Vita di città
Bari pride, dai balconi alla strada la città dice sì ai diritti e all'amore
Oltre 5mila le persone che ieri hanno manifestato per le strade del centro. In prima fila sindaco e giunta
Bari - domenica 30 giugno 2019
9.31
Oltre 5mila persone in strada ieri per il Bari pride, a sostegno delle rivendicazioni della comunità Lgbt e di chi vive nel limbo dei diritti garantiti a metà, o non garantiti affatto. Una parata che ha raggiunto il suo obiettivo: in termini di partecipazione, ma soprattutto in termini di risposta da parte della città. Già, perché pregiudizio e intolleranza sono rimasti solo sui social: un centrifugato di commenti fuori luogo, favoriti dall'addizione fra i vari pride in giro per l'Italia e il caso della Sea Watch 3, con l'arresto della capitana Carola Rackete.
Nella vita reale, per le strade di Bari, l'odio non ha vinto. A prendere il sopravvento sono stati i colori dell'arcobaleno e l'amore: sostegno ha ricevuto l'evento da balconi e finestre lungo il percorso che ha portato i manifestanti da piazza Umberto a parco Perotti, passando per corso Cavour, piazza Diaz e via Dalmazia. Coinvolta e partecipe anche l'adesione delle fasce più anziane, quelle che spesso - forse a torto - vengono considerate le più difficili da sensibilizzare sul tema dei diritti di omosessuali e transessuali. Alla testa delle sedici realtà provinciali che hanno aderito al Bari pride l'amministrazione comunale di Bari: il sindaco Antonio Decaro ha sfilato aprendo il corteo alle spalle dello striscione col "polpo rainbow" insieme agli assessori Francesca Bottalico e Pietro Petruzzelli, con la new entry in giunta Ines Pierucci che al Bari pride ha fatto la prima uscita pubblica dopo aver ricevuto la delega alla Cultura.
«Questa deve diventare la città dei diritti, in cui tutti si devono sentire liberi di essere ciò che sono e di amare chi vogliono - commenta Decaro. Io sono il sindaco di tutti, ma soprattutto dei cittadini che ancora non vedono riconosciuti i propri diritti». «Siamo in prima fila per il Bari pride, per i diritti e per la libertà di amare - fa eco Francesca Bottalico, assessore al Welfare. Lavoriamo quotidianamente affinché ciascuno rispetti l'altro e farlo con una festa è anche più bello».
Assente la Regione Puglia, con il presidente Michele Emiliano impegnato a Lecce per un incontro con il ministro Lezzi. Resta, però, la frattura fra la comunità Lgbt e l'ente regionale, con il rifiuto del patrocinio da parte del Bari pride. Il motivo l'annosa vicenda del Ddl regionale anti-omofobia, che prevede azioni di sensibilizzazione nelle scuole e nei luoghi di lavoro ma che da due anni langue nelle retrovie dell'ordine del giorno in Consiglio. Matteo Nigri, portavoce del Bari pride, spiega: «La legge regionale, pur non avendo incidenza penale, sarebbe molto importante dal punto di vista civile. Questo stallo dimostra la doppiezza della nostra classe politica, che se da una parte sbandiera i colori arcobaleno, dall'altra non ha voglia di calendarizzare la discussione». Un'edizione del pride che festeggia un importante compleanno: il 2019 segna i 50 anni dai moti dello Stonewall Inn a New York, dove il 28 giugno 1969 si registrarono violenti scontri fra la polizia e gli avventori del pub gay di Manhattan. Una data convenzionalmente considerata come l'inizio delle rivendicazioni per i diritti di omosessuali e transessuali: «Siamo appena all'inizio - dice Porpora Marcasciano, madrina del Bari pride e presidente onoraria del Movimento identità transessuale. Ci sentiamo all'aurora di un percorso di liberazione: l'Italia è diventata un paese triste e pauroso, a cui noi contrapponiamo colore, curiosità e bellezza della vita».
Esplicito intento della manifestazione, infatti, è «Difendere i diritti umani, sociali e civili - conclude ancora Nigri. Discriminati sono le persone Lgbt, i disabili, i migranti, le donne; noi combattiamo contro patriarcato e sessismo, contro la piramide dei diritti e dei doveri».
Nella vita reale, per le strade di Bari, l'odio non ha vinto. A prendere il sopravvento sono stati i colori dell'arcobaleno e l'amore: sostegno ha ricevuto l'evento da balconi e finestre lungo il percorso che ha portato i manifestanti da piazza Umberto a parco Perotti, passando per corso Cavour, piazza Diaz e via Dalmazia. Coinvolta e partecipe anche l'adesione delle fasce più anziane, quelle che spesso - forse a torto - vengono considerate le più difficili da sensibilizzare sul tema dei diritti di omosessuali e transessuali. Alla testa delle sedici realtà provinciali che hanno aderito al Bari pride l'amministrazione comunale di Bari: il sindaco Antonio Decaro ha sfilato aprendo il corteo alle spalle dello striscione col "polpo rainbow" insieme agli assessori Francesca Bottalico e Pietro Petruzzelli, con la new entry in giunta Ines Pierucci che al Bari pride ha fatto la prima uscita pubblica dopo aver ricevuto la delega alla Cultura.
«Questa deve diventare la città dei diritti, in cui tutti si devono sentire liberi di essere ciò che sono e di amare chi vogliono - commenta Decaro. Io sono il sindaco di tutti, ma soprattutto dei cittadini che ancora non vedono riconosciuti i propri diritti». «Siamo in prima fila per il Bari pride, per i diritti e per la libertà di amare - fa eco Francesca Bottalico, assessore al Welfare. Lavoriamo quotidianamente affinché ciascuno rispetti l'altro e farlo con una festa è anche più bello».
Assente la Regione Puglia, con il presidente Michele Emiliano impegnato a Lecce per un incontro con il ministro Lezzi. Resta, però, la frattura fra la comunità Lgbt e l'ente regionale, con il rifiuto del patrocinio da parte del Bari pride. Il motivo l'annosa vicenda del Ddl regionale anti-omofobia, che prevede azioni di sensibilizzazione nelle scuole e nei luoghi di lavoro ma che da due anni langue nelle retrovie dell'ordine del giorno in Consiglio. Matteo Nigri, portavoce del Bari pride, spiega: «La legge regionale, pur non avendo incidenza penale, sarebbe molto importante dal punto di vista civile. Questo stallo dimostra la doppiezza della nostra classe politica, che se da una parte sbandiera i colori arcobaleno, dall'altra non ha voglia di calendarizzare la discussione». Un'edizione del pride che festeggia un importante compleanno: il 2019 segna i 50 anni dai moti dello Stonewall Inn a New York, dove il 28 giugno 1969 si registrarono violenti scontri fra la polizia e gli avventori del pub gay di Manhattan. Una data convenzionalmente considerata come l'inizio delle rivendicazioni per i diritti di omosessuali e transessuali: «Siamo appena all'inizio - dice Porpora Marcasciano, madrina del Bari pride e presidente onoraria del Movimento identità transessuale. Ci sentiamo all'aurora di un percorso di liberazione: l'Italia è diventata un paese triste e pauroso, a cui noi contrapponiamo colore, curiosità e bellezza della vita».
Esplicito intento della manifestazione, infatti, è «Difendere i diritti umani, sociali e civili - conclude ancora Nigri. Discriminati sono le persone Lgbt, i disabili, i migranti, le donne; noi combattiamo contro patriarcato e sessismo, contro la piramide dei diritti e dei doveri».