Attualità
Bari ricorda la strage di Bologna a quarant'anni dal 2 agosto 1980
Nell'attentato alla stazione morirono 85 persone, di cui sette provenivano dalla nostra città
Bari - domenica 2 agosto 2020
13.33
Erano le 10:25 del 2 agosto 1980 quando nel piazzale della stazione di Bologna esplose una bomba che uccise 85 persone, ferendone più di duecento. A quarant'anni da quell'attentati, che le indagini hanno individuato come di matrice neo fascista ma su cui non si è mai riusciti a fare piena luce, la città di Bari ha ricordato le vittime con una cerimonia nei pressi del palazzo di città, dove una lapide riporta i nomi dei sette morti baresi in quell'eccidio.
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, presente alla cerimonia insieme al vicesindaco di Bari Eugenio Di Sciascio, dice: «Alle 10.25 del 2 agosto di 40 anni fa le vite di 85 persone sono state spezzate nella stazione ferroviaria di Bologna centrale. Sette di loro erano pugliesi, di Bari, la città più colpita per numero di vittime dopo Bologna. Il dolore e la rabbia vivono in noi insieme alla memoria di quello che è accaduto: non dimentichiamo che in quegli anni l'Italia ha attraversato un momento terribile dove il terrorismo stava squartando il Paese. Siamo usciti da quel momento drammatico attingendo a tutti i valori di cui siamo eredi, la Resistenza, l'antifascismo, ripudiando la violenza, difendendo i più deboli, la democrazia, la Costituzione, le istituzioni. Continuiamo a voler essere quella parte del mondo che restituisce speranza. Speranza che qualcuno credeva di spezzare uccidendo in modo vigliacco. La Puglia non dimentica Sonia Burri, Francesco Cesare Diomede Fresa, Vito Diomede Fresa, Errica Frigerio, Patrizia Messineo, Silvana Serravalli e Giuseppe Patruno, vittime innocenti della strage neofascista del 2 agosto 1980 della Stazione di Bologna».
Il sindaco di Bari Antonio Decaro scrive: «Sonia Burri, Francesco Cesare Diomede Fresa, Vito Diomede Fresa, Errica Frigerio, Patrizia Messineo, Giuseppe Patruno e Silvana Serravalli. I loro nomi sono incisi su una lapide presente sulla facciata del palazzo comunale. Sono sette cittadini baresi, rimasti vittime della strage di Bologna il 2 agosto di quaranta anni fa. Sette persone che insieme a tante altre morirono quel giorno senza avere nessuna colpa. L'Italia oggi ricorda il loro sacrificio e ricorda a tutti noi che non c'è giustizia senza verità, e non c'è pace per chi resta senza giustizia».
Mario Loizzo, presidente del consiglio regionale della Puglia, ricorda: «Quarant'anni fa, il 2 agosto 1980, l'orologio della stazione centrale di Bologna ha segnato, alle 10,25, l'ora del dolore di tanti, dell'infamia di pochi e dello sgomento di un Paese. Si voleva attentare alla democrazia, colpendo gli innocenti passeggeri e tanti lavoratori, nel primo sabato del mese tradizionalmente dedicato alle vacanze. Tribunali si sono espressi sulle responsabilità neofasciste, anche in via definitiva e tuttavia restano zone d'ombra su mandanti e complicità, pezzi di verità vanno accertati, domande attendono ancora risposte, come sempre negli episodi oscuri della storia repubblicana. Quello ch'è tragicamente certo, sono le ottantacinque vite troncate e gli oltre duecento feriti, tra loro anche bambini e comunque tutti incolpevoli, inermi, estranei all'odio sanguinario degli attentatori. E quella che non si è attenuata è la pena dei familiari, che si rinnova ad ogni anniversario. Ricorre il 2 agosto il ricordo della risposta commossa ma ferma delle Istituzioni, delle forze sociali e della comunità civile, che fecero blocco, impedendo al terrorismo di raggiungere gli obiettivi eversivi che perseguiva. Il Gonfalone della Regione Puglia sarà domenica a piazza Maggiore, nella cerimonia che onorerà la memoria delle vittime. Tra loro, sette pugliesi: Vito Diomede Fresa 62 anni, la moglie Errica Frigerio 57 anni, il figlio Francesco Cesare Diomede Fresa 14 anni; Giuseppe Patruno 18 anni; Silvana Serravalli 34 anni e le nipoti Patrizia Messineo 18 anni e Sonia Burri, di appena 7 anni».
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, presente alla cerimonia insieme al vicesindaco di Bari Eugenio Di Sciascio, dice: «Alle 10.25 del 2 agosto di 40 anni fa le vite di 85 persone sono state spezzate nella stazione ferroviaria di Bologna centrale. Sette di loro erano pugliesi, di Bari, la città più colpita per numero di vittime dopo Bologna. Il dolore e la rabbia vivono in noi insieme alla memoria di quello che è accaduto: non dimentichiamo che in quegli anni l'Italia ha attraversato un momento terribile dove il terrorismo stava squartando il Paese. Siamo usciti da quel momento drammatico attingendo a tutti i valori di cui siamo eredi, la Resistenza, l'antifascismo, ripudiando la violenza, difendendo i più deboli, la democrazia, la Costituzione, le istituzioni. Continuiamo a voler essere quella parte del mondo che restituisce speranza. Speranza che qualcuno credeva di spezzare uccidendo in modo vigliacco. La Puglia non dimentica Sonia Burri, Francesco Cesare Diomede Fresa, Vito Diomede Fresa, Errica Frigerio, Patrizia Messineo, Silvana Serravalli e Giuseppe Patruno, vittime innocenti della strage neofascista del 2 agosto 1980 della Stazione di Bologna».
Il sindaco di Bari Antonio Decaro scrive: «Sonia Burri, Francesco Cesare Diomede Fresa, Vito Diomede Fresa, Errica Frigerio, Patrizia Messineo, Giuseppe Patruno e Silvana Serravalli. I loro nomi sono incisi su una lapide presente sulla facciata del palazzo comunale. Sono sette cittadini baresi, rimasti vittime della strage di Bologna il 2 agosto di quaranta anni fa. Sette persone che insieme a tante altre morirono quel giorno senza avere nessuna colpa. L'Italia oggi ricorda il loro sacrificio e ricorda a tutti noi che non c'è giustizia senza verità, e non c'è pace per chi resta senza giustizia».
Mario Loizzo, presidente del consiglio regionale della Puglia, ricorda: «Quarant'anni fa, il 2 agosto 1980, l'orologio della stazione centrale di Bologna ha segnato, alle 10,25, l'ora del dolore di tanti, dell'infamia di pochi e dello sgomento di un Paese. Si voleva attentare alla democrazia, colpendo gli innocenti passeggeri e tanti lavoratori, nel primo sabato del mese tradizionalmente dedicato alle vacanze. Tribunali si sono espressi sulle responsabilità neofasciste, anche in via definitiva e tuttavia restano zone d'ombra su mandanti e complicità, pezzi di verità vanno accertati, domande attendono ancora risposte, come sempre negli episodi oscuri della storia repubblicana. Quello ch'è tragicamente certo, sono le ottantacinque vite troncate e gli oltre duecento feriti, tra loro anche bambini e comunque tutti incolpevoli, inermi, estranei all'odio sanguinario degli attentatori. E quella che non si è attenuata è la pena dei familiari, che si rinnova ad ogni anniversario. Ricorre il 2 agosto il ricordo della risposta commossa ma ferma delle Istituzioni, delle forze sociali e della comunità civile, che fecero blocco, impedendo al terrorismo di raggiungere gli obiettivi eversivi che perseguiva. Il Gonfalone della Regione Puglia sarà domenica a piazza Maggiore, nella cerimonia che onorerà la memoria delle vittime. Tra loro, sette pugliesi: Vito Diomede Fresa 62 anni, la moglie Errica Frigerio 57 anni, il figlio Francesco Cesare Diomede Fresa 14 anni; Giuseppe Patruno 18 anni; Silvana Serravalli 34 anni e le nipoti Patrizia Messineo 18 anni e Sonia Burri, di appena 7 anni».