Attualità
Chiude il Palace Hotel, Decaro: «Il nostro primo interesse è il futuro dei dipendenti»
La dichiarazione del sindaco a margine dell'incontro della task force regionale tenutosi ieri
Bari - venerdì 14 gennaio 2022
10.54
Il Palace Hotel ha chiuso i battenti, e nonostante oltre 65 anni di storia rischia di non riaprire più. In bilico il futuro non solo di un pezzo di storia della città di Bari, ma anche quello di 88 lavoratori che non sanno cosa ne sarà di loro.
Nel pomeriggio di ieri si è tenuta una riunione della task force regionale, e a margine di questo incontro il sindaco, Antonio Decaro, ha dichiarato: «Il nostro primo interesse è il futuro dei dipendenti, la certezza del posto di lavoro e la necessità di accompagnarli in questa fase di transizione. Per questo abbiamo chiesto alla società di gestione la massima disponibilità ad accompagnare i lavoratori in questo momento di crisi aziendale con tutti gli strumenti di protezione sociale possibili. Anche la società proprietaria dell'immobile deve però dire alla città parole chiare sul futuro della struttura. Su questi due punti non ci possono essere ulteriori ambiguità. In particolare, non posso non esprimere il mio personale rammarico per la situazione attuale. In una Bari che in questi anni ha fatto enormi sacrifici per ottenere i risultati raggiunti sul fronte dell'attrattività turistica, nonostante le enormi difficoltà delle ultime stagioni colpite dalla pandemia, sarebbe un brutto segnale se una delle strutture alberghiere con maggiore storia e più riconosciuta in Italia ed all'estero del territorio dovesse venir meno».
Nessun commento per ora da parte dei proprietari dell'immobile, la famiglia Di Cagno Abbrescia.
Nel pomeriggio di ieri si è tenuta una riunione della task force regionale, e a margine di questo incontro il sindaco, Antonio Decaro, ha dichiarato: «Il nostro primo interesse è il futuro dei dipendenti, la certezza del posto di lavoro e la necessità di accompagnarli in questa fase di transizione. Per questo abbiamo chiesto alla società di gestione la massima disponibilità ad accompagnare i lavoratori in questo momento di crisi aziendale con tutti gli strumenti di protezione sociale possibili. Anche la società proprietaria dell'immobile deve però dire alla città parole chiare sul futuro della struttura. Su questi due punti non ci possono essere ulteriori ambiguità. In particolare, non posso non esprimere il mio personale rammarico per la situazione attuale. In una Bari che in questi anni ha fatto enormi sacrifici per ottenere i risultati raggiunti sul fronte dell'attrattività turistica, nonostante le enormi difficoltà delle ultime stagioni colpite dalla pandemia, sarebbe un brutto segnale se una delle strutture alberghiere con maggiore storia e più riconosciuta in Italia ed all'estero del territorio dovesse venir meno».
Nessun commento per ora da parte dei proprietari dell'immobile, la famiglia Di Cagno Abbrescia.