Vita di città
Bari, un albero in memoria di Giovanni Palatucci, ultimo questore di Fiume
Per lui una medaglia d’oro al Merito Civile, è stato riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato dal genocidio migliaia di ebrei
Bari - mercoledì 10 febbraio 2021
18.27 Comunicato Stampa
Questa mattina, presso il Giardino Storico Isabella D'Aragona, la Polizia di Stato, in collaborazione con il Comune di Bari, ha proceduto alla piantumazione di un leccio con targa di intitolazione alla memoria di Giovanni Palatucci, ultimo Questore di Fiume, Medaglia d'oro al Merito Civile, riconosciuto "Giusto tra le Nazioni" per aver salvato dal genocidio migliaia di ebrei.
Nato a Montella, in provincia di Avellino, nel 1909, Palatucci conseguì la laurea in giurisprudenza presso l'Università di Torino e, nel 1936, giurò come volontario Vice Commissario di Pubblica Sicurezza.
Nel 1937 venne trasferito alla Questura di Fiume come responsabile dell'Ufficio Stranieri e, successivamente, divenne Commissario e Questore reggente. In quel contesto, riuscì salvare oltre 5 mila ebrei dai campi di sterminio.
Per onorare la sua memoria è stato piantumato un albero all'interno del Giardino Storico Isabella D'Aragona, proprio di fronte alla via di accesso della Questura di Bari. Nel corso di una breve cerimonia, alla presenza del Prefetto, del Questore, del Vice Sindaco di Bari e delle principali Autorità religiose, civili e militari, è stata scoperta una targa commemorativa, benedetta da Monsignor Giuseppe Satriano - Vescovo dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto.
Nel suo intervento il Questore di Bari, Giuseppe Bisogno, ha sottolineato come, a seguito dell'emanazione delle leggi razziali antisemite, Palatucci si schierò immediatamente in favore dei cittadini ebrei, ma anche di tutti coloro che erano in fuga da altre nazioni e transitavano per il confine istriano.
Nel 1939, Palatucci sottrasse alla cattura della Gestapo una nave con 800 fuggiaschi ebrei, nascondendoli temporaneamente presso il Vescovado di Fiume. Migliaia i perseguitati da lui instradati all'estero con ogni stratagemma possibile, verso Paesi liberi; in tanti, gli ebrei smistati nel campo di raccolta di Campagna, in provincia di Salerno, dove grazie alla presenza del Vescovo Giuseppe Maria Palatucci, zio di Giovanni Palatucci, veniva loro riservato un trattamento improntato ad autentica umanità.
Arrestato dalla Gestapo il 13 settembre 1944, fu condannato a morte e deportato nel campo di sterminio di Dachau, dove morì il 10 febbraio 1945, a soli 36 anni.
Giovanni Palatucci, definito dai cittadini ebrei giusto tra i giusti, con la sua bontà, il coraggio e l'abnegazione ha esaltato le migliori tradizioni della sua terra d'origine ed ha splendidamente onorato la Polizia italiana.
Nato a Montella, in provincia di Avellino, nel 1909, Palatucci conseguì la laurea in giurisprudenza presso l'Università di Torino e, nel 1936, giurò come volontario Vice Commissario di Pubblica Sicurezza.
Nel 1937 venne trasferito alla Questura di Fiume come responsabile dell'Ufficio Stranieri e, successivamente, divenne Commissario e Questore reggente. In quel contesto, riuscì salvare oltre 5 mila ebrei dai campi di sterminio.
Per onorare la sua memoria è stato piantumato un albero all'interno del Giardino Storico Isabella D'Aragona, proprio di fronte alla via di accesso della Questura di Bari. Nel corso di una breve cerimonia, alla presenza del Prefetto, del Questore, del Vice Sindaco di Bari e delle principali Autorità religiose, civili e militari, è stata scoperta una targa commemorativa, benedetta da Monsignor Giuseppe Satriano - Vescovo dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto.
Nel suo intervento il Questore di Bari, Giuseppe Bisogno, ha sottolineato come, a seguito dell'emanazione delle leggi razziali antisemite, Palatucci si schierò immediatamente in favore dei cittadini ebrei, ma anche di tutti coloro che erano in fuga da altre nazioni e transitavano per il confine istriano.
Nel 1939, Palatucci sottrasse alla cattura della Gestapo una nave con 800 fuggiaschi ebrei, nascondendoli temporaneamente presso il Vescovado di Fiume. Migliaia i perseguitati da lui instradati all'estero con ogni stratagemma possibile, verso Paesi liberi; in tanti, gli ebrei smistati nel campo di raccolta di Campagna, in provincia di Salerno, dove grazie alla presenza del Vescovo Giuseppe Maria Palatucci, zio di Giovanni Palatucci, veniva loro riservato un trattamento improntato ad autentica umanità.
Arrestato dalla Gestapo il 13 settembre 1944, fu condannato a morte e deportato nel campo di sterminio di Dachau, dove morì il 10 febbraio 1945, a soli 36 anni.
Giovanni Palatucci, definito dai cittadini ebrei giusto tra i giusti, con la sua bontà, il coraggio e l'abnegazione ha esaltato le migliori tradizioni della sua terra d'origine ed ha splendidamente onorato la Polizia italiana.