Vita di città
Bari ricorda Gaetano Marchitelli, vittima innocente di mafia
Decaro: Qualcuno dice che era nel posto sbagliato. Non esistono esistono posti sbagliati ma persone sbagliate
Bari - mercoledì 2 ottobre 2019
15.16 Comunicato Stampa
Questa mattina in piazza Umberto, a Carbonara, si è svolta la cerimonia di commemorazione dell'omicidio di Gaetano Marchitelli, giovane vittima innocente di mafia alla presenza del sindaco Antonio Decaro e della presidente del Municipio IV Grazia Albergo.
«Orami sono passati 16 anni - ha detto il sindaco - Gaetano ne aveva solo 15 quando l'hanno ammazzato, qualcuno dice che quella sera era nel posto sbagliato. Ma in realtà non esistono posti sbagliati, perché ognuno di noi deve essere libero di andare dove vuole. Esistono, invece, persone sbagliate, quelle che lo hanno ucciso, persone per le quali la vita degli altri, la vita di un innocente, non vale niente. Gaetano 16 anni fa è stato ucciso a causa della guerra tra due clan rivali, gli Strisciuglio e i Di Cosola, ed è di ieri la notizia che l'organizzazione dei Di Cosola è stata definitivamente spazzata via con la notifica di 40 ordini di carcerazione, 20 dei quali nei confronti di persone già detenute. Restano gli Strisciuglio, che stanno provando a recuperare terreno, a Bari e in altre città del barese, ma sono sicuro che le Forze dell'Ordine e la Magistratura riusciranno a cancellare anche loro dal nostro territorio e dalla nostra comunità. Una comunità che deve trovare la forza di reagire: ritrovarci insieme, anno dopo anno, per ricordare Gaetano significa dire che non dimentichiamo l'omicidio di un ragazzo giovanissimo, un ragazzo per bene, che studiava e che faceva piccoli lavoretti per guadagnarsi da vivere e non gravare sulla sua famiglia. Oggi Gaetano avrebbe avuto 31 anni e, sebbene niente potrà restituirlo ai suoi genitori, Vito e Francesca, il nostro essere qui equivale a ribadire che non abbiamo nessuna intenzione di voltare la faccia dall'altra parte quando incontriamo quelle persone, quelle persone che estorcono, taglieggiano, ricattano e uccidono. Per questo è importante denunciare, come hanno fatto gli imprenditori che con la loro testimonianza hanno inchiodato gli affiliati al clan Di Cosola. È importante denunciare, anche in forma anonima, non solo per se stessi, ma per un'intera comunità che vuole affermare che ogni vita ha valore e che quello che è accaduto a Gaetano non deve più ripetersi».
«Negli ultimi anni ho partecipato a questa giornata come insegnante - dichiara Albergo - accompagnando le scolaresche e sensibilizzando i più piccoli sui temi della legalità e dell'antimafia. Quest'anno, in qualità di presidente del Municipio 4, mi accompagna ancora più forte la convinzione di sempre: ricordare è necessario per non dimenticare e per essere sempre più decisi nella lotta alla mafia».
«Orami sono passati 16 anni - ha detto il sindaco - Gaetano ne aveva solo 15 quando l'hanno ammazzato, qualcuno dice che quella sera era nel posto sbagliato. Ma in realtà non esistono posti sbagliati, perché ognuno di noi deve essere libero di andare dove vuole. Esistono, invece, persone sbagliate, quelle che lo hanno ucciso, persone per le quali la vita degli altri, la vita di un innocente, non vale niente. Gaetano 16 anni fa è stato ucciso a causa della guerra tra due clan rivali, gli Strisciuglio e i Di Cosola, ed è di ieri la notizia che l'organizzazione dei Di Cosola è stata definitivamente spazzata via con la notifica di 40 ordini di carcerazione, 20 dei quali nei confronti di persone già detenute. Restano gli Strisciuglio, che stanno provando a recuperare terreno, a Bari e in altre città del barese, ma sono sicuro che le Forze dell'Ordine e la Magistratura riusciranno a cancellare anche loro dal nostro territorio e dalla nostra comunità. Una comunità che deve trovare la forza di reagire: ritrovarci insieme, anno dopo anno, per ricordare Gaetano significa dire che non dimentichiamo l'omicidio di un ragazzo giovanissimo, un ragazzo per bene, che studiava e che faceva piccoli lavoretti per guadagnarsi da vivere e non gravare sulla sua famiglia. Oggi Gaetano avrebbe avuto 31 anni e, sebbene niente potrà restituirlo ai suoi genitori, Vito e Francesca, il nostro essere qui equivale a ribadire che non abbiamo nessuna intenzione di voltare la faccia dall'altra parte quando incontriamo quelle persone, quelle persone che estorcono, taglieggiano, ricattano e uccidono. Per questo è importante denunciare, come hanno fatto gli imprenditori che con la loro testimonianza hanno inchiodato gli affiliati al clan Di Cosola. È importante denunciare, anche in forma anonima, non solo per se stessi, ma per un'intera comunità che vuole affermare che ogni vita ha valore e che quello che è accaduto a Gaetano non deve più ripetersi».
«Negli ultimi anni ho partecipato a questa giornata come insegnante - dichiara Albergo - accompagnando le scolaresche e sensibilizzando i più piccoli sui temi della legalità e dell'antimafia. Quest'anno, in qualità di presidente del Municipio 4, mi accompagna ancora più forte la convinzione di sempre: ricordare è necessario per non dimenticare e per essere sempre più decisi nella lotta alla mafia».