Un carcere
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Cronaca

Carcere di Bari, tenta di evadere ma sbaglia strada e rientra dagli uffici della Direzione

A tentare l’evasione, un detenuto di origini marocchine che ha approfittato della mancata sorveglianza

Ha dell'inverosimile l'audace impresa di un detenuto del Carcere di Bari che, nella giornata di ieri, martedì 11 giugno, ha tentato con disinvoltura l'evasione.
Destino ha voluto che, anziché imboccare l'uscita, il detenuto è rientrato nella casa circondariale dagli uffici della Direzione. A delineare i contorni dell'episodio tragicomico, la denuncia del SAPPE - Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, che in una nota ricostruisce la dinamica della tentata evasione e denuncia la carenza di personale che affligge le carceri italiane.

Durante i passeggi, approfittando dell'assenza dell'agente addetto alla sorveglianza, allontanatosi per accompagnare un detenuto in Ospedale, l'uomo si è arrampicato sul muro scavalcandolo. Sceso nell'intercinta , è riuscito quindi a salire sul muro di cinta, ma invece di dileguarsi all'esterno ha sbagliato strada ed arrivato dritto negli uffici della Direzione, dove è stato tempestivamente bloccato e riportato all'interno.

«Fortunatamente è finita bene - spiegano dal SAPPE - ma se il detenuto fosse riuscito ad evadere ed avesse fatto male a qualche cittadino chi ne avrebbe pagato le conseguenze? Forse sarebbe stato aperto un fascicolo nei confronti dei poliziotti, nonché dei vertici del carcere, per non aver garantito la sicurezza del penitenziario, che versa in grave carenza di personale, e per aver distolto il poliziotto dal proprio posto di servizio.

Riteniamo che si debba aprire un fascicolo nei confronti di chi gestisce il servizio sanitario all'interno del carcere di Bari. Nonostante siano impiegate circa di una settantina di unità (ci dicono) tra medici, specialisti, tecnici, parasanitari ecc., verrebbero violate in moltissime occasioni delle norme precise che prevedono l'uscita di detenuti dal carcere presso strutture ospedaliere, "solo in presenza di grave pericolo per i detenuti".

Sia chiaro, se un detenuto sta male ed ha necessità di visita bisogna agire in fretta, però da quello che ci viene raccontato non sembra che vada così per decine e decine di ricoveri in ospedale, soprattutto nelle ore serali e notturne, in cui i poliziotti in servizio sono già insufficienti per garantire la sicurezza del carcere in condizioni normali. Infatti abbiamo notizia che l'accompagnamento "urgente" del detenuto sia stato determinato da una lite scoppiata tra detenuti pericolosi di alta sicurezza verso le 8.30 del mattino. Subito dopo sarebbe stato visitato dal medico di guardia che non avrebbe adottato alcun provvedimento.

Alle ore 12.30 circa, il detenuto in questione sarebbe stato visitato dal dentista, il quale benché fosse presente in carcere dalle ore 10, dopo aver rilevato la perdita di un dente, richiedeva l'accompagnamento urgente dello stesso presso l'ospedale. Per cui, per far fronte a tale "emergenza" si provvedeva ad accorpare più posti di servizio ai poliziotti penitenziari, per trovare il personale per accompagnare il detenuto (alta sicurezza) sotto scorta. Ci è stato anche riferito che il detenuto sarebbe entrato in ospedale con il codice verde e sarebbe uscito con lo stesso codice per cui i poliziotti hanno aspettato per parecchie ore prima di ritornare in carcere.

A questo punto ci chiediamo è mai possibile che nessuno si preoccupi del fatto che se un detenuto esce dal carcere per motivi sanitari anche quando non dovrebbe, oltreché violare una legge dello stato, si mette in grave rischio la sicurezza del carcere e della cittadinanza? Perché se questo detenuto si è fatto male alle 8.30 è stato mandato in ospedale "con urgenza" alle 13 circa? Perché il dentista presente in carcere tempo prima lo ha visitato con calma per poi richiedere un accompagnamento di urgenza? Perché non si chiedono alla Direzione del carcere di Bari i numeri impressionanti dei ricoveri richiesti con urgenza che urgenti non sarebbero, dato che rientrano nel penitenziario con il codice verde oppure bianco, e per questi motivi è corretto che si tengano bloccati i poliziotti per ore al pronto soccorso, quando il carcere è praticamente sguarnito? Perché con tanti specialisti presenti nel carcere si mandano centinaia e centinaia di detenuti (se non migliaia) a fare visite di ogni tipo all'esterno del carcere?

Perché il Dirigente sanitario del carcere autorizza il trasferimento a Bari di decine e decine di detenuti con gravi patologie che non può accogliere nel centro clinico poiché pieno, e poi li scarica nelle sezioni detentive in camere fatiscenti senza cure adeguate? Perché chi dovrebbe tutelare i detenuti, garanti, radicali, Antigone ecc. sempre pronti a sparare contro i poliziotti chiudono gli occhi e non vedono in che condizioni vengono tenuti i detenuti gravemente malati, altroché tortura! E come mai gli specialistici psichiatrici lavorerebbero solo la mattina (ci dicono), lasciando le decine e decine di detenuti con seri problemi mentali nei pomeriggi, nelle sere, nelle notti, lasciando i poliziotti a prendere botte?

Come mai si è allocato un pericoloso detenuto psichiatrico, che era stato allontanato da altre carceri per aggressioni ai poliziotti ed incendio delle stanze in cui era ristretto, in una comune sezione detentiva, invece di essere sistemato in una stanza idonea sotto il controllo medico, permettendogli così di incendiare anche la sua stanza alla seconda sezione, scatenando la rivolta degli altri detenuti della sezione appianata dai pochi agenti in servizio quella notte che poi sono stati anche condannati per tortura per aver salvato la vita allo stesso ed ad altri 130 detenuti?

Perché a tutt'oggi si vuole aprire con urgenza il primo piano del centro clinico che ha preso fuoco a gennaio per metterci i detenuti malati, nonostante non siano stati fatti i lavori per renderlo sicuro, a differenza di quanto avviene in altri casi per cui la magistratura oltre a sequestrare tutto individua anche i probabili responsabili? Perché si continuano a tenere detenuti su sedie a rotelle nelle sezioni detentive che in caso di incendio od altro, non sarebbero fortunati così come quei cinque salvati dalla morte sicura dai poliziotti nel mese di gennaio, poiché non ci sono vie di fuga, con barriere architettoniche e fatiscenza che l'ASL fa finta di non vedere, invece di chiudere? Il SAPPE si augura che la tentata evasione faccia dissolvere questo muro di gomma nonché aprire gli occhi a chi dovere, Magistratura penale e di sorveglianza, nonché il signor prefetto, poiché questi eventi critici oltreché creare allarme sociale nel territorio provocano terrore tra la popolazione. La polizia penitenziaria non ci sta più a fare da agnello sacrificale per le responsabilità di altri».
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