Cronaca
Caso Punta Perotti, Mabar chiede risarcimento di 30 milioni al Comune di Bari
La Corte d'Appello si è riservata di decidere sulla pretesa avanzata dalla società della famiglia Andidero
Bari - giovedì 18 aprile 2019
10.17
Una richiesta di risarcimento da 30 milioni di euro avanzata da Mabar, società controllata dalla famiglia Andidero, nei confronti del Comune di Bari e su cui la Corte d'Appello di Bari si è riservata di decidere. Il procedimento civile sull'abbattimento di Punta Perotti, nel 2006, si arricchisce di un nuovo capitolo.
I giudici della Corte d'Appello barese nei prossimi giorni dovrebbero muoversi in maniera analoga a quanto fatto con la richiesta di risarcimento avanzata da Sud Fondi della famiglia Matarrese; verrà disposta una perizia per quantificare i danni subiti dai costruttori per l'abbattimento delle palazzine, come richiesto dall'avvocato Biga, legale di Mabar.
Una prima richiesta di risarcimento fu avanzata dalla società degli Andidero già nel 2014, ma il Tribunale in quella circostanza la respinse poiché considerò il risarcimento di 9,5 milioni stabilito dalla Corte europea dei diritti dell'uomo comprensivo anche dei danni.
La difesa, stavolta, sostiene che in questo caso andrebbero valutati i presunti danni provocati dal Comune di Bari nel momento della concessione delle autorizzazioni a costruire su quei terreni dove vennero poi effettivamente edificati i palazzi.
I giudici della Corte d'Appello barese nei prossimi giorni dovrebbero muoversi in maniera analoga a quanto fatto con la richiesta di risarcimento avanzata da Sud Fondi della famiglia Matarrese; verrà disposta una perizia per quantificare i danni subiti dai costruttori per l'abbattimento delle palazzine, come richiesto dall'avvocato Biga, legale di Mabar.
Una prima richiesta di risarcimento fu avanzata dalla società degli Andidero già nel 2014, ma il Tribunale in quella circostanza la respinse poiché considerò il risarcimento di 9,5 milioni stabilito dalla Corte europea dei diritti dell'uomo comprensivo anche dei danni.
La difesa, stavolta, sostiene che in questo caso andrebbero valutati i presunti danni provocati dal Comune di Bari nel momento della concessione delle autorizzazioni a costruire su quei terreni dove vennero poi effettivamente edificati i palazzi.