Servizi sociali
Casa di Riposo di via Napoli, protesta dei lavoratori: «Da mesi abbiamo metà stipendio»
La cooperativa Progetto Vita che gestisce la struttura ha anche avviato una procedura di licenziamento collettivo
Bari - venerdì 29 dicembre 2017
17.56
Questa mattina, presso il Centro Diurno Socio - Educativo Riabilitativo 'Karol Wojtyla', si è svolto l'ennesimo sciopero dei lavoratori nei confronti della cooperativa sociale Progetto Vita ONLUS, che gestisce la Casa di Cura da circa quattro anni. Abbiamo incontrato Marco Dell'Anna, segretario regionale della UIL Turismo, Commercio e Servizi (Tucs) di Puglia che ci racconta le motivazioni della protesta: «Da settembre la cooperativa Progetto Vita, nonostante la mancata condivisione sindacale, ha cominciato a pagare mensilmente solo la metà della retribuzione prevista per i lavoratori, attribuendo questa decisione a presunte difficoltà economiche e finanziarie, legate ad un esubero che in realtà secondo la segreteria regionale UIL Tucs, non c'è». La vicenda parte da lontano, continua il Segretario Dell'Anna: «L'autorizzazione comunale ad esercitare l'attività in questa Casa di Cura ha previsto un numero minimo di unità tra operatori sanitari e ausiliari da assumere. La Cooperativa inizialmente aveva assunto un numero inferiore di ausiliari e a seguito di questa modifica dell'autorizzazione, ha dovuto assumere ulteriore personale. Quindi l'esubero che si lamenta oggi è legato ai numeri imposti dell'autorizzazione comunale«.
«Progetto Vita - continua il segretario - ha avviato una procedura di licenziamento collettivo a nostro avviso illegittimo. Coinvolgeremo anche il comune, perché se è vero, come è vero, che c'è questa autorizzazione comunale che impone un numero minimo di unità, licenziarne anche solo una significherebbe venir meno ai requisiti imposti dell'autorità comunale rispetto a l'esercizio delle attività della cooperativa. Continueremo con le proteste sindacali. Rispetto al problema retributivo abbiamo avviato dei decreti ingiuntivi nei confronti della cooperativa, e anche del committente di ASP Riunite Terre di Bari. Abbiamo coinvolto il commissario Marco Preverin, perché in qualità di committente e responsabile in solido, sarà chiamato a rispondere dei crediti vantati dai lavoratori. La situazione è allarmante, perché PV sta pagando solo il 50% della retribuzione, prevedendo che nei prossimi 7 - 8 mesi, non ci sono scadenze certe, si possa procedere a discutere del saldo di queste retribuzione. Il progetto vita o regolarizza la propria posizione pagando puntualmente e revocando la procedura di licenziamento, oppure deve lasciare l'appalto, perché non è nelle condizioni di gestirlo. La settimana prossima chiederemo una convocazione alla Città Metropolitana Ufficio Vertenze Collettive e chiederemo di convocare in quella sede esponenti del comune, della regione oltre al commissario di Progetto Vita».
«Progetto Vita - continua il segretario - ha avviato una procedura di licenziamento collettivo a nostro avviso illegittimo. Coinvolgeremo anche il comune, perché se è vero, come è vero, che c'è questa autorizzazione comunale che impone un numero minimo di unità, licenziarne anche solo una significherebbe venir meno ai requisiti imposti dell'autorità comunale rispetto a l'esercizio delle attività della cooperativa. Continueremo con le proteste sindacali. Rispetto al problema retributivo abbiamo avviato dei decreti ingiuntivi nei confronti della cooperativa, e anche del committente di ASP Riunite Terre di Bari. Abbiamo coinvolto il commissario Marco Preverin, perché in qualità di committente e responsabile in solido, sarà chiamato a rispondere dei crediti vantati dai lavoratori. La situazione è allarmante, perché PV sta pagando solo il 50% della retribuzione, prevedendo che nei prossimi 7 - 8 mesi, non ci sono scadenze certe, si possa procedere a discutere del saldo di queste retribuzione. Il progetto vita o regolarizza la propria posizione pagando puntualmente e revocando la procedura di licenziamento, oppure deve lasciare l'appalto, perché non è nelle condizioni di gestirlo. La settimana prossima chiederemo una convocazione alla Città Metropolitana Ufficio Vertenze Collettive e chiederemo di convocare in quella sede esponenti del comune, della regione oltre al commissario di Progetto Vita».