Servizi sociali
"Casa delle Culture", presentato il brand elaborato con al partecipazione degli utenti
Bottalico: «Progetto interculturale che diventerà riferimento non solo per Bari, ma ci auguriamo a livello europeo»
Bari - venerdì 17 novembre 2017
15.15 Comunicato Stampa
È stato presentato oggi, a Palazzo di Città, alla presenza dell'assessora al Welfare Francesca Bottalico, il brand relativo alla "Casa delle Culture",servizio avviato lo scorso maggio, finanziato dall'assessorato al Welfare del Comune di Bari e gestito dall'ATS costituita da consorzio Elpendù, cooperativa sociale C.A.P.S., associazione interculturale Abusuan e G.L.R. - Gruppo lavoro rifugiati.
Il risultato del percorso di costruzione dell'identità visiva del centro, attivato nell'ambito delle numerose attività promosse all'interno di Casa delle Culture, ha visto la partecipazione di cittadini italiani e migranti e il supporto di un team di esperti di comunicazione e grafica. Il brand accompagnerà tutte le future iniziative che saranno realizzate dalla e nella Casa delle Culture.
Alla conferenza stampa hanno partecipato il presidente della cooperativa C.A.P.S Marcello Signorile, Marina Angiuli del Gruppo lavoro rifugiati e Grazia Lomonaco per la cooperativa sociale C.A.P.S. Il progetto grafico è stato illustrato da Matteo Serra dello studio creativo Pazlab.
«Il laboratorio con gli ospiti del centro sviluppato in sei incontri da quattro ore circa ciascuno - ha spiegato Serra - ha portato all'elaborazione del logo. La novità sta nell'aver scelto una strada più 'partecipativa' con tutti i ragazzi, italiani e migranti. Insieme abbiamo sviluppato un ragionamento ampio e profondo, che ha considerato 'culture' e non 'casa' la parola chiave sulla quale lavorare, perché abbiamo capito che nella costruzione delle identità le culture non vanno sovrapposte, bensì scomposte e ricomposte. Si è ragionato anche sui colori, abbinati alle varie attività realizzate nel centro. Il carattere scelto, invece, è un'evoluzione del font 'beneventana barese' che rappresenta il punto di incontro delle diverse culture che si sono alternate sul territorio. Ci siamo ispirati anche alle forme e alle strutture delle città di provenienza dei ragazzi, per poter comprendere meglio la loro idea di casa».
«Oggi presentiamo uno dei primi risultati del progetto polifunzionale della Casa delle Culture - ha dichiarato Francesca Bottalico - che, in soli 6 mesi, ha permesso di coinvolgere tantissimi cittadini e istituzioni in eventi sociali e socioculturali e di concludere più del 50 per cento di interventi di inclusione socio-lavorativa e scolastica rivolti agli ospiti. Una esperienza di accoglienza, educazione e promozione interculturale che auspichiamo possa diventare un punto di riferimento per l'intera città, per la regione e non solo. Nelle prossime giornate, infatti, saremo a Bruxelles proprio per parlare del progetto che oggi, anche grazie al nuovo logo elaborato attraverso il racconto di storie e identità dagli stessi cittadini italiani e migranti, avrà anche un'identità visiva, oltre che culturale e sociale. L'invito è quello di visitare la nostra Casa delle Culture che nasce nel cuore del quartiere San Paolo ma che porta in sé tutte le identità della nostra città e della nostra società».
Dal 2 maggio ad oggi, la Casa delle Culture ha accolto 48 perone, delle quali 4 sono donne. A tutti è stato offerto supporto e accompagnamento sociale, educativo e orientamento legale. La maggior parte dei migranti ospitati provengono dalla Somalia (13, dei quali 3 sono donne), Gambia (7), Bangladesh (5), Nigeria (4). In sei mesi di attività sono stati attivati 4 tirocini formativi retribuiti, 7 persone sono state inserite lavorativamente in attività strutturate e altre 7 in attività lavorative saltuarie. Inoltre, 7 ospiti sono stati iscritti regolarmente presso i C.P.A. delle scuole medie "Lombardi" e "Melo da Bari". Molti degli ospiti utilizzano la permanenza come spazio di decompressione e contesto protetto per poter portare avanti progetti personali già pianificati, avendo tempo e modo di completarne l'organizzazione e di confrontarsi in merito con gli operatori.
Sono state, invece, 201 le persone che finora hanno usufruito dei servizi dello sportello di integrazione socio-sanitaria, compresi gli ospiti della Casa delle Culture. Sono attivi in modo permanente il corso di italiano e il corso di orientamento al lavoro, entrambi aperti sia agli ospiti sia a persone esterne accolte in altri contesti (il primo conta circa 20 iscritti, mentre il secondo 10).
La struttura ha ospitato e organizzato 24 eventi in collaborazione con diverse realtà del territorio. Inoltre, è stato avviato e concluso il laboratorio di identità visiva ed è partito qualche giorno fa il laboratorio di autocostruzione, della durata di un anno, che avrà come obiettivo quello di progettare e costruire parte degli arredi della Casa delle Culture, produrre piccoli manufatti e di autosostenersi in futuro, aiutando i partecipanti a sviluppare capacità di condivisione e competenze manuali. I prossimi laboratori interesseranno la rigenerazione dei PC e la formazione per la produzione di video e video-racconti etnografici.
Il risultato del percorso di costruzione dell'identità visiva del centro, attivato nell'ambito delle numerose attività promosse all'interno di Casa delle Culture, ha visto la partecipazione di cittadini italiani e migranti e il supporto di un team di esperti di comunicazione e grafica. Il brand accompagnerà tutte le future iniziative che saranno realizzate dalla e nella Casa delle Culture.
Alla conferenza stampa hanno partecipato il presidente della cooperativa C.A.P.S Marcello Signorile, Marina Angiuli del Gruppo lavoro rifugiati e Grazia Lomonaco per la cooperativa sociale C.A.P.S. Il progetto grafico è stato illustrato da Matteo Serra dello studio creativo Pazlab.
«Il laboratorio con gli ospiti del centro sviluppato in sei incontri da quattro ore circa ciascuno - ha spiegato Serra - ha portato all'elaborazione del logo. La novità sta nell'aver scelto una strada più 'partecipativa' con tutti i ragazzi, italiani e migranti. Insieme abbiamo sviluppato un ragionamento ampio e profondo, che ha considerato 'culture' e non 'casa' la parola chiave sulla quale lavorare, perché abbiamo capito che nella costruzione delle identità le culture non vanno sovrapposte, bensì scomposte e ricomposte. Si è ragionato anche sui colori, abbinati alle varie attività realizzate nel centro. Il carattere scelto, invece, è un'evoluzione del font 'beneventana barese' che rappresenta il punto di incontro delle diverse culture che si sono alternate sul territorio. Ci siamo ispirati anche alle forme e alle strutture delle città di provenienza dei ragazzi, per poter comprendere meglio la loro idea di casa».
«Oggi presentiamo uno dei primi risultati del progetto polifunzionale della Casa delle Culture - ha dichiarato Francesca Bottalico - che, in soli 6 mesi, ha permesso di coinvolgere tantissimi cittadini e istituzioni in eventi sociali e socioculturali e di concludere più del 50 per cento di interventi di inclusione socio-lavorativa e scolastica rivolti agli ospiti. Una esperienza di accoglienza, educazione e promozione interculturale che auspichiamo possa diventare un punto di riferimento per l'intera città, per la regione e non solo. Nelle prossime giornate, infatti, saremo a Bruxelles proprio per parlare del progetto che oggi, anche grazie al nuovo logo elaborato attraverso il racconto di storie e identità dagli stessi cittadini italiani e migranti, avrà anche un'identità visiva, oltre che culturale e sociale. L'invito è quello di visitare la nostra Casa delle Culture che nasce nel cuore del quartiere San Paolo ma che porta in sé tutte le identità della nostra città e della nostra società».
Dal 2 maggio ad oggi, la Casa delle Culture ha accolto 48 perone, delle quali 4 sono donne. A tutti è stato offerto supporto e accompagnamento sociale, educativo e orientamento legale. La maggior parte dei migranti ospitati provengono dalla Somalia (13, dei quali 3 sono donne), Gambia (7), Bangladesh (5), Nigeria (4). In sei mesi di attività sono stati attivati 4 tirocini formativi retribuiti, 7 persone sono state inserite lavorativamente in attività strutturate e altre 7 in attività lavorative saltuarie. Inoltre, 7 ospiti sono stati iscritti regolarmente presso i C.P.A. delle scuole medie "Lombardi" e "Melo da Bari". Molti degli ospiti utilizzano la permanenza come spazio di decompressione e contesto protetto per poter portare avanti progetti personali già pianificati, avendo tempo e modo di completarne l'organizzazione e di confrontarsi in merito con gli operatori.
Sono state, invece, 201 le persone che finora hanno usufruito dei servizi dello sportello di integrazione socio-sanitaria, compresi gli ospiti della Casa delle Culture. Sono attivi in modo permanente il corso di italiano e il corso di orientamento al lavoro, entrambi aperti sia agli ospiti sia a persone esterne accolte in altri contesti (il primo conta circa 20 iscritti, mentre il secondo 10).
La struttura ha ospitato e organizzato 24 eventi in collaborazione con diverse realtà del territorio. Inoltre, è stato avviato e concluso il laboratorio di identità visiva ed è partito qualche giorno fa il laboratorio di autocostruzione, della durata di un anno, che avrà come obiettivo quello di progettare e costruire parte degli arredi della Casa delle Culture, produrre piccoli manufatti e di autosostenersi in futuro, aiutando i partecipanti a sviluppare capacità di condivisione e competenze manuali. I prossimi laboratori interesseranno la rigenerazione dei PC e la formazione per la produzione di video e video-racconti etnografici.