Cronaca
Clan Parisi-Palermiti, in quattro passano dai domiciliari al carcere. I nomi
I carabinieri hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare, dopo l'accertamento della violazione. A fine 2019 gli arresti
Bari - sabato 12 dicembre 2020
11.43
Sono nomi di spicco quelli dei quattro membri del clan Parisi-Palermiti di Japigia destinatari delle ordinanze di ripristino della custodia cautelare in carcere, in sostituzione di quella degli arresti domiciliari, eseguite questa mattina dai carabinieri del nucleo investigativo di Bari.
Si tratta di Mineccia Filippo, 36enne, soprannominato "U'Russ", di Addante Raffaele, 45enne, soprannominato "Lello", di Triggiani Francesco, 44enne, soprannominato "U'Alisc" e di Ruggieri Sebastiano 36enne, tutti sottoposti agli arresti domiciliari a seguito di due distinte operazioni condotte dall'Arma dei carabinieri e dalla polizia di Stato rispettivamente nel dicembre e nell'ottobre dello scorso anno, contro i clan Parisi e Palermiti, del quartiere Japigia di Bari.
Successivamente ai due blitz, dopo un primo periodo di custodia cautelare in carcere, molti degli imputati hanno chiesto e ottenuto la misura alternativa, meno afflittiva, degli arresti domiciliari, alcuni anche mediante l'applicazione del cd. "braccialetto elettronico". Nello stesso periodo, i carabinieri del nucleo investigativo di Bari hanno avviato, sotto il coordinamento della Procura distrettuale antimafia di Bari, una manovra investigativa, contestuale ad alcune importanti dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia, volta a verificare la sussistenza di processi di riassetto dei gruppi criminali operanti su Japigia e la riorganizzazione dei traffici illeciti.
Proprio dalle indagini dei Carabinieri è emerso, così come si legge nelle ordinanze emesse, su richiesta della Dda, dai Gip Luigia Lambriola e Ilaria Casu, che i quattro soggetti hanno più volte trasgredito le prescrizioni correlate alla misura cautelare domestica, avendo avuto contatti tra loro o con altri pregiudicati, in chiara violazione al divieto loro imposto di non comunicare con soggetti diversi da quelli che con loro coabitano, dal difensore e dai sanitari.
Dopo la cattura, i 4 imputati sono stati condotti nelle case circondariali di Catania, Siracusa, Santa Maria Capua Vetere (CE) e Ancona, dove permarranno in custodia cautelare, senza fissazione di termine, a disposizione dell'autorità giudiziaria
Si tratta di Mineccia Filippo, 36enne, soprannominato "U'Russ", di Addante Raffaele, 45enne, soprannominato "Lello", di Triggiani Francesco, 44enne, soprannominato "U'Alisc" e di Ruggieri Sebastiano 36enne, tutti sottoposti agli arresti domiciliari a seguito di due distinte operazioni condotte dall'Arma dei carabinieri e dalla polizia di Stato rispettivamente nel dicembre e nell'ottobre dello scorso anno, contro i clan Parisi e Palermiti, del quartiere Japigia di Bari.
Successivamente ai due blitz, dopo un primo periodo di custodia cautelare in carcere, molti degli imputati hanno chiesto e ottenuto la misura alternativa, meno afflittiva, degli arresti domiciliari, alcuni anche mediante l'applicazione del cd. "braccialetto elettronico". Nello stesso periodo, i carabinieri del nucleo investigativo di Bari hanno avviato, sotto il coordinamento della Procura distrettuale antimafia di Bari, una manovra investigativa, contestuale ad alcune importanti dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia, volta a verificare la sussistenza di processi di riassetto dei gruppi criminali operanti su Japigia e la riorganizzazione dei traffici illeciti.
Proprio dalle indagini dei Carabinieri è emerso, così come si legge nelle ordinanze emesse, su richiesta della Dda, dai Gip Luigia Lambriola e Ilaria Casu, che i quattro soggetti hanno più volte trasgredito le prescrizioni correlate alla misura cautelare domestica, avendo avuto contatti tra loro o con altri pregiudicati, in chiara violazione al divieto loro imposto di non comunicare con soggetti diversi da quelli che con loro coabitano, dal difensore e dai sanitari.
Dopo la cattura, i 4 imputati sono stati condotti nelle case circondariali di Catania, Siracusa, Santa Maria Capua Vetere (CE) e Ancona, dove permarranno in custodia cautelare, senza fissazione di termine, a disposizione dell'autorità giudiziaria