Attualità
Bimbo morto, l'omelia di monsignor Satriano che ha commosso tanti
Stamane i funerali del piccolo Angelo nella cappella del cimitero monumentale
Bari - sabato 18 gennaio 2025
11.49
Si sono svolti questa mattina, sabato 18 gennaio, nella cappella del cimitero monumentale di Bari, i funerali del bimbo trovato morto il 2 gennaio all'interno della culla termica della Parrocchia di San Giovanni Battista, a Poggiofranco.
Questa la riflessione omiletica di monsignor Giuseppe Satriano che ha officiato il rito religioso per il piccolo, battezzato Angelo.
«È tempo di dolore, di silenzio e di preghiera. Piccolo fratello, piccolo figlio d'uomo senza nome, angelo che hai toccato nel profondo le nostre vite, ti scrivo portando il dolore di una città e di una comunità ecclesiale, di tanti operatori sanitari e di tanti uomini e donne che hanno saputo della tua vicenda. Preghiamo per te, avvertendo nel cuore una sofferenza infinita. Possa questa preghiera riscaldare il tuo cuore. Possa questa preghiera essere balsamo di consolazione per la tua mamma, che per nove mesi ti ha atteso, tra tante fatiche e paure. Possa questa preghiera divenire per noi umile richiesta di perdono. Sulla soglia del villaggio di Nain, Gesù toccato dall'intimo dolore di quella donna le disse: "Non piangere", intrecciando le sue viscere di misericordia con quelle dolenti della madre. La rassicurò, la consolò amandola nel suo profondo smarrimento.
Avremmo voluto anche noi consolare il tuo pianto, ma non c'eravamo; avremmo voluto alleviare le fatiche del cuore di tua madre, aiutandoti a vivere, ma non siamo stati capaci di impedire la tua morte. Quanto dolore e quanta fatica, il cuore scoppia. Perdonaci, ma soprattutto perdonami piccolo fratello, per la mia incapacità di guardare oltre, per le mie omissioni. Dal cielo, dove sarai, come angelo di luce, donaci un tuo sorriso, consola il cuore della tua mamma e di chi ti ha voluto bene, intercedi per noi, perché liberi dal giudizio facile sugli altri, impariamo a ritrovare sguardi di comprensione e di bene. Mentre ti scrivo, provo a immaginare il tuo corpicino adagiato nella bara e avverto un desiderio, che penso sia anche di tanta gente: ti consegniamo alle braccia del Signore che saprà, col suo sguardo tenero e profondo, donarti pace e gioia sussurrando al tuo cuore: "Non piangere".
Sì, è così che immagino Gesù accanto a te, proteso con la sua sconfinata tenerezza a cullarti, cantandoti una dolce ninna nanna. Una ninna nanna che potrebbe avere queste parole che ti canto come ultimo abbraccio: "Amico mio, non temere più la notte, guarda quante stelle in cielo splendono per te. Le ho accese io perché tu non fossi triste e alla sera quando dormi ne accendo una in più. Ho visto un bimbo, che piangeva e mi ha guardato, mi ha guardato e mi ha sorriso, proprio come te. Amico mio non temere più il silenzio, senti quante voci ormai cantano per te, non piangere più tra le strade della terra, una strada bianca c'è, per venire da me". Il Signore Gesù ti accolga e la Vergine Madre ti custodisca col suo manto. Gli Angeli cantino per te. Riposa in pace piccolo fratello, piccolo figlio d'uomo senza nome, angelo che hai toccato nel profondo le nostre vite».
Questa la riflessione omiletica di monsignor Giuseppe Satriano che ha officiato il rito religioso per il piccolo, battezzato Angelo.
«È tempo di dolore, di silenzio e di preghiera. Piccolo fratello, piccolo figlio d'uomo senza nome, angelo che hai toccato nel profondo le nostre vite, ti scrivo portando il dolore di una città e di una comunità ecclesiale, di tanti operatori sanitari e di tanti uomini e donne che hanno saputo della tua vicenda. Preghiamo per te, avvertendo nel cuore una sofferenza infinita. Possa questa preghiera riscaldare il tuo cuore. Possa questa preghiera essere balsamo di consolazione per la tua mamma, che per nove mesi ti ha atteso, tra tante fatiche e paure. Possa questa preghiera divenire per noi umile richiesta di perdono. Sulla soglia del villaggio di Nain, Gesù toccato dall'intimo dolore di quella donna le disse: "Non piangere", intrecciando le sue viscere di misericordia con quelle dolenti della madre. La rassicurò, la consolò amandola nel suo profondo smarrimento.
Avremmo voluto anche noi consolare il tuo pianto, ma non c'eravamo; avremmo voluto alleviare le fatiche del cuore di tua madre, aiutandoti a vivere, ma non siamo stati capaci di impedire la tua morte. Quanto dolore e quanta fatica, il cuore scoppia. Perdonaci, ma soprattutto perdonami piccolo fratello, per la mia incapacità di guardare oltre, per le mie omissioni. Dal cielo, dove sarai, come angelo di luce, donaci un tuo sorriso, consola il cuore della tua mamma e di chi ti ha voluto bene, intercedi per noi, perché liberi dal giudizio facile sugli altri, impariamo a ritrovare sguardi di comprensione e di bene. Mentre ti scrivo, provo a immaginare il tuo corpicino adagiato nella bara e avverto un desiderio, che penso sia anche di tanta gente: ti consegniamo alle braccia del Signore che saprà, col suo sguardo tenero e profondo, donarti pace e gioia sussurrando al tuo cuore: "Non piangere".
Sì, è così che immagino Gesù accanto a te, proteso con la sua sconfinata tenerezza a cullarti, cantandoti una dolce ninna nanna. Una ninna nanna che potrebbe avere queste parole che ti canto come ultimo abbraccio: "Amico mio, non temere più la notte, guarda quante stelle in cielo splendono per te. Le ho accese io perché tu non fossi triste e alla sera quando dormi ne accendo una in più. Ho visto un bimbo, che piangeva e mi ha guardato, mi ha guardato e mi ha sorriso, proprio come te. Amico mio non temere più il silenzio, senti quante voci ormai cantano per te, non piangere più tra le strade della terra, una strada bianca c'è, per venire da me". Il Signore Gesù ti accolga e la Vergine Madre ti custodisca col suo manto. Gli Angeli cantino per te. Riposa in pace piccolo fratello, piccolo figlio d'uomo senza nome, angelo che hai toccato nel profondo le nostre vite».