Cronaca
Catania, scoperto maxi giro di pedopornografia. Perquisizioni anche a Bari
Sono cinquantuno gli indagati in totale, di cui trenta sono minorenni. L'inchiesta è partita dalla denuncia di una madre
Bari - venerdì 21 giugno 2019
10.58
Maxi indagine della Polizia postale di Catania su un giro di pedopornografia: nel mirino della Procura distrettuale e della Procura per i Minorenni di Catania finiscono cinquantuno persone, di cui trenta sono minorenni, per detenzione e divulgazione di pornografia minorile on-line. Le perquisizioni della Polizia postale e delle comunicazioni di Catania sotto la direzione del Centro nazionale contrasto pedopornografia on line (Cncpo) sta effettuando perquisizioni in tutta Italia, e anche la provincia di Bari è interessata dall'azione degli inquirenti.
Le province interessate, infatti, sono: Catania, Ragusa, Bari, Brindisi, Foggia, Taranto, Roma, Torino, Alessandria, Asti, Novara, Milano, Brescia, Pavia, Firenze, Livorno, Prato, Venezia, Treviso, Verona, Reggio Calabria, Catanzaro, Napoli, Oristano, Gorizia, Terni, Genova, Matera, Forlì e L'Aquila. Numeroso il materiale informatico sequestrati, che sarà sottoposto ad approfondite analisi informatiche.
A far partire le indagini la denuncia della madre di un adolescente che aveva notato nella memoria dello smartphone del figlio immagini erotiche di minori pubblicate su due gruppi WhatsApp, chiamati "Tana della Luna" e «scoobyDank», che inizialmente condividevano immagini e video di torture, suicidi ecc.
La donna ha consegnato volontariamente lo smartphone alla Polizia delle comunicazioni, che ha ha acquisito il contenuto dei gruppi Whatsapp. Dalle indagini sono emerse circa 300 persone che si erano unite alla chat; gli agenti sono riusciti a identificare i responsabili della divulgazione di video e immagini di pornografia minorile, che ritraevano bimbi anche molto piccoli. L'operazione ha messo in luce la gravità di un fenomeno, quello della diffusione di materiale pedopornografico da parte di adolescenti, che cercano e si scambiano tra loro il materiale.
Le province interessate, infatti, sono: Catania, Ragusa, Bari, Brindisi, Foggia, Taranto, Roma, Torino, Alessandria, Asti, Novara, Milano, Brescia, Pavia, Firenze, Livorno, Prato, Venezia, Treviso, Verona, Reggio Calabria, Catanzaro, Napoli, Oristano, Gorizia, Terni, Genova, Matera, Forlì e L'Aquila. Numeroso il materiale informatico sequestrati, che sarà sottoposto ad approfondite analisi informatiche.
A far partire le indagini la denuncia della madre di un adolescente che aveva notato nella memoria dello smartphone del figlio immagini erotiche di minori pubblicate su due gruppi WhatsApp, chiamati "Tana della Luna" e «scoobyDank», che inizialmente condividevano immagini e video di torture, suicidi ecc.
La donna ha consegnato volontariamente lo smartphone alla Polizia delle comunicazioni, che ha ha acquisito il contenuto dei gruppi Whatsapp. Dalle indagini sono emerse circa 300 persone che si erano unite alla chat; gli agenti sono riusciti a identificare i responsabili della divulgazione di video e immagini di pornografia minorile, che ritraevano bimbi anche molto piccoli. L'operazione ha messo in luce la gravità di un fenomeno, quello della diffusione di materiale pedopornografico da parte di adolescenti, che cercano e si scambiano tra loro il materiale.