Scuola e Lavoro
Bosch, i lavoratori: «L'azienda non mantiene gli impegni presi»
Manifestazione ieri mattina dei dipendenti dello stabilimento barese contro la condotta della società
Bari - sabato 17 marzo 2018
Comunicato Stampa
Manifestazione dei lavoratori della Bosch ieri a Bari. L'azienda non starebbe rispettando gli accordi presi, e i lavoratori si troverebbero in una situazione in cui saranno costretti prima della fine dell'anno a chiedere all'azienda di utilizzare la banca ore oppure fare assenze non retribuite. Sembra infatti che stiano sfruttando i giorni di ferie dei dipendenti concessi per sopperire alle flessioni del mercato per sopperire invece ai flussi produttivi interni o per la mancanza materiale dovuto ad "errori".
«Lo scorso ottobre Bosch - dichiara la Fiom Cgil Bari - insieme ai sindacati di Fim, Fiom, Uilm e alla Task force della Regione Puglia, dopo una vertenza durata diversi mesi per evitare i licenziamenti di 500 lavoratori, hanno stipulato un'accordo che prevedeva la disponibilità da parte di Bosch di utilizzare i Par dei lavoratori per fronteggiare i cali produttivi con chiusure collettive, e attivare la cassa integrazione ordinaria quando c'è ne fosse stata la necessità. Ma puntualmente l'azienda, in maniera arbitraria ed unilaterale, nonostante gli sforzi da parte sindacale nel cercare una soluzione che non penalizzasse ancora una volta i lavoratori, ha tirato dritto in barba all'accordo, che per le chiusure collettive prevede l'avviso preventivo e congruo agli stessi lavoratori».
«La Fiom rivendica il rispetto dell'accordo - sottolineano - poiché i lavoratori hanno una dignità e una vita sociale. E a garanzia di quanto detto, oltre alla firma dei sindacati, c'è la firma della regione Puglia rappresentata dalla task force. Già in passato la Bosch è stata condannata per condotta antisindacale, perché non nuova a certi atteggiamenti. Non si possono trasformare lavoratori che hanno un contratto nazionale di categoria in lavoratori a chiamata e siamo solo all'inizio di un percorso di sacrifici che ci vedrà impegnati tutti per i prossimi 5 anni, ma se questi sono i presupposti siamo messi molto male per il futuro produttivo dello stabilimento di Bari. Abbiamo in Bosch superato l'era del lavoro somministrato e onestamente non vorremmo ritornare a provare quell'esperienza».
«Abbiamo chiesto un'incontro con tutte le parti firmatarie in assindustria - concludono - per rimettere in ordine la situazione, se non ci saranno le condizioni che hanno permesso di trovare una sintesi l'azienda se ne assumerà la responsabilità è valuteremo azioni legali per rivendicare ciò che abbiamo sottoscritto».
«Lo scorso ottobre Bosch - dichiara la Fiom Cgil Bari - insieme ai sindacati di Fim, Fiom, Uilm e alla Task force della Regione Puglia, dopo una vertenza durata diversi mesi per evitare i licenziamenti di 500 lavoratori, hanno stipulato un'accordo che prevedeva la disponibilità da parte di Bosch di utilizzare i Par dei lavoratori per fronteggiare i cali produttivi con chiusure collettive, e attivare la cassa integrazione ordinaria quando c'è ne fosse stata la necessità. Ma puntualmente l'azienda, in maniera arbitraria ed unilaterale, nonostante gli sforzi da parte sindacale nel cercare una soluzione che non penalizzasse ancora una volta i lavoratori, ha tirato dritto in barba all'accordo, che per le chiusure collettive prevede l'avviso preventivo e congruo agli stessi lavoratori».
«La Fiom rivendica il rispetto dell'accordo - sottolineano - poiché i lavoratori hanno una dignità e una vita sociale. E a garanzia di quanto detto, oltre alla firma dei sindacati, c'è la firma della regione Puglia rappresentata dalla task force. Già in passato la Bosch è stata condannata per condotta antisindacale, perché non nuova a certi atteggiamenti. Non si possono trasformare lavoratori che hanno un contratto nazionale di categoria in lavoratori a chiamata e siamo solo all'inizio di un percorso di sacrifici che ci vedrà impegnati tutti per i prossimi 5 anni, ma se questi sono i presupposti siamo messi molto male per il futuro produttivo dello stabilimento di Bari. Abbiamo in Bosch superato l'era del lavoro somministrato e onestamente non vorremmo ritornare a provare quell'esperienza».
«Abbiamo chiesto un'incontro con tutte le parti firmatarie in assindustria - concludono - per rimettere in ordine la situazione, se non ci saranno le condizioni che hanno permesso di trovare una sintesi l'azienda se ne assumerà la responsabilità è valuteremo azioni legali per rivendicare ciò che abbiamo sottoscritto».