Cronaca
Bastonate all’ex violento di una parente: condannati Damiano Di Cosola e il figlio
La vittima, un 34enne che aveva avuto una relazione con una loro parente, sarebbe stato picchiato con calci, pugni e con «un grosso bastone»
Bari - martedì 28 gennaio 2025
16.24
Il Tribunale di Bari (giudice Antonietta Guerra) ha condannato a 1 anno di reclusione con le accuse di lesioni aggravate e porto di bastone Damiano Di Cosola e a 10 mesi, solo per la prima imputazione, suo figlio Cosimo per il brutale pestaggio di un cittadino romeno avvenuto nel rione Ceglie del Campo il 10 ottobre 2022.
La vittima, un 34enne che aveva avuto una relazione con la figlia di Damiano, Angela, sarebbe stato picchiato in una stazione di servizio. L'aggressione era stata ricostruita dai Carabinieri anche grazie alla visione di un filmato, nel quale si vedeva una persona accovacciata a terra mentre veniva percossa con calci, pugni e con «un grosso bastone», come si legge nel capo d'imputazione, tanto da riportare un trauma cranico «escoriato» e una ferita lacero contusa alla mano sinistra.
Dal filmato è stato inoltre possibile ricostruire anche le frasi pronunciate dagli aggressori: «Te ne devi andare di qua, non ti fare vedere mai più, ti devo sparare». I due, rispettivamente di 53 e 22 anni, fratello e nipote del boss deceduto Antonio, sono pregiudicati appartenenti della famiglia Di Cosola, ma sarebbero estranei alle dinamiche del sodalizio. Nei giorni precedenti l'aggressione, la vittima si sarebbe recata vicino la casa della ex compagna e avrebbe iniziato a importunarla.
Il movente del pestaggio è stato ricostruito con la denuncia di Angela Di Cosola, presentata dopo che i parenti si erano avventati contro l'ex compagno. La donna aveva messo a verbale che il 10 ottobre, mentre si trovava in un bar, l'ex convivente l'aveva ripetutamente minacciata e aveva ottenuto il divieto d'avvicinamento.
La vittima, un 34enne che aveva avuto una relazione con la figlia di Damiano, Angela, sarebbe stato picchiato in una stazione di servizio. L'aggressione era stata ricostruita dai Carabinieri anche grazie alla visione di un filmato, nel quale si vedeva una persona accovacciata a terra mentre veniva percossa con calci, pugni e con «un grosso bastone», come si legge nel capo d'imputazione, tanto da riportare un trauma cranico «escoriato» e una ferita lacero contusa alla mano sinistra.
Dal filmato è stato inoltre possibile ricostruire anche le frasi pronunciate dagli aggressori: «Te ne devi andare di qua, non ti fare vedere mai più, ti devo sparare». I due, rispettivamente di 53 e 22 anni, fratello e nipote del boss deceduto Antonio, sono pregiudicati appartenenti della famiglia Di Cosola, ma sarebbero estranei alle dinamiche del sodalizio. Nei giorni precedenti l'aggressione, la vittima si sarebbe recata vicino la casa della ex compagna e avrebbe iniziato a importunarla.
Il movente del pestaggio è stato ricostruito con la denuncia di Angela Di Cosola, presentata dopo che i parenti si erano avventati contro l'ex compagno. La donna aveva messo a verbale che il 10 ottobre, mentre si trovava in un bar, l'ex convivente l'aveva ripetutamente minacciata e aveva ottenuto il divieto d'avvicinamento.