Attualità
Carenza di organico nell'istituto penitenziario di Bari, sit-in di protesta
Domani mattina manifestazione davanti al provveditorato regionale in via De Gasperi
Bari - giovedì 27 maggio 2021
17.25 Comunicato Stampa
Una manifestazione di protesta unitaria, organizzata da SAPPE, OSAPP, SIPPE-SINAPPE, UIL, CISL e CNPP si terrà davanti alla sede del Provveditorato Regionale, in via De Gasperi, per denunciare la gravissima carenza d'organico esistente nell'Istituto Penitenziario di Bari
«La sede barese è l'unica, nella regione Puglia, a non aver ottenuto almeno l'organico stabilito dalla legge Madia - si legge in una nota dei sindacati - pari a 276 unità, poiché alla data attuale amministra 256 unità di cui 12 sono distaccate presso la sede del PRAP. Tale situazione determina gravi rischi per la sicurezza e porta il personale a subire stress correlato all'attività lavorativa; fattispecie assolutamente inaccettabile e non più sostenibile».
«Con la struttura sanitaria SAI - prosegue la nota - l'Istituto Barese è diventato un ospedale. Al suo interno sono presenti detenuti appartenenti alla criminalità organizzata di tutte le regioni italiane, situazione che crea problemi di sicurezza nei reparti detentivi, poiché gli stessi non vengono ricoverati presso il SAI, ma assegnati ai reparti dell'Istituto. La struttura sanitaria non assicura l'assistenza e, quotidianamente, produce ricoveri esterni e decine di visite ambulatoriali nelle strutture sanitarie esterne, svuotando il carcere dei pochi agenti rimasti in servizio».
«La situazione del carcere barese, da sempre istituto di rilevanza strategica per le diverse situazioni dei clan contrapposti delle sezioni alta sicurezza e della quotidiana carenza di posti per l'accettazione degli arrestati, mette il personale tutto in condizioni di grave rischio, senza che vi sia un adeguato numero di uomini utili ad affrontare le emergenze quotidiane», aggiungono i sindacati.
«Le OO.SS. chiedono che il SAI sia trasferito in altro istituto nell'ipotesi in cui non sia garantito il servizio, poiché non funzionale e soprattutto pericoloso per la continua fuoriuscita di detenuti nelle strutture esterne - concludono - Inoltre, chiedono una convocazione urgente al Provveditore. In caso di mancata convocazione si riservano di avviare denunce alla magistratura del lavoro per le condizioni di mancanza di diritto dei lavoratori, oltre ai continui rischi per la sicurezza. Chiediamo, infine, l'assegnazione immediata di almeno 80 unità di Polizia Penitenziaria, per integrare sia il personale in servizio in Istituto, che quello assegnato all'NTP provinciale».
«La sede barese è l'unica, nella regione Puglia, a non aver ottenuto almeno l'organico stabilito dalla legge Madia - si legge in una nota dei sindacati - pari a 276 unità, poiché alla data attuale amministra 256 unità di cui 12 sono distaccate presso la sede del PRAP. Tale situazione determina gravi rischi per la sicurezza e porta il personale a subire stress correlato all'attività lavorativa; fattispecie assolutamente inaccettabile e non più sostenibile».
«Con la struttura sanitaria SAI - prosegue la nota - l'Istituto Barese è diventato un ospedale. Al suo interno sono presenti detenuti appartenenti alla criminalità organizzata di tutte le regioni italiane, situazione che crea problemi di sicurezza nei reparti detentivi, poiché gli stessi non vengono ricoverati presso il SAI, ma assegnati ai reparti dell'Istituto. La struttura sanitaria non assicura l'assistenza e, quotidianamente, produce ricoveri esterni e decine di visite ambulatoriali nelle strutture sanitarie esterne, svuotando il carcere dei pochi agenti rimasti in servizio».
«La situazione del carcere barese, da sempre istituto di rilevanza strategica per le diverse situazioni dei clan contrapposti delle sezioni alta sicurezza e della quotidiana carenza di posti per l'accettazione degli arrestati, mette il personale tutto in condizioni di grave rischio, senza che vi sia un adeguato numero di uomini utili ad affrontare le emergenze quotidiane», aggiungono i sindacati.
«Le OO.SS. chiedono che il SAI sia trasferito in altro istituto nell'ipotesi in cui non sia garantito il servizio, poiché non funzionale e soprattutto pericoloso per la continua fuoriuscita di detenuti nelle strutture esterne - concludono - Inoltre, chiedono una convocazione urgente al Provveditore. In caso di mancata convocazione si riservano di avviare denunce alla magistratura del lavoro per le condizioni di mancanza di diritto dei lavoratori, oltre ai continui rischi per la sicurezza. Chiediamo, infine, l'assegnazione immediata di almeno 80 unità di Polizia Penitenziaria, per integrare sia il personale in servizio in Istituto, che quello assegnato all'NTP provinciale».