Cronaca
Bari, rinviato processo delle fornacelle. Decaro: «Tendopoli calamità burocratica»
Il sindaco chiamato a testimoniare in qualità di parte civile: «Oggi incontro con i progettisti per il Polo della Giustizia»
Bari - mercoledì 30 maggio 2018
14.27
La giustizia non fa sconti a nessuno, neanche al Comune di Bari e al suo sindaco, chiamato stamattina a testimoniare in tribunale per il processo sulla "rivolta della fornacelle" alla festa di San Nicola 2016, per cui si è costituito parte civile. L'udienza è stata ovviamente rinviata, visto lo stato di emergenza in cui versa il palazzo di giustizia che dopo la dichiarazione di inagibilità ha trasferito le aule in una tendopoli di fortuna allestita nel cortile di via Nazariantz.
«Sapevo che l'udienza sarebbe stata rinviata quindi potevo non andarci, ma la legge è uguale per tutti così come i disagi - dice il sindaco Antonio Decaro, uscito dalla tenda dove è stato deciso per il rinvio del processo. Da cittadino sono andato lì, in una tenda, ad aspettare che venisse rinviata l'udienza. L'ho fatto per testimoniare il disagio che vive la città, non solo magistrati e avvocati ma tutti i cittadini, e per ribadire la richiesta che venga proclamato lo stato di emergenza. Bisogna iniziare a pensare alla requisizione di un immobile perché siamo di fronte a una vera e propria calamità burocratica, un terremoto tecnico-amministrativo. L'auspicio è di utilizzare, nel caso di emergenze come questa, le misure straordinarie. La mia paura di sindaco è che alla manifestazione d'interesse del Ministero degli Interni parteciperanno agenzie immobiliari proprietarie di strutture che hanno una superficie adeguata a ospitare tutte le esigenze di un tribunale in uno stesso stabile, ma non la compatibilità urbanistica. In quel caso s'inizierebbe tutto da capo».
«Dico questo - prosegue il sindaco - perché il Ministero della Giustizia ha appena concluso un'ulteriore indagine di mercato che ha dato nuovi risultati negativi, perché non c'erano edifici con quella superficie e quelle caratteristiche urbanistiche. Nel caso in cui venga dichiarato lo stato di emergenza o la possibilità di fare requisizioni si andrebbe temporaneamente in deroga alle norme nazionali, fino a quando non avremo il nuovo Polo della Giustizia».
I tempi per la costruzione e la messa a punto di una nuova cittadella nell'area delle casermette, dove celebrare i processi e dare spazio all'amministrazione della giustizia nella sua interezza non sono brevi. Da capire resta anche quando partiranno i lavoro: «Spero presto - dice Decaro. Oggi ho incontrato i progettisti che sono venuti a parlarmi insieme all'Agenzia del Demanio. Entro stasera daremo le indicazioni dal punto di vista urbanistico. I tecnici hanno già recepito le esigenze del tribunale e una volta ottenuto l'ok dal Ministero sulle prospettive delle esigenze di metratura consegneranno la progettazione agli uffici ministeriali. A loro spetterà il compito di ottemperare agli impegni assunti col protocollo di gennaio: finanziare la progettazione esecutiva e il primo lotto, proprio quello che ospiterà il tribunale penale».
«Sapevo che l'udienza sarebbe stata rinviata quindi potevo non andarci, ma la legge è uguale per tutti così come i disagi - dice il sindaco Antonio Decaro, uscito dalla tenda dove è stato deciso per il rinvio del processo. Da cittadino sono andato lì, in una tenda, ad aspettare che venisse rinviata l'udienza. L'ho fatto per testimoniare il disagio che vive la città, non solo magistrati e avvocati ma tutti i cittadini, e per ribadire la richiesta che venga proclamato lo stato di emergenza. Bisogna iniziare a pensare alla requisizione di un immobile perché siamo di fronte a una vera e propria calamità burocratica, un terremoto tecnico-amministrativo. L'auspicio è di utilizzare, nel caso di emergenze come questa, le misure straordinarie. La mia paura di sindaco è che alla manifestazione d'interesse del Ministero degli Interni parteciperanno agenzie immobiliari proprietarie di strutture che hanno una superficie adeguata a ospitare tutte le esigenze di un tribunale in uno stesso stabile, ma non la compatibilità urbanistica. In quel caso s'inizierebbe tutto da capo».
«Dico questo - prosegue il sindaco - perché il Ministero della Giustizia ha appena concluso un'ulteriore indagine di mercato che ha dato nuovi risultati negativi, perché non c'erano edifici con quella superficie e quelle caratteristiche urbanistiche. Nel caso in cui venga dichiarato lo stato di emergenza o la possibilità di fare requisizioni si andrebbe temporaneamente in deroga alle norme nazionali, fino a quando non avremo il nuovo Polo della Giustizia».
I tempi per la costruzione e la messa a punto di una nuova cittadella nell'area delle casermette, dove celebrare i processi e dare spazio all'amministrazione della giustizia nella sua interezza non sono brevi. Da capire resta anche quando partiranno i lavoro: «Spero presto - dice Decaro. Oggi ho incontrato i progettisti che sono venuti a parlarmi insieme all'Agenzia del Demanio. Entro stasera daremo le indicazioni dal punto di vista urbanistico. I tecnici hanno già recepito le esigenze del tribunale e una volta ottenuto l'ok dal Ministero sulle prospettive delle esigenze di metratura consegneranno la progettazione agli uffici ministeriali. A loro spetterà il compito di ottemperare agli impegni assunti col protocollo di gennaio: finanziare la progettazione esecutiva e il primo lotto, proprio quello che ospiterà il tribunale penale».