Cronaca
Carcere di Bari, il procuratore generale: «Trattamento disumano»
Annamaria Tosto in visita alla casa circondariale: «Grande preoccupazione per il sovraffollamento»
Bari - sabato 8 febbraio 2020
2.21
Le condizioni dei detenuti all'interno del carcere di Bari non convincono le autorità. L'ultima, in ordine di tempo, a essersi espressa negativamente in merito alla casa circondariale è stata Annamaria Tosto, procuratore generale presso la Corte di Appello di Bari, che al termine di una visita nell'istituto penitenziario ha sottolineato i dati sul sovraffollamento e sulla gestione del centro clinico carcerario. Secondo il magistrato, il penitenziario barese versa in «Condizioni che si avvicinano pericolosamente a quelle considerate "trattamento disumano" dalla Corte europea per i Diritti dell'uomo».
Nella casa circondariale di Bari sono reclusi 460 detenuti, su una capienza di 299 presenze; il centro clinico ospita 24 posti letto, ma le visite specialistiche sono state, solo nel 2018, 11mila all'interno dell'Istituto, cui devono aggiungersi le 1.250 effettuate all'esterno.
«Il sovraffollamento desta grande preoccupazione - ha detto Tosto. Le condizioni sono incompatibili con la finalità rieducativa della pena. Il sovraffollamento dell'Istituto, a vocazione sanitaria e, per questo, destinato ad ospitare anche detenuti provenienti da carceri e bisognosi di cure specialistiche, mette a rischio la salute del detenuto».
Nella casa circondariale di Bari sono reclusi 460 detenuti, su una capienza di 299 presenze; il centro clinico ospita 24 posti letto, ma le visite specialistiche sono state, solo nel 2018, 11mila all'interno dell'Istituto, cui devono aggiungersi le 1.250 effettuate all'esterno.
«Il sovraffollamento desta grande preoccupazione - ha detto Tosto. Le condizioni sono incompatibili con la finalità rieducativa della pena. Il sovraffollamento dell'Istituto, a vocazione sanitaria e, per questo, destinato ad ospitare anche detenuti provenienti da carceri e bisognosi di cure specialistiche, mette a rischio la salute del detenuto».