Territorio
Boom di furti nelle campagne della Puglia, spariti trecento milioni di euro
Coldiretti: "Barbatelle, pali per l'uva e teste di idranti ora nel mirino della criminalità"
Puglia - lunedì 1 aprile 2019
Si moltiplica la conta dei danni in campagna con il boom di furti in campagna che solo nel 2018 ha toccato i 300 milioni di euro in un anno. In particolare Coldiretti denuncia il furto delle cosiddette barbatelle, le piante di uva da vino
"Furti di barbatelle appena messe a dimora nell'area a nord di Lecce, teste degli idranti dei pozzi artesiani spariti a Salice Salentino e a Guagnano e nella zona orientale della provincia di Taranto, pali dei vigneti in fumo nell'agro di San Giorgio jonico e a Manduria sono solo gli ultimi episodi quotidiani ai danni degli agricoltori per cui chiediamo l'interno del Ministro dell'Interno Salvini", denuncia il vicepresidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo. "Assistiamo alla 'stagionalità' delle attività criminose in campagna – aggiunge Cavallo – perché squadre ben organizzate tagliano i ceppi dell'uva da vino a marzo e aprile, rubano l'uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l'anno, ma preferiscono i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati, rubano gli ulivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca".
Si registra un'impennata di fenomeni criminosi che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo – rileva Coldiretti Puglia – e non si tratta più soltanto di "ladri di polli", quanto di veri criminali che organizzano raid capaci di mettere in ginocchio un'azienda, specie se di dimensioni medie o piccole.
"In diverse zone della Puglia – aggiunge Filippo De Miccolis, presidente di Coldiretti Brindisi – bande organizzate stanno rubando i pali di ferro dai terreni e le corone, oltre a tagliare i cavi delle spalliere con gravissimi danni ai vigneti. Il fenomeno della micro e macro criminalità nelle aree rurali pugliesi è divenuto pressante e pericoloso per la stessa incolumità degli agricoltori e in questo scenario di strisciante diffusione dell'illegalità e clima di pericolosa incertezza, le aziende corrono il forte rischio di perdere competitività".
"Furti di barbatelle appena messe a dimora nell'area a nord di Lecce, teste degli idranti dei pozzi artesiani spariti a Salice Salentino e a Guagnano e nella zona orientale della provincia di Taranto, pali dei vigneti in fumo nell'agro di San Giorgio jonico e a Manduria sono solo gli ultimi episodi quotidiani ai danni degli agricoltori per cui chiediamo l'interno del Ministro dell'Interno Salvini", denuncia il vicepresidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo. "Assistiamo alla 'stagionalità' delle attività criminose in campagna – aggiunge Cavallo – perché squadre ben organizzate tagliano i ceppi dell'uva da vino a marzo e aprile, rubano l'uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l'anno, ma preferiscono i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati, rubano gli ulivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca".
Si registra un'impennata di fenomeni criminosi che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo – rileva Coldiretti Puglia – e non si tratta più soltanto di "ladri di polli", quanto di veri criminali che organizzano raid capaci di mettere in ginocchio un'azienda, specie se di dimensioni medie o piccole.
"In diverse zone della Puglia – aggiunge Filippo De Miccolis, presidente di Coldiretti Brindisi – bande organizzate stanno rubando i pali di ferro dai terreni e le corone, oltre a tagliare i cavi delle spalliere con gravissimi danni ai vigneti. Il fenomeno della micro e macro criminalità nelle aree rurali pugliesi è divenuto pressante e pericoloso per la stessa incolumità degli agricoltori e in questo scenario di strisciante diffusione dell'illegalità e clima di pericolosa incertezza, le aziende corrono il forte rischio di perdere competitività".