Eventi e cultura
"Carosello ingegno italiano", lo storico programma in un libro
Franco Liuzzi racconta come è nata la comunicazione televisiva
Bari - sabato 27 aprile 2019
10.00
Una conferenza-spettacolo sulla storia di Carosello, un programma televisivo di successo, colto, raffinato e divertente, trasmesso per la prima volta il 3 febbraio del 1957. Pochi giorni fa in uno dei primi appuntamenti, al circolo di lettura di Rai Puglia a Bari è stato presentato "il primo ed ultimo libro" del Prof. Franco Liuzzi, "Carosello, ingegno italiano". Ad introdurre e condurre questo approfondimento il Direttore Rai Gianni Di Giuseppe, incuriosito da una definizione di Carosello presente nel libro: "Carosello, è stato capace di raccontare la storia degli italiani e dunque appartiene a tutti". E' iniziato così il focus sull'importate ruolo di Carosello nella storia della Televisione che nasce in verità negli ultimi mesi nel 1953, dopo un periodo di sperimentazione. E' la Televisione che aggrega per istruire, per informare, per intrattenere e per divertire, con il quiz "Lascia o raddoppia?" condotto da Mike Buongiorno o con il varietà "Un Due e Tre" con Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. E con Carosello, un programma dedicato alla reclame che in pochi minuti offre teatro, cinema, musica e letteratura. Enrico Vaime ha definito il rapporto tra Attori e Carosello, "Per esigenze alimentari" ovvero un modo per sbarcare il lunario tra un film o una messa in scena ed un'altra. Attori che a volte si negano alla reclame. Ed altre volte appunto si concedono. Parliamo di chi si occupa di arti nobili, dei grandi attori, cantanti, divi, animatori, ma anche di operatori di macchina, assistenti e addetti. Carosello è una prima forma di pubblicità per le aziende che vogliono promuoversi in Televisione. "La Televisione -spiega Liuzzi- accoglie lo spirito americano secondo cui deve insegnare a consumare e lo spazio dedicato al consumo. Carosello interpreta questo dettato e lo arricchisce a volte di spunti ingenui, altre di arte". Curiosa la coincidenza per cui proprio nel 1957 in Italia nascono i supermercati (Esselunga la prima insegna), cambiano i prodotti ed il modo di fare la spesa. "La pubblicità -continua Liuzzi- sollecita il consumo e i supermercati consentono di moltiplicare le opportunità di consumo e facilitano il prolungamento del tempo di sosta all'interno della superficie commerciale. Quindi è un progetto organico, un disegno costruito fin troppo bene per essere casuale". Carosello poi adotta una formula ingenua ed allo stesso tempo perfetta che incanta tutti, bambini, adolescenti, genitori, zii e nonni, fino al 1977. La prima parte, il Miele, presenta un brano musicale, una hit del momento, ma anche un pezzo di cinema, di teatro, di scenette; la seconda parte, il Codino, è dedicata alla reclame dell'azienda. "Ma quando Totò si concede alla Star -spiega Liuzzi- pretende di essere l'autore della sceneggiatura del Carosello e scrive uno strepitoso pezzo di cinema. E dopo la prima parte, Totò fa apparire sullo schermo la scritta "fine" come nei film. E' solo dopo che comincia invece il codino finale, dedicato alla pubblicità, a sancire dove termina il lavoro nobile dell'artista e dove comincia invece la parte commerciale. E nel codino Totò non cita mai l'azienda Star ma gioca con una voce fuori campo per invitare all'acquisto".
E' il direttore Di Giuseppe però a sottolineare una curiosità: "Quando nasce Carosello nel '57 nessun giornale ne parla, quando termina invece nel'77 ne parlano tutti. Alcuni titoli scrivono della morte di Carosello. Ma chi è stato il vero colpevole di questo delitto?
"L'artefice di questa fine -continua Liuzzi- è stato il mercato perché aveva bisogno di più spazi pubblicitari e Carosello non era più in grado di accogliere la domanda di inserzionisti che era oltremodo cresciuta". Un contributo importante è dato dal cinema d'animazione che presto diventa una soluzione più interessante (e conveniente). In Carosello c'è spazio per alcune "sperimentazioni" : tra tutte, quelle di due grandi innovatori come Fusako Yusaki, la designer giapponese, che inventa la claymation ovvero animazioni della plastilina per Fernet Branca. E poi la testimonianza di Sergio Cavandoli, figlio del grande Osvaldo ideatore della "La linea". "Ed è proprio grazie alla scoperta delle opere di Fusako Yusaki e Osvaldo Cavandoli - conclude Liuzzi - che sono nate le mie conferenze-spettacolo. Dal 2006 circumnavigo l'Italia per narrare la storia della Televisione e mi sono reso conto di quanti siano gli italiani interessati a sentirsi raccontare la loro storia. E quanti di essi siano giovani curiosi di conoscere un'epoca che non hanno vissuto". Il libro "Carosello, ingegno italiano" è un buon inizio per cominciare a conoscere la nostra storia, si articola in otto capitoli e racconta come nasce questa idea; chi sono tutti gli artefici: autori, attori, animatori, cantanti, musicisti, operatori e tanti altri che hanno lavorato esordito a Carosello. "Chi ama Carosello - conclude il direttore - lo fa per diversi motivi qualcuno perché si occupa di comunicazione, altri lo amano perché dialoga ed in qualche modo c'è una parte infantile in ognuno di noi, un bambino interiore che quindi ama ascoltare queste fiabe. Carosello fondamentalmente è stata una fiaba che ha raccontato una serie di fiabe".
E' il direttore Di Giuseppe però a sottolineare una curiosità: "Quando nasce Carosello nel '57 nessun giornale ne parla, quando termina invece nel'77 ne parlano tutti. Alcuni titoli scrivono della morte di Carosello. Ma chi è stato il vero colpevole di questo delitto?
"L'artefice di questa fine -continua Liuzzi- è stato il mercato perché aveva bisogno di più spazi pubblicitari e Carosello non era più in grado di accogliere la domanda di inserzionisti che era oltremodo cresciuta". Un contributo importante è dato dal cinema d'animazione che presto diventa una soluzione più interessante (e conveniente). In Carosello c'è spazio per alcune "sperimentazioni" : tra tutte, quelle di due grandi innovatori come Fusako Yusaki, la designer giapponese, che inventa la claymation ovvero animazioni della plastilina per Fernet Branca. E poi la testimonianza di Sergio Cavandoli, figlio del grande Osvaldo ideatore della "La linea". "Ed è proprio grazie alla scoperta delle opere di Fusako Yusaki e Osvaldo Cavandoli - conclude Liuzzi - che sono nate le mie conferenze-spettacolo. Dal 2006 circumnavigo l'Italia per narrare la storia della Televisione e mi sono reso conto di quanti siano gli italiani interessati a sentirsi raccontare la loro storia. E quanti di essi siano giovani curiosi di conoscere un'epoca che non hanno vissuto". Il libro "Carosello, ingegno italiano" è un buon inizio per cominciare a conoscere la nostra storia, si articola in otto capitoli e racconta come nasce questa idea; chi sono tutti gli artefici: autori, attori, animatori, cantanti, musicisti, operatori e tanti altri che hanno lavorato esordito a Carosello. "Chi ama Carosello - conclude il direttore - lo fa per diversi motivi qualcuno perché si occupa di comunicazione, altri lo amano perché dialoga ed in qualche modo c'è una parte infantile in ognuno di noi, un bambino interiore che quindi ama ascoltare queste fiabe. Carosello fondamentalmente è stata una fiaba che ha raccontato una serie di fiabe".