Vita di città
Bari ricorda Aldo Moro a 40 anni dall'omicidio. Decaro: «Ci ha insegnato senso del dovere»
Lunga mattinata di celebrazioni. Scoperte le targhe nei luoghi simbolici della permanenza in città dello statista
Bari - mercoledì 9 maggio 2018
13.43
Il 9 maggio del 1978 in via Caetani, a Roma, fu ritrovato il corpo di Aldo Moro, statista e già presidente del consiglio della DC assassinato dalle Brigate Rosse dopo 55 giorni di prigionia. Quarant'anni esatti sono trascorsi da quei tragici eventi e ancora sulla questione Moro non si è fatta sufficiente chiarezza. Un bisogno di verità che appare ancor più stringente in questi giorni di estrema instabilità politica in Italia.
Verità e ricordo: due elementi che vanno a braccetto. Stamattina, in occasione del quarantennale dall'omicidio Moro, a Bari si sono svolte lunghe e toccanti celebrazioni in memoria dello statista originario di Maglie, che nel Capoluogo visse, insegnò e svolse la sua professione di giurista, lasciando un profondo segno in diversi luoghi di Bari.
La mattinata di cerimonie è cominciata alle 9:30 in piazza Aldo Moro, in corrispondenza del monumento a lui dedicato, dove il sindaco di Bari Antonio Decaro ha deposto una corona di fiori.
«Aldo Moro fu barbaramente assassinato il 9 maggio di quarant'anni fa dai suoi carcerieri - ricorda Decaro. 55 giorni prima furono uccisi in via Fani cinque uomini della scorta che hanno difeso lo Atato fino alla fine. Moro ci ha insegnato il senso del dovere, e a esso dobbiamo richiamarci tutti quanti anche oggi. Da presidente dell'ANCI mi sono fatto portavoce di una proposta di legge sull'educazione alla cittadinanza, che è stata presentata al nuovo Parlamento. Aldo Moro alla sua terra ha dato tanto con passione, sentimento che che ha ucciso uomini e donne che hanno combattuto contro un'ideologia perversa, sovversiva. Nella militanza politica Moro vedeva impegno e libertà. Oggi rivolgiamo il pensiero tutte le vittime del terrorismo; in questa data si ricorda anche un'altra importante figura come quella di Peppino Impastato, morto per non cedere al potere della mafia. Celebriamo l'esempio di grandi uomini che hanno dato la vita per il Paese. L'amministrazione comunale ha voluto ricordare Aldo Moro con cinque targhe che ripercorrono le tappe della sua presenza a Bari».
«Soffriremmo meno se si ponesse fine all'omertà che ha messo insieme Stato, politica, servizi segreti e BR - dice Mario Loizzo, presidente del Consiglio Regionale. La morte di Moro è stato l'ultimo atto di una scia di sangue che ha macchiato l'Italia nel dopoguerra. La Regione Puglia ha dedicato a Moro lo spazio che questo nostro conterraneo merita: pronto a partire il progetto "Moro Vive" per ricostruire con 200 scuole superiori questa vicenda con rigore storico».
«Aldo Moro ci ha insegnato tanto, e la sua università è il segno dell'affermazione dei suoi valori - conclude Antonio Felice Uricchio, Magnifico Rettore dell'università di Bari che porta proprio il nome dello statista salentino. Tutti quelli che l'hanno conosciuto a Bari hanno apprezzato i suoi insegnamenti e il suo amore. La sua è una figura ancora di grande attualità, che conserva una straordinaria capacità di essere guida per tutti noi».
Dal monumento in ricordo di Aldo Moro le celebrazioni si sono trasferite in altri luoghi della città. Alle ore 10.30 il sindaco ha deposto un'altra corona di alloro presso il colonnato del Teatro Piccinni, in corso Vittorio Emanuele, dove un targa ricorda il presidente Moro e gli uomini dlela sua scorta.
A seguire sono state scoperte alcune delle pietre d'inciampo situate in luoghi simbolo dell'itinerario della memoria dell'onorevole Moro: presso la casa dove ha abitato con i genitori e i fratelli, in via Murat 51/f; presso l'Istituto d'arte "Renato Moro", in viale Vittorio Veneto, dove è situato il busto del padre, inaugurato dallo stesso Aldo Moro nel 1961 e, ancora, presso la parrocchia Santa Maria del Rosario, in piazza Garibaldi, frequentata dallo statista dal 1934 al 1946, quando fu eletto deputato dell'Assemblea Costituente.
Verità e ricordo: due elementi che vanno a braccetto. Stamattina, in occasione del quarantennale dall'omicidio Moro, a Bari si sono svolte lunghe e toccanti celebrazioni in memoria dello statista originario di Maglie, che nel Capoluogo visse, insegnò e svolse la sua professione di giurista, lasciando un profondo segno in diversi luoghi di Bari.
La mattinata di cerimonie è cominciata alle 9:30 in piazza Aldo Moro, in corrispondenza del monumento a lui dedicato, dove il sindaco di Bari Antonio Decaro ha deposto una corona di fiori.
«Aldo Moro fu barbaramente assassinato il 9 maggio di quarant'anni fa dai suoi carcerieri - ricorda Decaro. 55 giorni prima furono uccisi in via Fani cinque uomini della scorta che hanno difeso lo Atato fino alla fine. Moro ci ha insegnato il senso del dovere, e a esso dobbiamo richiamarci tutti quanti anche oggi. Da presidente dell'ANCI mi sono fatto portavoce di una proposta di legge sull'educazione alla cittadinanza, che è stata presentata al nuovo Parlamento. Aldo Moro alla sua terra ha dato tanto con passione, sentimento che che ha ucciso uomini e donne che hanno combattuto contro un'ideologia perversa, sovversiva. Nella militanza politica Moro vedeva impegno e libertà. Oggi rivolgiamo il pensiero tutte le vittime del terrorismo; in questa data si ricorda anche un'altra importante figura come quella di Peppino Impastato, morto per non cedere al potere della mafia. Celebriamo l'esempio di grandi uomini che hanno dato la vita per il Paese. L'amministrazione comunale ha voluto ricordare Aldo Moro con cinque targhe che ripercorrono le tappe della sua presenza a Bari».
«Soffriremmo meno se si ponesse fine all'omertà che ha messo insieme Stato, politica, servizi segreti e BR - dice Mario Loizzo, presidente del Consiglio Regionale. La morte di Moro è stato l'ultimo atto di una scia di sangue che ha macchiato l'Italia nel dopoguerra. La Regione Puglia ha dedicato a Moro lo spazio che questo nostro conterraneo merita: pronto a partire il progetto "Moro Vive" per ricostruire con 200 scuole superiori questa vicenda con rigore storico».
«Aldo Moro ci ha insegnato tanto, e la sua università è il segno dell'affermazione dei suoi valori - conclude Antonio Felice Uricchio, Magnifico Rettore dell'università di Bari che porta proprio il nome dello statista salentino. Tutti quelli che l'hanno conosciuto a Bari hanno apprezzato i suoi insegnamenti e il suo amore. La sua è una figura ancora di grande attualità, che conserva una straordinaria capacità di essere guida per tutti noi».
Dal monumento in ricordo di Aldo Moro le celebrazioni si sono trasferite in altri luoghi della città. Alle ore 10.30 il sindaco ha deposto un'altra corona di alloro presso il colonnato del Teatro Piccinni, in corso Vittorio Emanuele, dove un targa ricorda il presidente Moro e gli uomini dlela sua scorta.
A seguire sono state scoperte alcune delle pietre d'inciampo situate in luoghi simbolo dell'itinerario della memoria dell'onorevole Moro: presso la casa dove ha abitato con i genitori e i fratelli, in via Murat 51/f; presso l'Istituto d'arte "Renato Moro", in viale Vittorio Veneto, dove è situato il busto del padre, inaugurato dallo stesso Aldo Moro nel 1961 e, ancora, presso la parrocchia Santa Maria del Rosario, in piazza Garibaldi, frequentata dallo statista dal 1934 al 1946, quando fu eletto deputato dell'Assemblea Costituente.