre battaglie: il nostro slogan di quest'anno è 'nessun orgoglio per qualcuno di noi senza liberazione per tutti quanti noi», dichiara Carolina Velati, co-portavoce del Bari Pride.
«Anche e soprattutto in un momento storico come questo infatti è necessario continuare a lottare per i nostri diritti: la pandemia ha reso ancora più marcate le disuguaglianze sociali, e molte persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali hanno vissuto difficoltà ulteriori, dalle discriminazioni in ambito lavorativo alle violenze in ambito domestico», si legge nella nota di Bari pride.
«Scendiamo in piazza con la volontà di far sentire la nostra voce ma in totale sicurezza - dichiara Matteo Nigri, co-portavoce del Bari Pride. Possiamo e vogliamo scendere in piazza nonostante quello che è accaduto, ma non vogliamo che ricapiti, e non vogliamo che la nostra urgenza di manifestare per i nostri diritti venga strumentalizzata».
Attraverso la pubblicazione del proprio manifesto politico, il coordinamento Bari Pride ha reso note le proprie rivendicazioni: in prima battuta, l'approvazione del disegno di legge nazionale contro la misoginia e l'omo-lesbo-bi-transfobia – che sarà discusso alla Camera il prossimo 27 luglio. «Una legge necessaria, seppur non totalmente bastevole, la cui approvazione non deve essere il risultato di mediazioni al ribasso sui nostri diritti, ma aprire le porte anche alla messa in campo di politiche attive per contrastare le discriminazioni in tutti gli ambiti, dalla formazione al lavoro», continuano dal coordinamento Bari pride.
«Tante altre sono le istanze, suddivise per piani territoriali: urgente sul piano regionale la stabilizzazione del servizio del Policlinico di Bari per le persone trans, centro di eccellenza che tuttavia periodicamente subisce il duro colpo dell'assenza di fondi; nato nel 2003 come progetto infatti, il DIG – day hospital per l'identità di genere, non è mai stato ricompreso nell'organico dei servizi sanitari offerti dal Policlinico, con enormi problemi per le soggettività trans. Sul piano nazionale invece si rivendica il matrimonio egualitario, il diritto alla genitorialità per le coppie omosessuali nonché il riconoscimento delle famiglie arcobaleno (già esistenti in gran numero, ma sprovviste di tutele giuridiche rispetto al genitore non biologico), parità sul piano retributivo fra uomini e donne, educazione sessuale nelle scuole e minori difficoltà burocratiche nel riconoscimento delle identità trans», continuano.
Per la città di Bari inoltre, gli organizzatori della manifestazione chiedono un «Rifugio che accolga le vittime di violenza omotransfobica, e l'iscrizione anagrafica presso il Comune di Bari di migranti e nativi senza fissa dimora. Un piccolo accorgimento burocratico – dicono gli organizzatori - che consentirebbe a tante persone l'accesso a servizi essenziali, come le cure mediche, e a diversi altri strumenti di welfare».
«Cerchiamo di abbracciare un'idea intersezionale rispetto alle nostre battaglie: il nostro slogan di quest'anno è 'nessun orgoglio per qualcuno di noi senza liberazione per tutti quanti noi», dichiara Carolina Velati, co-portavoce del Bari Pride.