Associazioni
Cambiamenti climatici e crisi socioeconomica, Fridays for future Bari protesta davanti al Piccinni
Gli attivisti stamattina protagonisti di un sit in silenzioso con i cartelli e gli striscioni prodotti durante gli ultimi scioperi per l'ambiente
Bari - lunedì 8 giugno 2020
11.37
Tornano a manifestare i ragazzi e le ragazze di Fridays for future Bari: da questa mattina i giovani attivisti per l'ambiente hanno posizionato ai piedi del teatro comunale Piccinni tutti i cartelli preparati in occasione degli scioperi per il clima dell'ultimo anno. «Sarà il silenzio protagonista di questa mobilitazione, ma le riflessioni sulla situazione attuale non mancano: il lockdown del nostro Paese e di quasi tutto il Pianeta per la pandemia da Coronavirus ha fatto emergere tutte le contraddizioni del nostro sistema socioeconomico», annunciano da Fff Bari.
I manifestanti spiegano così il motivo del sit in di protesta: «Dai fenomeni di spillover (il salto di specie della patogenicità di un virus dall'animale all'uomo, come successo per il SARS-CoV2 e per tanti virus letali degli ultimi 50 anni) come diretta conseguenza della distruzione degli habitat e degli allevamenti intensivi, all'insostenibilità del sistema di produzione, che non può garantire sicurezza né per chi ci lavora né per l'ambiente circostante, alla mancanza di giustizia nella distribuzione delle ricchezze, dove il "Io resto a Casa" spesso non ha tenuto conto di chi una casa non ce l'ha o non è sicura, né una rete di salvataggio davanti al lockdown economico: in sintesi, siamo davanti a due crisi, quella socio-economica e quella ambientale».
Per gli attivisti e le attiviste di Fridays for future Bari, «La soluzione è una sola: è il momento di ripensare la nostra società e la nostra economia. Come Fff Italia abbiamo strutturato una proposta firmata da esperti, scienziati, su come portare avanti una riconversione ecologica, esposte in una lettera aperta consultabile al link https://ritornoalfuturo.org/la-lettera/. Ancora una volta, dobbiamo pensare globale ed agire locale. Oggi è impossibile pensare ad una ripartenza che non tenga conto della transizione ecologica, e quindi nuovi posti di lavoro che puntino sull'energia rinnovabile diffusa, della mobilità sostenibile nelle nostre città, dell'efficientamento energetico degli edifici, nonché a un ripensamento di tutto il sistema agroalimentare. È necessario, inoltre, riaffermare il ruolo pubblico nell'economia, attraverso sussidi pubblici vincolati alla riconversione ecologica e una programmazione precisa per una rapida riconversione verso imprese sostenibili. La giustizia climatica non si realizzerà senza la giustizia sociale: il progresso deve muoversi per ampliare la democrazia, la ricerca pubblica e libera e l'accesso all'istruzione, con l'obiettivo di tutelare la salute dei territori e delle comunità. Oggi dobbiamo dirci che senza la tutela dei lavoratori e delle fasce della popolazione più esposte alla conseguenze della crisi climatica e economica non possiamo definire la direzione in cui la nostra società viaggia. Il nostro impegno, infine, deve essere improntato a far si che quella del futuro sia un'Europa dei popoli e della riconversione ecologica».
I manifestanti spiegano così il motivo del sit in di protesta: «Dai fenomeni di spillover (il salto di specie della patogenicità di un virus dall'animale all'uomo, come successo per il SARS-CoV2 e per tanti virus letali degli ultimi 50 anni) come diretta conseguenza della distruzione degli habitat e degli allevamenti intensivi, all'insostenibilità del sistema di produzione, che non può garantire sicurezza né per chi ci lavora né per l'ambiente circostante, alla mancanza di giustizia nella distribuzione delle ricchezze, dove il "Io resto a Casa" spesso non ha tenuto conto di chi una casa non ce l'ha o non è sicura, né una rete di salvataggio davanti al lockdown economico: in sintesi, siamo davanti a due crisi, quella socio-economica e quella ambientale».
Per gli attivisti e le attiviste di Fridays for future Bari, «La soluzione è una sola: è il momento di ripensare la nostra società e la nostra economia. Come Fff Italia abbiamo strutturato una proposta firmata da esperti, scienziati, su come portare avanti una riconversione ecologica, esposte in una lettera aperta consultabile al link https://ritornoalfuturo.org/la-lettera/. Ancora una volta, dobbiamo pensare globale ed agire locale. Oggi è impossibile pensare ad una ripartenza che non tenga conto della transizione ecologica, e quindi nuovi posti di lavoro che puntino sull'energia rinnovabile diffusa, della mobilità sostenibile nelle nostre città, dell'efficientamento energetico degli edifici, nonché a un ripensamento di tutto il sistema agroalimentare. È necessario, inoltre, riaffermare il ruolo pubblico nell'economia, attraverso sussidi pubblici vincolati alla riconversione ecologica e una programmazione precisa per una rapida riconversione verso imprese sostenibili. La giustizia climatica non si realizzerà senza la giustizia sociale: il progresso deve muoversi per ampliare la democrazia, la ricerca pubblica e libera e l'accesso all'istruzione, con l'obiettivo di tutelare la salute dei territori e delle comunità. Oggi dobbiamo dirci che senza la tutela dei lavoratori e delle fasce della popolazione più esposte alla conseguenze della crisi climatica e economica non possiamo definire la direzione in cui la nostra società viaggia. Il nostro impegno, infine, deve essere improntato a far si che quella del futuro sia un'Europa dei popoli e della riconversione ecologica».